“Precaria è la pace che da una ventina d'anni perdura tra la
Repubblica di Azra, terra della Gente Alata, e le città-stato della federazione
del Patto Meridionale, abitate da esseri umani.
La giovane universitaria Lyan
Alba decide di trasferirsi nella Città Bianca, capitale di Azra, dove vive già
suo padre, interprete presso l'ambasciata.
Scopre presto a sue spese, tuttavia,
che laggiù la vita per i pochi esseri umani presenti non è affatto facile.
Due
culture così diverse difficilmente possono coesistere. Le discriminazioni
razziali e un conflitto nelle vicine terre dei coloni umani gettano un’ombra
sulla permanenza di Lyan, che però è intenzionata a restare.
Lei è lì per
rintracciare un giovane Alato, conosciuto anni prima, rimasto nel suo cuore.
Ma
un'altra ingombrante presenza turba le sue emozioni, nonostante i pregiudizi.
Sentimenti contrastanti, condizionati dal destino, la porranno di fronte a una
scelta che, malgrado le apparenze, si rivelerà la più difficile della sua vita:
volare o cadere…”
RECENSIONE
Buongiorno lettori e benvenuti o bentornati nel mio caotico angolino di carta ed inchiostro!
Oggi approfitto del mio giorno libero per parlarvi di un fantasy che mi ha conquistata sin dalle prime pagine e che spalanca il sipario su una saga dall'enorme potenziale: sto parlando di Dark Wings di Krisha Skies, il primo volume del Ciclo delle Ali Oscure edito da Hortidigiano che ringrazio tantissimo per avermi omaggiato della copia digitale!
In merito a questo libro c'è davvero molto da dire, quindi bando alle ciance ed iniziamo!
"Erano i visi angelici e imperturbabili degli Alati, in contrasto con le atrocità raffigurate nel dipinto.
Essi uccidevano, mutilavano e divoravano senza perdere la bellezza ultraterrena che faceva di loro angeli splendidi e terribili demoni al tempo stesso."
Non farò spoiler sulla trama, dato che preferisco concentrarmi su ciò che la storia mi ha trasmesso e sui principali temi trattati dall'autrice nel corso della vicenda, tuttavia sappiate che questo fantasy, nonostante la mole massiccia di più di cinquecento pagine, scorre come l'acqua, grazie allo stile semplice e fluido di Krisha, che contribuisce ad attirare il lettore come una calamita fino al finale in cui assisteremo a degli inaspettati colpi di scena e ad alcune rivelazioni che sicuramente ritroveremo più sviluppate nel secondo volume.
All'inizio ci troviamo catapultati ad Azra, il regno con capitale la Città Bianca, nonché terra d'origine del popolo degli Alati, dove la protagonista umana Lyan Alba sta intraprendendo il suo percorso di studi all'università, destreggiandosi tra vita di tutti i giorni ed il cocente desiderio di ritrovare Kerubin, un alato di cui si è perdutamente innamorata ai tempi in cui viveva nella sua città, Agri, e che per una lunga serie di motivi che scoprirete nel corso della storia è stato poi costretto ad allontanarsi senza lasciare dietro di sé alcuna traccia, fatta eccezione per un ciondolo con una pietra nera molto particolare a cui la ragazza è molto legata e che indossa tuttora, come una sorta di doloroso ricordo.
"In passato gli Alati erano stati considerati dagli esseri umani, a seconda dei casi, creature angeliche o esseri demoniaci; molti di loro erano stati perseguitati e condannati a subire torture atroci per la loro diversità. Alla fine avevano deciso di ritirarsi nella propria terra d'origine, fondando la Città Bianca, uno dei più antichi centri fortificati della Gente Alata."
I primi capitoli sono quindi un'introduzione alla Città Bianca e in generale al regno in cui vive la Gente Alata, dove l'autrice si sbizzarrisce arricchendoli con descrizioni minuziose e particolari dei luoghi frequentati da questa gente, luoghi su misura soprattutto per le loro maestose ali, il più delle volte troppo grandi ed ingombranti per potersi infilare in posti solitamente riservati a noi esseri umani.
Ed ecco che entreremo con Lyan nel campus dell'università di Azra, dove si svolgerà buona parte della trama e dove conosceremo numerosi personaggi, sia umani che Alati, che ricopriranno ruoli di diversa importanza e contribuiranno a ricomporre i pezzi di un puzzle molto più complesso di quel che sembra.
Qui salta subito all'occhio la differenza tra umani ed Alati, e viene così introdotto un tema molto presente in questo libro, ovvero il razzismo. Sì perché gli umani non sono ben visti nella terra degli Alati, dove vivono in una specie di ghetto a loro dedicato (dove abita anche la stessa Lyan) e dove sono costretti ad indossare una complicata struttura alata per poter confondersi e passare così inosservati sotto gli occhi giudici della razza alata; tuttavia, al di fuori di Azra, gli stessi Alati vengono discriminati ed addirittura torturati ed uccisi per via della loro condizione dagli esseri umani, di conseguenza la convivenza tra le due razze esiste ma dalla maggioranza viene poco tollerata, fino a sfociare in episodi di odio razziale anche piuttosto pesanti.
Il fatto che Lyan sia umana, quindi, non la aiuta nella sua esperienza al campus, dove sarà vittima di scherzi piuttosto cattivi sia da parte di chi dovrebbe entrare in empatia con lei, i suoi compagni umani, sia di chi la disprezza per la sua natura, ovvero gli Alati, ed anche in qualche occasione dagli adulti che ricoprono i ruoli di insegnanti all'interno della scuola e che dovrebbero essere i primi a mantenere una certa neutralità.
Questo, tuttavia, è solo un puntino nella realtà globale in cui è ambientato Dark Wings, dato che al di fuori delle mura della Città Bianca, nella Zona Demilitarizzata, gli scontri tra umani ed Alati rischiano di intaccare anche le zone in cui si vive in una pace sempre più precaria, minacciata dalle continue tensioni, fomentando così ancora di più l'odio che una razza prova per l'altra.
"Gli Dei Alati che venerano, che veneriamo, non sono misericordiosi come il vostro Unico Dio."
Devo ammettere che mi è piaciuto molto il modo in cui la scrittrice ha saputo mescolare tematiche importanti come il razzismo ed il bullismo in un fantasy dove il worldbuilding viene inventato di sana pianta ed è davvero ben caratterizzato e costruito.
Credo che la presenza di tali tematiche renda il tutto più credibile e realistico, nonostante la presenza di creature fantastiche come gli Alati, in quanto rende questi esseri dalle caratteristiche eteree più simili agli umani che tanto disprezzano, capaci di provare sentimenti negativi come l'odio, che viene canalizzato attraverso atti di razzismo vero e proprio e addirittura propaganda anti-umani, alle volte sostenuti, anche se non direttamente, da coloro che governano su Azra.
Inoltre, il modo in cui i luoghi vengono descritti sottolinea un'idea di base che parte dalle esperienze di viaggio dell'autrice che ha saputo rendere nitide e ben figurative tutte le immagini rievocate attraverso edifici dai tetti altissimi, città bianche, lucenti ed antiche che ricordano un po' quelle greche, oppure villaggi colorati dove abbondano mercati di spezie e profumi che riportano alla mente l'India o il Nord Africa.
Oltre a tutto ciò ho trovato che anche gli usi e i costumi degli Alati siano stati ben esposti, soprattutto la loro storia, costellata di guerre per l'indipendenza e tantissime sofferenze perpetrate proprio dagli umani, e la storia delle loro divinità, che viene rivelata un po' alla volta e che affonda le proprie origini in tempi ormai dimenticati e lontani, ma che ancora sembrano influenzare il modo di vivere e pensare di questo particolare popolo.
"Ci sono giorni" mi sussurrò, premendo una guancia contro la mia, "in cui vorrei non doverti mai incontrare. E poi ci sono tutti gli altri, in cui prego gli Dei Alati di non esaudire il mio desiderio."
E ora parliamo un po' dei personaggi.
Eh sì, perché Lyan Alba è il mio spirito guida, se non altro per la sua propensione a compiere gaffe su gaffe a livelli esorbitanti. Starete pensando che il tutto risulti quasi forzato...e invece no!
Qui la protagonista non è la solita ingenuotta che se ne sta a girarsi i pollici in attesa che il belloccio di turno arrivi e la salvi da qualsiasi situazione di pericolo in cui si trova. Lyan è tutt'altro che debole ed indifesa. Sa cos'è la sofferenza, l'ha provata in diverse occasioni, venendo anche spesso umiliata, e quindi si è costruita attorno una corazza con la quale interfacciarsi sul mondo, una corazza fatta di rabbia bollente che preferisce tenere sopita dentro di sé, dando quasi l'impressione di non essere in grado di reagire. Nel corso del libro, invece, il suo sviluppo sarà davvero importante, datò che arriverà ad ottenere una consapevolezza maggiore di sé e delle sue capacità che la porteranno ad interrogarsi su cosa sia giusto e cosa sbagliato, dato che porta sulle spalle il peso di un potere straordinario e sconosciuto che potrebbe portarla alla rovina.
Lyan è molto critica nei propri confronti, forse anche troppo, ma sa affrontare le varie situazioni con ironia e forza, una caratteristica che ho amato di lei, sommata anche al fatto che è una ragazza normalissima che va a scuola, che ha una famiglia e che ogni giorno deve sbattere contro la realtà grigia del razzismo nei confronti della sua umanità, oltre che ai suoi problemi da diciottenne impacciata.
Attorno a lei ruotano diverse figure, come quella di Izmael, un Alato mezzosangue che tenta in tutti i modi di farla entrare nella sua cerchia di amicizie prettamente alate, o la figura piuttosto protettiva del padre, che fa di tutto per evitare che venga a contatto con la gente sbagliata. Sbagliati come possono essere i membri delle Ali Nere, di cui fa parte Azalel, amico di Izmael, dal passato torbido e misterioso che non appena verrà a galla ribalterà per la milionesima volta l'idea che Lyan si è fatta della gente alata.
Azalel è il cliché del ragazzo bello e tenebroso, con un paio d'ali brunite e soffici e lo sguardo d'ametista conturbante, tuttavia molto schivo ed introverso, quasi restìo a parlare con quelli che appartengono alla razza umana, Lyan inclusa.
Eppure, il loro rapporto nasce proprio grazie a questa diffidenza reciproca che poi si trasformerà col tempo in un legame piuttosto peculiare e strano, ma che shipperete con ogni molecola del vostro corpo ve l'assicuro!
Infatti, nonostante la figura del bello e dannato venga utilizzata in diversi libri, in modo trito e ritrito, Azalel ha tutti i motivi di questo mondo per essere un ragazzo problematico e diffidente, data la sua infanzia disastrosa ed il fatto che sia un simbolo importante per la gente alata (scoprite voi il perché io non dico nulla).
Fatto sta che la storia con Lyan verrà costruita un po' alla volta e non sarà precipitosa, cosa che ho approvato molto dato che le storie col classico colpo di fulmine ormai mi fanno salire una certa dose di orticaria!
"Lyan decidi adesso...se volare o cadere..."
Detto questo, come avrete ben immaginato, la parte romance è molto presente e si fa più sentire dalla metà del libro in poi, tuttavia non risulta melensa e stucchevole, condita da dialoghi assurdi e non-sense, di conseguenza per me che non sono amante del genere manco per tutto l'oro del mondo, è stato un sollievo non dover scontrarmi con una relazione fatta di baci struggenti, abbracci ogni due secondi e tante belle cose, ANZI, sappiate che la storia tra Lyan e Azalel non sarà una storia convenzionale ma piuttosto...hate to love, ecco, un guilty pleasure che io personalmente adoro!
Per tutto il resto, quindi, mi sento di consigliarvi questo fantasy dalle sfumature romantiche perché abbonda di tematiche importanti che non sono state trattate in modo superficiale e leggero, ma al contrario, sono state ben approfondite e pensate, diventando parte integrante del contesto e della trama, senza mai uscire dal seminato.
I personaggi sono caratterizzati e descritti davvero nei minimi particolari, anche quelli che fungono solo da comparse, come se l'autrice si fosse preoccupata di dover far rimanere impressi nel lettore anche i volti di chi alla storia serve solo come contorno (è una scelta stilistica che mi piace perché personalmente se trovo un personaggio anche solo in una scena vorrei poterlo immaginare per bene nella mia testa), anche se in una particolare scena di combattimento ho avuto un momento dispersivo in cui non ho ben percepito chi facesse o dicesse cosa, tuttavia mi è bastato tornare sui miei passi per comprendere meglio la situazione e continuare pacificamente con la lettura.
La trama sembra semplice e lineare, ma non lo è proprio per nulla.
Ci sono sotto trame e sviluppi inaspettati che trasportano il lettore in un vortice di rivelazioni e colpi di scena che vi faranno rimanere sicuramente a bocca aperta, un intrico di concetti e sotterfugi che vi faranno arrovellare il cervello, spingendovi a volerne sapere sempre di più!
E poi alla fine boom! Arriva qualcosa di inaspettato che spiana il terreno per un seguito ancora più ricco di azione e romanticismo!
Certo che poi vi starete chiedendo: ma alla fine questa povera ragazza troverà questo Kerubin?
Ragazzi, leggete Dark Wings e fatevi un giro ad Azra.
Scoprirete questo ed anche di più!
"Una promessa"
Una speranza.
LA MIA VALUTAZIONE
🍂🍂🍂🍂, 5 \ 🍂🍂🍂🍂🍂