mercoledì 27 luglio 2022

Recensione "Le origini di Dracula. Il capolavoro di Bram Stoker" - Sara Alice Manis

 

TRAMA

Dracula: sangue, denti aguzzi, terrore. Sono queste le prime parole che vengono in mente parlando del Conte, vero? Il grande schermo ha contribuito, pellicola dopo pellicola, a creare un immaginario collettivo ormai standardizzato e poco permeabile. Ma questo personaggio creato dal mondo del cinema che cosa ha in comune con quello ideato da Bram Stoker? E quest'ultimo quanto è frutto dell'immaginazione dell'autore e quanto invece ha mutuato dalla letteratura gotica e dal folklore? Stoker, padre e ideatore di questa mutevole creatura, è stato un grande scrittore, giornalista, critico e impresario teatrale che, per dare vita a Dracula, ha saputo unire tradizione, folkore, cultura popolare, anche grazie a un approfondito studio svolto in ambito storico. È lecito restituirgli dunque, partendo da questo saggio, l'autorevolezza letteraria che merita e che troppo spesso non gli viene riconosciuta.

RECENSIONE

Che cosa rende un'opera letteraria un capolavoro?
Quali sono le caratteristiche specifiche che rendono il personaggio di un romanzo, da quando viene creato in poi, un vero e proprio mito?
E soprattutto, perché non se ne parla mai abbastanza?

Quando Sara mi ha contattata per recensire il suo saggio su uno dei capolavori gotici per eccellenza (che poi definire solamente gotico è fuorviante dato che Dracula è un insieme perfettamente assortito di numerosi generi ben amalgamati tra loro, come potrete scoprire anche nel corso di questa esaustiva lettura), non ho potuto assolutamente tirarmi indietro, soprattutto perché mi ha beccata nel periodo in cui stavo leggendo in contemporanea proprio il celebre romanzo di Bram Stoker sul vampiro più famoso della storia.
Le origini di Dracula - Il capolavoro di Bram Stoker, edito dalla Bookabook che ringrazio per la collaborazione e la copia cartacea assieme all'autrice, si prefissa l'idea di descrivere e commentare a trecentosessanta gradi l'impronta che Dracula ha lasciato nel corso del tempo, sia in contesti ad esempio socio-politici, che in quelli folklorici ed ovviamente letterari.
Il saggio è suddiviso sostanzialmente in quattro grandi capitoli, che a loro volta vantano una serie di approfondimenti secondo l'argomento scelto, ovviamente il tutto corredato da fonti citate anche nella bibliografia che si trova alla fine della lettura.

Nella prima parte del libro troviamo una corposa introduzione alla figura del vampiro prima che venisse utilizzato in qualsivoglia opera di carattere poetico o letterario, e Sara ci guida quindi in un percorso oscuro lungo la storia che distingue questa creatura, dalle prime fonti in cui viene anche solo nominato qualcosa che ci fa presagire essere un succhiasangue, ma che ancora la gente ha paura di definire, fino al momento in cui finalmente gli si trova un nome adatto, frutto di centinaia di etimologie diverse e con significati differenti, ma accumunati da caratteristiche specifiche che lo rendono il vampiro che tutti oggi conosciamo.
Compiamo quindi un viaggio minuzioso e particolare alla scoperta del vampiro nel folklore dei vecchi popoli, che non saranno solo, come forse siamo portati a pensare, i popoli dell'Est Europa, ma anche quelli di stampo mediorientale, quelli egizi addirittura, fino ad arrivare ad un paragrafo molto interessante sul vampiro associato alle epidemie e al male assolutamente radicato che la Chiesa ha tentato in tutti i modi di estirpare.
Lo sapevate, ad esempio, che la Chiesa ha utilizzato la figura misteriosa del principe delle tenebre per intimorire i propri fedeli e convincerli a non peccare, altrimenti appena sopraggiunta la morte sarebbero divenuti essi stessi dei vampiri?
La capacità dell'autrice di immergerci totalmente nell'utero in cui il vampiro è stato concepito e cresciuto è qualcosa di strepitoso, perché, sostenuta da fonti che potete benissimo andarvi a cercare nel caso, Sara è in grado di snocciolare argomenti su argomenti senza sembrare noiosa o prolissa, ma risultando invece immediata, decisa, arrivando subito al lettore senza pesanti giri di parole.
Al termine di questo primo grande capitolo dedicato alla nascita, ai miti e al folklore di questa affascinante figura, nata in primo luogo per disgustare e non per far innamorare attenzione, troviamo anche alcune teorie razionali che ci spiegherebbero in chiave medica i numerosi fraintendimenti che hanno portato la gente delle epoche passate, obnubilate dalla superstizione e dalla paura, ad ignorare i tipici segnali di alcune malattie che hanno le stesse caratteristiche associate a chi veniva additato come vampiro, ma che invece di venir curato appunto da chi di competenza, era più facilmente impalato e bruciato, come da manuale.
Non era raro, infatti, che ai tempi si procedesse a disseppellire i corpi già tumulati con una certa facilità poiché si credeva fossero in realtà non-morti che la notte tornavano in vita a succhiare il sangue dei vivi, e quindi ci fosse la necessità di procedere col trattamento che spettava loro in quanto vampiri.

Tali credenze alla fine non hanno non potuto influenzare il panorama letterario dell'epoca, e qui arriviamo quindi alla seconda parte del saggio, forse quella più corposa, in cui ci immergiamo totalmente nel genere in cui la figura del vampiro ha trovato radici robuste da piantare, ovvero il gotico, ma non ancora sotto forma di romanzo, bensì nelle più delicate sembianze della poesia.
Ebbene, il nostro orrendo vampiro dall'alito mefitico, la carnagione mortalmente pallida e lo sguardo infuocato diviene invece il gentiluomo di estrazione nobile che attrae le sue vittime con modi seducenti e sensuali nella sua rete, per poi morderle e succhiarne così il prezioso liquido cremisi che scorre loro nelle vene.
Abbiamo quindi un'evoluzione da essere ripugnante che scoperchia le bare con le lunghe unghie sporche alla spasmodica ricerca di sangue, a uomo affascinante dai modi educati e gentili, misterioso al punto giusto e con una carica erotica degna di nota, che fa cadere tutte le donzelle innocenti ai propri piedi. 
Dicevamo quindi che il vampiro viene introdotto dapprima in campo poetico, per poi sbarcare nel romanzo, attraverso i precursori del Dracula di Stoker, come Il vampiro di Polidori, o Carmilla di Le Fanu, dove il vampiro non è esclusivamente di genere maschile, ma diventa donna (non per la prima volta se si pensa alla Sposa di Corinto di Goethe dove la ragazza che torna dalla tomba alla ricerca del suo fidanzato non viene definita vampiro, ma le analogie ci sono comunque tutte.)

Veniamo dunque alla terza e all'ultima parte del saggio, in cui Sara ci accompagna dapprima nella vita di Bram Stoker, con particolare attenzione ai suoi orientamenti socio-politici, alle sue origini, alla vita privata, nonché alla moltitudine di mestieri da lui stesso intrapresi, indice di una carriera lavorativa frenetica ma comunque sempre all'insegna della letteratura e del teatro, fino ad arrivare all'analisi del suo romanzo più famoso, il Dracula. 
Cercare di analizzare ed in qualche modo risalire alle fonti a cui lo stesso Stoker si è appigliato è un'ambizione bella tosta, eppure Sara è riuscita ancora una volta a, come dire, smembrare i vari argomenti inerenti al Dracula, sezionandoli accuratamente con precisione chirurgica, per poi servirceli su un vassoio d'argento con una forma nuova, con un significato più semplice e fluido.
Ripercorriamo così non solo l'intera esistenza dell'uomo che ha ideato e plasmato la figura della creatura a cui pensiamo per prima non appena il termine vampiro affiora alla nostra mente, un'esistenza tutt'altro che noiosa e statica ma ricca di spostamenti, viaggi, passioni ed altrettanti incontri nell'ambiente letterario-politico-teatrale, ma conosciamo anche ciò che si cela dietro al suo cavallo di battaglia, i simbolismi nascosti, i messaggi reconditi che l'autore vuole lanciare e lanciarci, la preparazione iniziale dietro la stesura del capolavoro, le influenze derivanti da altri stili, da altri autori e dalle diverse culture in cui Stoker si è imbattuto.

Questo saggio vuole essere un'opera di scoperta nei confronti di un romanzo che all'epoca venne addirittura bistrattato dalla critica, considerato troppo inquietante ed anche moralmente inaccettabile, dati i numerosi argomenti trattati da Stoker, come il ritorno dalla morte, già di per sé un abominio anche solo da pensare, la sete di sangue, anch'essa amorale poiché si crede che nel sangue risieda la propria anima e che quindi il personaggio del vampiro si porti via l'anima della vittima, oltre al sangue, un po' come fa il demonio con i patti, oppure per la presenza di figure sessualmente ambigue (come le tre vampire o addirittura la nostra Lucy in un certo punto della storia), quando gli appetiti sessuali venivano condannati piuttosto pesantemente in epoca vittoriana, e si preferiva tenerli sedati e nascosti.
Insomma, se cercate un manuale ricco di informazioni, che percorre la storia di una delle creature ancora oggi super utilizzate in campo non solo oramai poetico-letterario-teatrale, ma anche in quello cinematografico, che continua a stregarci con la sua sensualità e l'alta carica erotica, col portamento nobile e raffinato, ma col temperamento di un diavolo travestito da gentiluomo o gentildonna, allora Sara vi accompagnerà in un viaggio che sicuramente arricchirà il vostro bagaglio culturale in questo campo.

LA MIA VALUTAZIONE

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