TRAMA
Per la prima volta in Italia un classico della letteratura
fantasy del Novecento scaturito dalla penna di una scrittrice tutta da
riscoprire, grande amica e prima lettrice di J.R.R. Tolkien.
Questa è la storia di Halla, figlia di un re che decide di
abbandonarla nei boschi. Qui viene accudita dagli orsi e poi cresciuta dai
draghi sulle montagne rocciose; ma il tempo dei draghi, minacciati dagli odiosi
e crudeli esseri umani, sta per finire. Odino, Padre di tutte le cose, offre ad
Halla una scelta: vivere alla maniera dei draghi, accumulando tesori da
difendere, o viaggiare leggera e attraversare il mondo con passo lieve?
Iniziano così le fantastiche avventure della ragazza, che girovagherà alla
scoperta di nuove terre e antiche leggende, in mezzo a creature incredibili,
luoghi misteriosi e magie dimenticate. La sua conoscenza di tutti i linguaggi,
sia quelli umani che quelli animali, la aiuterà ad andare oltre le apparenze,
ma anche a mettere in discussione ciò in cui ha sempre creduto, mentre
affronta, una dopo l’altra, le nuove sfide sul suo cammino. Mitchison ci prende
per mano e ci conduce in una favola senza tempo, dove le divinità dei miti
nordici convivono con i personaggi della letteratura fantasy per mostrare il
valore di comprensione e tolleranza.
Il viaggio di Halla è un racconto agile, profondo e
divertente che trasporterà il lettore in un mondo dove si può incontrare un
basilisco nella steppa, dove gli eroi vengono portati nel Valhalla dalle
valchirie, e dove si può fare fortuna chiacchierando con il cavallo giusto. Più
di una semplice fiaba: una volta giunti alla fine, questo romanzo si dimostra
una vera e propria mappa di vita.
RECENSIONE
"Non dimenticare mai, piccola", disse il vecchio Uggi, "non solo di pensare alla maniera dei draghi, ma anche che tu fai parte del tesoro di un drago. Del mio tesoro. E ricorda, se un uomo dovesse vederti tenterebbe immediatamente di rubare tutto quello che indossi e di portarlo via con sé e, probabilmente, anche di ucciderti."
La piccola Halla nasce in un mondo umano che non nutre affetto per lei, minacciandola persino di annientarla, di conseguenza verrà cresciuta via dalla corte a cui sarebbe destinata, tra gli umidi boschi, dalla sua tata che ha la capacità di trasformarsi in orsa prima e dal vecchio e saggio drago Uggi poi, che la inizia ai segreti dei draghi, mastodontici esseri alati che adorano accumulare tesori su tesori.
Grazie a Rossella e alla Fazi Editore che mi hanno permesso di partecipare al Review party di questa piccola perla, ho potuto conoscere questa breve fiaba pregna di significato, non solo morale, ma anche se vogliamo vederlo da quel punto di vista, esoterico e mistico.
Nella prima parte della lettura, veniamo catapultati in un'ambientazione selvatica ed accogliente, tra le ruvide lingue degli orsi e la loro pelliccia calda, nascosti tra i boschi più fitti ed uggiosi gravidi di bacche, piccoli insetti e miele che servono loro per la sopravvivenza.
Gli orsi sono un popolo molto introverso, che non cerca motivo per attaccare per primo la miccia di una probabile scaramuccia, che se ne sta tra i suoi amati aghi di pino a cercare il cibo per affrontare il rigido Inverno, ma Matulli ad ogni modo si dimostrerà molto protettiva nei confronti della sua Halla.
Le insegnerà a ficcare le mani nel fango, nelle arnie ricolme di dolce miele, a credere in sé stessa e a tenere sempre un profilo basso per evitare qualsivoglia tipo di seccatura. Le racconterà molte storie, la notte, prima di farla sprofondare nel morbido manto del suo pelo.
Le racconterà la sua storia mantenendo sempre quel velo di mistero e reticenza che solo un'orsa premurosa può avere nei confronti di una creatura così fragile e piccola.
"Si narra che quando la nuova regina vide la figlia della vecchia regina, disse al re che di quella mocciosa bisognava sbarazzarsi immediatamente."
Ma quando per Matulli giunge l'ora di crearsi una propria famiglia di orsetti col suo marito orso, le cose cambiano, le stagioni sembrano trascinarsi fiaccamente una dietro l'altra e la tata mutaforma non riesce a resistere al richiamo dell'ennesimo letargo.
Come evocato da un grido silenzioso, entra in gioco il saggio Uggi, un drago vecchio quanto il mondo, che prenderà sotto la sua ala protettrice ed ignifuga la piccola Halla, insegnandole a comportarsi da drago.
Ho amato davvero molto come siano stati descritti i draghi e il loro stile di vita e ci terrei a fare una piccola parentesi (non sarà mai piccola ma pazienza, sapete che sono logorroica).
I draghi sono rappresentati come degli esseri che a differenza di altri animali, possiedono la memoria, ed è interessante come l'autrice abbia voluto infatti renderli creature senzienti e sagge, provviste appunto di memoria, simili quindi più all'essere umano che ad un qualsiasi altro abitante del regno animale.
Uggi e gli altri draghi, infatti, sono dotati di un'intelligenza superiore, che li spinge a studiare le materie economiche, ad accumulare tesori immensi che testimoniano la loro presenza nel mondo, ad attuare strategie concordate con gli esseri umani per le razioni di cibo che spettano loro e che provengono dagli esuberi di gregge dei pastori.
Mentre le altre creature vengono viste da Halla come creature che agiscono in base all'istinto che è stato donato loro, dalla sopravvivenza, prive quindi della preziosa memoria, i draghi vengono dipinti come creature sagge, che ricordano ogni cosa, e quindi capaci anche di nutrire rancore nei confronti dei loro avversari più crudeli e spietati, ovvero gli esseri umani, ma non esseri umani qualunque, bensì quella categoria avversa di individui che vogliono levarli di mezzo per appropriarsi dei loro tesori: gli eroi.
Interessante, quindi, il capovolgimento del ruolo dell'eroe da salvatore ad assassino, un semplice essere umano guidato da torbidi scopi che volgono all'impossessarsi del tesoro dei draghi.
Tesoro che a mio parere rappresenta proprio la vita stessa del drago, dato che ogni drago appena ne ha la facoltà, inizia ad accumulare oro e gioielli sempre di più, fino a possedere grotte piene zeppe di ogni ben di Dio, che in qualche modo richiamano le esperienze di vita accumulate nel corso dell'esistenza, più o meno preziose.
Halla quindi imparerà a comportarsi anche da drago, subirà la cerimonia dell'ignifugazione che la renderà immune al calore del fuoco, si attaccherà in modo quasi morboso ai gioielli del vecchio Uggi, che poi nel corso della storia non avranno più alcun valore, perché crescerà e si renderà conto che dopotutto il bene materiale conta fino ad un certo punto, quando si raggiunge una sorta di maturazione spirituale.
Il ruolo di Uggi quindi sarà utile alla giovane Halla per rendersi conto che il mondo là fuori è più meschino di ciò che si potrebbe pensare e darà prova delle sue parole quando gli eroi arriveranno a reclamare il suo tesoro.
Gli eroi, infatti, così come gli esseri umani che incontreremo nel corso della seconda metà della lettura, vengono visti per la maggiore come individui opportunisti, privi di empatia, che badano solamente ai propri affari non preoccupandosi se qualcuno potrebbe subirne le conseguenze.
Ed ecco che in un battito di ciglia passiamo da un'ambientazione prettamente naturale, primordiale, di boschi, praterie, caverne e montagne, ad una Costantinopoli esotica, seducente, attraente ma pericolosa, che mi ha un po' rievocato una più moderna Las Vegas, dove i vizi degli uomini in tutte le loro forme prendono finalmente vita e consistenza.
Infatti la giovane Halla dovrà scontrarsi con diversi grattacapi e situazioni non del tutto chiare, come la corruzione in un ambiente ecclesiastico che dovrebbe essere prettamente spirituale ma che si attacca invece ad una questione di materia, di mero denaro, oppure all'opportunismo e agli intrighi che veleggiano in un'alta società che dovrebbe dare il buon esempio ma che invece si abbandona ad ogni genere di peccato, approfittando della sofferenza della povera gente.
Ecco quindi che la città abitata da esseri umani viene vista dalla bambina come niente altro che un luogo in cui i più deboli soccombono e i più forti accumulano sempre più potere ( è interessante anche il momento in cui vengono introdotte le scommesse sulle corse dei cavalli e i dialoghi tra Halla e i cavalli, impunemente sfruttati per fruttare soldi).
Ovviamente ciò che ho apprezzato maggiormente è il richiamo a figure appartenenti alla mitologia norrena, come Odino, le Norne, le Valchirie e il riferimento al Valhalla come casa di accoglienza per gli eroi, o alla mitologia classica (viene citata anche Demetra) e ad ogni cosa che in qualche modo potrebbe richiamare i miti e le leggende su cui è basato il mondo dalla notte dei tempi.
Il viaggio di Halla è in tutto e per tutto una fiaba e perché no, potrebbe essere anche una fiaba di formazione, con tutti i significati reconditi che vi troviamo all'interno, una fiaba da raccontare a fior di labbra, la notte, ad un bimbo che non vuole smettere di sognare, che vuole continuare a credere in creature un po' burbere come gli orsi o brillanti come i draghi.
Non vi aspettate colpi di scena scoppiettanti o sconvolgimenti eclatanti: avendo la struttura di una fiaba, questa breve storia potrebbe risultare anche piuttosto piatta.
Concentratevi piuttosto sul significato, su ciò che Halla vuole raccontarvi, su ciò che potreste vedere coi suoi occhi, perché solo in quel modo potreste davvero capire cosa si cela dietro le magiche parole di questo libricino.
Halla è una bimba selvatica cresciuta da tantissimi creature diverse che ha saputo però identificarsi più avanti solo e soltanto in sé stessa, nelle sue capacità, nelle sue emozioni e anche nelle sue paure.
Che siate orsi, draghi o eroi, non è mai troppo tardi per viaggiare leggeri.
LA MIA VALUTAZIONE
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Ps. Se vuoi leggere un approfondimento su Odino e le Norne clicca qui
Pps. Qui sotto trovate anche tutti gli altri profili che hanno partecipato a questo splendido evento!
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