TRAMA ALICE NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE
Alice si annoia, seduta in giardino, quando all'improvviso
compare un coniglio bianco con panciotto e orologio. La bambina gli corre
dietro: scopre così che a infilarsi nella tana di un coniglio si può
precipitare in un pozzo le cui pareti sono arredate con credenze, quadri e
scaffali, e finire in un mondo pieno di meraviglie. Un pasticcino con la
scritta "mangiami" la fa allungare come un cannocchiale, un ventaglio
magico la rende così piccola che rischia di annegare nelle sue lacrime. Al tè
del Cappellaio Matto il Ghiro dorme mentre Alice e la Lepre Marzolina cercano
di risolvere gli indovinelli. E sulla partita a croquet della sanguinaria
Regina di Cuori aleggia impalpabile e beffardo il sorriso del gatto del
Cheshire...
RECENSIONE
"Ma io non voglio andare fra i matti!" osservò Alice.
"Bè, non hai altra scelta" disse il Gatto "Qui siamo tutti matti. Io sono matto. Tu sei matta."
"Come lo sai che sono matta?" disse Alice.
"Per forza" disse il Gatto "altrimenti non saresti venuta qui."
Ma buongiorno anime lettrici!
E benvenute in questa recensione che attendevo di presentarvi da una vita, dato che si tratta di una storia che fa parte della mia storia.
Di una storia che ha avuto una forte importanza nella mia infanzia e che ancora adesso mi fa sognare ad occhi aperti: sto parlando di Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Carroll.
Grazie a Rossella di Twinsta Book e alla Oscarvault che ha lanciato questa splendida edizione dedicata a tre delle storie più famose ispirate al mondo dell'infanzia, ho potuto dedicarmi ancora una volta al bizzarro mondo di Alice e delle sue meraviglie, arricchito anche dalle graziose illustrazioni originali in bianco e nero di cui Carroll si assicurò in prima persona fossero assolutamente fedeli a ciò che voleva trasmettere e rappresentare.
Parlando appunto dell'edizione, ci troviamo al cospetto di un mattoncino di più di cinquecento pagine, con una copertina decorata minuziosamente e degli interni mozzafiato in cui si alternano disegni di stampo vintage a cornici formate da piante e fiori.
In particolare, sappiate che non ci sono solamente le tre canoniche storie di Alice, Dorothy e Wendy, poiché oltre ai soliti libri noti, troviamo anche il seguito di Alice nel paese delle meraviglie, ovvero Alice attraverso lo specchio e quello che vi trovò, e per Wendy troviamo invece Peter Pan nei giardini di Kensington e Peter e Wendy.
Fatte queste premesse, torniamo a parlare della mia Alice!
Alice è un personaggio un po' controverso, ispirato alla piccola Alice Liddell, una fanciulla realmente esistita famosa per aver attirato le attenzioni di Carroll, il quale le avrebbe dedicato l'intera storia ( si dice per ammaliarla e farla cadere ai suoi piedi).
Come vi ho già detto sul mio articolo dedicato allo scrittore e a ciò che di lui esiste nell'opera ( lo trovate qui ), Alice nel paese delle meraviglie è una favola creata apposta per distrarre i bambini , e pure gli adulti diciamocelo, dalla routine schiacciante di ogni giorno.
Nel mondo di Alice nulla ha un senso, e la stessa bambina inizialmente annoiata dalla pesantezza di un caldo e monotono pomeriggio, decide di mandare tutto al diavolo per seguire un bizzarro coniglio bianco col panciotto all'interno di una tana.
Il bisogno di Alice di scappare dalla noia, di evadere, di dedicarsi a qualcosa che non siano i suoi doveri da brava bambina aristocratica, la porta a cadere in un mondo dove la razionalità non esiste, dove ognuno può fare ciò che vuole senza venir mai rimproverato.
"Brilla, brilla, pipistrello!
Sarai topo o sarai uccello?
Nella quiete della sera
voli come una teiera.
Brilla, brilla..."
In Alice nel paese delle meraviglie i neonati hanno il grugno di piccoli maialini, i gatti sorridono a trentadue denti, i cappellai sono matti e con loro siedono su lunghi tavoli imbanditi anche dei ghiri che soffrono di evidente narcolessia e delle lepri pazze ed isteriche.
Le regine tagliano la testa a chiunque la pensi diversamente da loro e le guardie reali sono delle carte da gioco monodimensionali che dipingono le rose di rosso per evitare la decapitazione.
Ciò che di questo mondo mi ha sempre affascinato, tuttavia, oltre all'ambientazione puramente fantastica e ai personaggi totalmente bizzarri e nonsense (io sono un'amante sfegatata del nonsense sappiatelo!), è l'uso di poesie e filastrocche totalmente insensate e disarticolate, ma che ho scoperto poi avere uno scopo ben preciso: Carroll, infatti, le avrebbe inserite nella sua storia come una sorta di insegnamento pedagogico, in modo che i bimbi in procinto di imparare la lingua potessero scorgere qua e là inesattezze ed errori di pronuncia ed imparare così le parole e le frasi in modo corretto.
"Era brillosto, e i tospi agìluti
facean girelli nella civa;
tutti i paprussi erano mélacri,
ed il trugòn striniva."
Se nel primo libro dedicato ad Alice troviamo un universo in cui vengono introdotti i vari protagonisti e le loro pecche ( la Regina di cuori rappresenta in tutto e per tutto l'ira, il Cappellaio il bipolarismo ed in certi casi, se si vuole scavare a fondo, una velata depressione, la Lepre marzolina l'isterismo e una buona dose di follia) e la stessa Alice è una ragazzina che vuole trovare un posto nel Paese delle meraviglie e cercare di comprenderne i meccanismi, il tutto condito da un'atmosfera piuttosto giocosa, nel secondo volume, Attraverso lo specchio, la bimba impara a conoscere ciò che la circonda e in qualche modo la storia si tinge di sfumature più cupe, bene adatte alla crescita interiore di Alice che alla fine diventa Regina.
Mentre l'Alice del primo libro è una bambina piuttosto ingenuotta ed in cerca di una certa identità, nel secondo diviene consapevole di sé stessa e di quello che le sta attorno, nonostante il tutto sia permeato da uno spesso strato di assurdità e paradosso!
"Dello Specchio ai soggetti disse Alice in festa:
"Ho lo scettro nel pugno, e la corona in testa.
A pranzare venite tutti quanti testé
con la Regina Rossa, quella Bianca e con me!"
Alice è l'infanzia che non vorremmo mai lasciare andare, la paura di crescere, il timore di diventare grandi e di non riuscire più a tornare nel nostro Paese delle meraviglie personale, quel senso di disagio che cresce a contatto con una società che ci vorrebbe in un certo modo, omologati, che ci fa sentire accettati o che è la prima ad escluderci, che ci desidera forti come adulti, ma mansueti come bambini.
Alice è l'eroina del paradosso e dell'assurdo, un richiamo alla spensieratezza, quella di cui, soprattutto oggi, avremmo davvero bisogno, una storia che tutti i bimbi dovrebbero conoscere ed amare.
LA MIA VALUTAZIONE
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Questa recensione è bellissima, si vede che hai fatto un sacco di ricerche, davvero complimenti!!
RispondiEliminaGrazie mille ♥️
EliminaCiao :)
RispondiEliminaBellissima recensione :)
Ho amato la storia di Alice nel paese delle meraviglie.
Leggermente di meno il secondo volume.
(AlessandraNekkina9372)
Una recensione stupenda! Non ho ancora letto il libro ma lo recupererò al più presto. Sono felice di aver trovato un'altra amante del nosense perché è un genere sottovalutato che io adoro!
RispondiEliminaHo recuperato questo libro proprio grazie all'edizione della Oscar
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