lunedì 26 ottobre 2020

Recensione "Le donne del fiume" - Tala Masca

 

TRAMA 

In Sardegna, dove il potere matriarcale ha messo in riga la prepotenza dei padri, le figure femminili più forti stanno tra realtà e mitologia. Le Bruje e le Coghe si aggirano come donne normali, influiscono su scelte e decisioni, ma possono prendere forma animale e spostarsi da un luogo all'altro in un battito di ciglia. Il cattolicesimo, con lo scopo di sottometterle, le ha relegate al ruolo di strega malvagia, ma il nostro retaggio pagano le ha mantenute sacre.

 Diego è un uomo di successo, indipendente dalla sua famiglia d'origine e felicemente sposato con Monia, che ancora lo attrae dopo dieci anni di matrimonio. Il giorno del suo trentaseiesimo compleanno, tuttavia, la vecchia cicatrice che gli deturpa il fianco inizia a bruciare come fuoco e una donna fino ad allora sconosciuta gli compare nella memoria prendendo possesso dei suoi ricordi più remoti. Si trova poi costretto a tornare a casa per la morte del padre, ma soprattutto per ritrovare questa donna che lo attira nel luogo natio da cui era fuggito quasi vent'anni prima: un paese rurale ricco e silenzioso, in cui un lungo muro di fango, paglia e pietre dietro la chiesa parrocchiale funge da barriera alla dissoluzione. Sono due le donne che hanno vissuto oltre questa chiusura: le donne del fiume.

RECENSIONE 

"Le bruje sono streghe, no? Ancora si crede a 'ste cose?"
(...) "Tamara non era una bruja vera e propria. Era una giovane di una bellezza sconvolgente, come sua madre la Coga che si pensava succhiasse il sangue ai bambini non battezzati."


Come vi ho già accennato nel mio profilo Instagram, questo libro mi ha donato molto in termini di emotività. Mi ci è voluto un bel po' per prendere ed elaborare ogni informazione appresa durante la lettura, in modo da poter essere il più chiara possibile ad esporre ciò che ho provato e sentito.
"Le donne del fiume" parla di tradizione, di antiche credenze, ma soprattutto di superstizione, quel tipo di superstizione che deriva dall'ignoranza, che striscia tra la gente provocando una specie di isteria di massa. Ma partiamo dalle origini. Vi ho detto che vi avrei spiegato in poche parole chi fossero le bruje, le coghe giusto per donarvi un'ampia panoramica su questo libro e i suoi molteplici significati.
Secondo il folklore sardo, la Coga (o Bruxa) è semplicemente una strega, una strega che di notte si intrufolerebbe nelle case della gente per succhiare il sangue ai bimbi appena nati (soprattutto maschi) e che avrebbe l'aspetto di un'orribile vecchia che possiede una corta coda dalla nascita; la Coga sarebbe in grado di assumere molteplici forme, e secondo le credenze popolari sarebbe la settima figlia di una famiglia di sole femmine.


"Corvo che si era tramutato nella Coga, vestita di un succinto drappo che, a detta di molti, erano i suoi lunghi capelli avvolti attorno alle fini caviglie d'uccello."


La figura della Coga nel libro assume un significato totalmente diverso: l'autrice ha scelto infatti di ispirarsi certo alla figura del tradizionale folklore, ma racchiudendola nella forma sinuosa ed affascinante di una donna di bella presenza ed estremamente connessa alla natura.
Ora, la trama se volete la trovate ovunque, persino qui sopra, lo sapete bene che io non faccio mai una recensione parlando della trama, preferisco bensì parlare delle metafore, dei significati che la lettura nasconde, perchè mi diverto a scovare ciò che la scrittrice o lo scrittore vuole trasmetterci attraverso le parole.
La scena di apertura si apre su una coppia di marito e moglie apparentemente normali, se non fosse per gli incubi così vividi e ricorrenti di lui che rischiano di mandare a monte il matrimonio e che già lo stanno minando come una termite che inesorabile sgranocchia la gamba di un tavolo di legno.
Ci imbattiamo quindi nel primo tema di fondo, il tema del tradimento, del sospetto, della passione che a lungo andare va affievolendosi sostituita dal timore che uno dei due se la faccia con qualcun altro.
La paura del tradimento porta entrambi i coniugi a chiudersi nei loro rispettivi gusci, senza tentare di affrontare ciò che temono di più: un confronto diretto, il dialogo, ciò che a volte manca in una coppia e che provoca così lo sgretolarsi del rapporto.
Diego e Monia sono descritti e caratterizzati davvero in modo azzeccato, ognuno coi propri pensieri, ma soprattutto coi propri dubbi e le proprie paranoie, le proprie ansie che vincono a volte sulla razionalità.
Ho apprezzato molto anche come è stata descritta l'ambientazione, in modo poetico e quasi selvaggio, a descrivere sì i tipici paesi dove vive una ristretta comunità di persone che si conoscono da sempre e che condividono le stesse credenze, ma anche il luogo in cui vive la presunta coga con la figlia, la Forra del Diavolo, un luogo al di fuori della vita mondana, più a contatto con la natura selvatica e che sembra possedere vita a sua volta (la Forra viene descritta quasi come un individuo dotato di vita propria, che si adegua ai sentimenti delle sue abitanti, che sembra rispecchiarli e sputarli fuori con violenza).


"La Coga era arrivata, rivestita di piume di civetta oppure trasportata dal vento in piccoli frammenti, per erigere la sua dimora durante una sola notte sulla sponda più larga del fiume dietro la casa parrocchiale. Qualcuno diceva che si fosse materializzata sulla riva, altri che fosse stata generata dalla Forra del Diavolo."


Il secondo tema, diciamo, predominante della lettura, oltre al sottile velo di esoterismo e magia che si possono intuire attraverso tra alcuni frasi e che impregnano delicatamente le pagine di questo libro, è senz'altro la superstizione del popolo, le credenze popolari.
Essendo una vicenda ambientata tra passato e presente, è proprio in quel passato che sembra sepolto che invece troviamo tutte le risposte di cui abbiamo bisogno per capire il presente.
Parliamo di una piccola realtà di paese dove esiste una ferrea fede cristiana e dove le donne più disinibite di altre e dai modi più accattivanti vengono viste automaticamente come delle poco di buono, escluse perciò dalla comunità religiosa e relegate a ruolo di streghe.

"Quando fu avvistata le prime volte, gli uomini e le donne avevano seguito il suo incedere con animo differente. I primi restavano totalmente ammaliati e confusi; le seconde, notandone la fiera e selvatica bellezza, si segnavano il petto spingendo i mariti a cambiar strada."


Quante donne sono bruciate sul rogo molti anni fa solo perché abili nell'uso di piante ed erbe mediche, o perché donne indipendenti che rifiutavano le avances dei sacerdoti che poi puntualmente le condannavano alla pira, incapaci di beccarsi un rifiuto?
Ecco, in questo libro la superstizione è più forte di qualsiasi cosa e, sospinta dall'ignoranza e da una massiccia dose di sfortuna (neonati che purtroppo morivano soffocati nella culla dal proprio rigurgito e per la morte dei quali ad ogni modo venivano incolpate le cosiddette coghe), porta ad atti di violenza inaudita del gregge nei confronti dell'individuo indifeso.

Come ho interpretato io l'intera faccenda?
Le donne del fiume, ossia la Coga e sua figlia Tamara, altri non sono che donne forti, indipendenti, che rifiutano l'oppressione dei dogmi religiosi e che godono della natura e dei suoi frutti senza avere il timore di essere scoperte ed additate come vecchie megere; dalle altre donne del posto vengono considerate come rovina famiglie, ma in realtà sono individui liberi che vivono liberamente la propria sessualità e che non si vergognano di tale condotta.

Purtroppo la bigotteria del gregge porterà ad un atto riprovevole e becero, ma durante la lettura si noterà che il confine tra ciò che è reale e ciò che è magico, occulto, risulta essere molto sottile , di conseguenza non sapremo mai se ciò che viene visto ed interpretato dalla comunità sia effettivamente ciò che vede anche la parte lesa, ovvero le donne della Forra.

Lo stile di scrittura suadente ed avvolgente non vorrà mai farvi staccare da questa intrigante lettura, fidatevi, è talmente magnetico che difficilmente riuscirete a scostare gli occhi ( io in primis ho provato la sensazione); noterete che ci saranno molti altri temi di sottofondo a fare da contorno a questo libro, come l'omertà di una donna che nonostante conosca le colpe del marito, lascia correre per il quieto vivere, per la cosiddetta facciata, per mantenere positiva l'opinione degli altri nei propri confronti, ma ovviamente è bello che li scopriate anche voi!

Il libro di Tala Masca va vissuto, vi posso solo dire questo, e io non posso che ringraziare Io me lo leggo Editore per avermi fatto incappare in questo piccolo gioiellino letterario.

LA MIA VALUTAZIONE 

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giovedì 15 ottobre 2020

Recensione "Coraggio" - Soren Petrek


 TRAMA

“Coraggio” è un romanzo di Soren Paul Petrek, un thriller storico ispirato alla storia di una giovane donna belga che ha aiutato molti bambini ebrei a fuggire dalla persecuzione nazista.


Una volta giunta al fronte, Madeleine Toche scopre che suo fratello è stato ferito a morte durante l'attacco lampo condotto dai tedeschi contro la Francia, all'inizio della Seconda guerra mondiale. La morte del fratello e lo stupro subito per mano di uno soldato delle SS alimentano il suo desiderio di vendetta e conducono Madeleine su un sentiero fatto di morte e violenza.


RECENSIONE

"I soldati muoiono, Madeleine, succede sempre. Yves vorrebbe che continuassimo a combattere."


La vendetta è un piatto che va servito freddo, questo Madeleine Toche lo sa bene e ne farà un esempio pratico ogni giorno della sua vita da quando quel maledetto soldato nazista le ha messo le mani ovunque, violandola nella sua femminilità e nella sua dignità. 
Madeleine è una giovane donna cresciuta troppo in fretta, che oltre al grave vuoto lasciato dal fratello Yves morto al fronte, dovrà far fronte a qualcosa di gran lunga peggiore: l'abominio dello stupro.
E sarà proprio da quell'orrendo giorno, in cui il suo essere donna viene profanato da un viscido ufficiale tedesco, che deciderà di voler fare qualcosa di più per il suo amato paese, la Francia, e di conseguenza per tutta la sua gente, soprattutto i bambini.
La ragazza collabora già con i membri della Resistenza locale, ma presto si ritroverà invischiata in affari più grossi, che vanno ben oltre la sua immaginazione, tra intrighi e sotterfugi politici fuori dalla sua portata, e verrà addestrata a diventare un'assassina, colei che ucciderà gli esponenti più influenti della Germania nazista, destinata ad agire nell'ombra come un fantasma senza farsi scoprire poiché il rischio di essere catturata e torturata rimane altissimo!

"Molti cecchini dell'Armata Rossa erano donne con più di duecento uccisioni a testa ed erano i cecchini migliori. Avevano pazienza e mantenevano il controllo. Tenevano a bada le emozioni, regolando la frequenza cardiaca e la respirazione. La combinazione era letale."


Ebbene sì, se mi seguite già da un pochino, saprete che ultimamente mi sono buttata a capofitto nella lettura di romanzi storici ambientati soprattutto nel periodo della Seconda Guerra Mondiale, in particolare quelli dove il totalitarismo più temuto della storia ha dilagato in Europa gettando profonde radici nella Germania del ventesimo secolo.
La vicenda, infatti, si svolge durante la guerra, gli ebrei vengono visti come una minaccia e di conseguenza i più famosi campi di concentramento vengono inaugurati per liberarsi di loro e di tutte le minoranze che mettono in pericolo l'integrità della razza ariana.
Madeleine vive gli orrori della guerra in prima persona, prima perdendo il suo adorato fratello ferito a morte al fronte, e poi subendo quello che nella realtà molte donne a quei tempi furono costrette a sopportare portandosi dietro un pesante fardello: la violenza sessuale.
Nonostante tutto la ragazza rimane spaventosamente lucida e fredda, tanto che il suo desiderio di vendetta viene continuamente nutrito dagli orrori della guerra, per poi portarla ad attuare ciò che nessuno si potrebbe aspettare da lei: diventa infatti un'assassina addestrata. Fredda. Spietata. Guidata dall'odio verso chi ha soffocato il suo paese con la violenza e la crudeltà senza distinzioni di ogni tipo.

Sebbene all'inizio ammetto di aver fatto un po' di fatica ad entrare in empatia con la storia e la protagonista, dalla metà del libro in poi la scrittura diventa sempre più incalzante ed accattivante.
Mi spiego meglio. Nelle prime pagine, ovviamente, veniamo introdotti a quella che è la situazione globale in quel dato momento della storia, e quindi ci vengono esposti diversi punti di vista in cui veniamo catapultati nelle vite di chi milita per liberare l'Europa dalla morsa ferrea del Nazismo e viceversa in quelle di chi lo sostiene ciecamente, anche attraverso l'uso della violenza più efferata.
Tra le varie sfaccettature di trama, ci imbattiamo anche nei pensieri della stessa Madeleine, che piano piano si trasformerà in una letale macchina da guerra che non desidera altro che far fuori più SS possibili, appoggiata dal  SOE dove conoscerà anche l'affascinante Jack Teach, l'unica ancora di spensieratezza che può concedersi nella sua vita ormai contrassegnata da innumerevoli omicidi.

"Era furiosa e pensava di aver perso la possibilità di avere la sua vendetta. Aveva la bocca aperta, alla ricerca di ossigeno. << La morte è facile, vero?>> urlò tra sè, sentendo a malapena il battito del sangue nelle orecchie sopra a tutta quella rabbia.


Cosa dovete aspettarvi se leggerete Coraggio?
Innanzitutto, mi è piaciuto moltissimo come è stato costruito il personaggio di Madeleine, anche se tuttavia avrei voluto che fosse più approfondito ( ci si concentra di più su ciò che fa la donna piuttosto sul ciò che prova e pensa e secondo me questa cosa rende difficile al lettore entrare in sintonia col personaggio), tuttavia la scelta di voler rendere una donna un'assassina spietata e calcolatrice è a parere mio davvero molto azzeccata! Nel libro infatti siamo in un'epoca dove le donne non vengono considerate al pari degli uomini, men che meno nell'universo militare, perché lo stesso Churchill nella vicenda viene descritto scettico e reticente alla proposta di addestrare una donna a diventare un pericoloso omicida, scetticismo che sarà destinato a crollare quando lo stesso le affiderà l'ultimo incarico, quello decisivo, il più rischioso, dove quasi sicuramente potrebbe venire uccisa.
Le donne quindi covano vendetta e desiderio di uccidere proprio come gli uomini, e Madeleine diventerà presto il terrore della Gestapo e di tutti gli SS, verrà ribattezzata l'Angelo della Morte e nessuno sa quando e dove si trovi, dato che è sempre in costante fuga dal nemico, avvolta dalla sicurezza delle ombre in cui opera.

Coraggio, inoltre, parla anche di una guerra combattuta da chi non l'avrebbe mai desiderata, esponendo con feroce verità ciò che veniva compiuto da chi si considerava di razza pura nei confronti di coloro che sospinti da un ideale di pace e giustizia soccombevano nella maniera più inumana possibile.
Coraggio è una storia di coraggio e grande forza, di uomini impegnati al fronte per estirpare il male di una politica malata e razzista, di donne violentate che cadute a pezzi si sono ricostruite e hanno deciso di rendere la vendetta un piatto di cui nutrirsi ogni giorno, fino alla fine dei giorni, fino alla fine della guerra.

Madeleine è una donna che decide di rialzarsi continuando la sua vita a testa alta, concentrandosi sugli obiettivi e, possibilmente, riuscendo a portarli a termine. 
Madeleine è una donna con i suoi dubbi, le sue sofferenze, le sue malinconie e la nostalgia di quella che una volta era la sua casa e che ora rimane solo un flebile ricordo; è una donna buona, sensibile, attenta e perspicace. Madeleine uccide per vendetta, si trasforma di notte, diventa un'assassina letale che tutti temono e che tutti conoscono, è una tigre nascosta nell'ombra più densa.
Ma se alla fine Madeleine uccidesse per passione?

"Spinti dalla passione si potrebbe arrivare a uccidere indiscriminatamente, e ciò può condurre in un luogo dal quale non si torna mai indietro del tutto."


LA MIA VALUTAZIONE

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martedì 13 ottobre 2020

Blogtour Le Cronache di Alaster - Drago - Approfondimento sulla figura del drago


"(...) Ma il Drago del Vuoto era geloso dei suoi fratelli e donò ai mortali l'avidità, avvelenando tutte le razze e provocando così la fine del mondo stesso e l'estinzione di gran parte delle razze. Il mondo era avvolto da fiamme e caos, e i Draghi lottavano tra di loro."


Buongiorno lettori! 
Oggi vi porto via con me per farvi conoscere ed esplorare la figura tanto affascinante quanto letale e pericolosa della creatura alata più amata da grandi e piccini nei racconti, nelle fiabe, nei libri e nei film fantasy: il drago.

Nel libro di Leonardo si sa ancora gran poco di queste bestie possenti, tuttavia la leggenda che viene narrata all'inizio, prima di conoscere ancora tutti i protagonisti, vorrebbe queste creature come la specie più vicina ed affine a quella dei Divini, gli esseri che hanno creato il mondo milioni di anni prima.
In principio i draghi erano sei, il Drago Dorato del Sole Nascente, il Drago Rosso della Fiamma Vitale, il Drago Verde della Natura, il Drago Blu del Cielo Splendente, il Drago Bianco delle Stelle Brillanti e il Drago Nero del Vuoto Notturno.

Questi esseri potenti misero insieme i loro poteri per creare il mondo coi suoi abitanti, un mondo che non conosceva avidità, disprezzo, dolore ed invidia; ma il Drago del Vuoto, geloso dei suoi fratelli avvelenò l'umanità instillando in essa il seme dell'avidità e così provocò la fine del mondo e lo scontro tra i suoi stessi fratelli.
Dopo molte battaglie, finalmente, i cinque draghi sconfissero il Drago del Vuoto e lo esiliarono, evitando così che il mondo precipitasse nel caos totale.
In seguito a questi combattimenti nacque l'Arcipelago del Drago, dove sorge la scuola di Magia...

Nel libro i Draghi vengono adorati come delle divinità, e ci sono anche dei templi dedicati a loro, con a capo gli Alti sacerdoti del Drago. Nonostante ciò, la figura del Drago viene accennata gran poco, ovviamente perché si tratta del primo libro di una saga e quindi ci troviamo al cospetto di una corposa introduzione al mondo magico di Jordin, ma troviamo comunque una differenza sostanziale tra la creatura mitologica che tutti noi conosciamo e quella che lo scrittore vuole presentarci: il Drago, infatti, può in questo caso essere un ibrido tra la bestia dalle squame lucenti dell'immaginario collettivo e un semplice essere umano. Scoprirete quindi che un essere umano può nascondere dentro di sé la forza di un Drago, una forza dirompente che preme per essere liberata, una forza distruttiva forte e letale, avvolta dalle più roventi fiamme.
Ovviamente non voglio svelarvi di più altrimenti potrei incappare in qualche fastidioso spoiler, tuttavia vorrei approfondire un po' di più l'argomento, aggrappandomi ad alcune fonti che ho trovato nel web e che potrebbero soddisfare qualche vostra curiosità su questa figura mitologica.
Vediamo di conoscerla più da vicino!



Il termine Drago deriva dal latino Draco, a sua volta derivante dal greco Drakon, che significa letteralmente serpente (infatti possiamo trovare varie somiglianze con il rettile, come il corpo ricoperto da squame lucenti e le spire per avvolgere e soffocare la preda).
Nella cultura occidentale, il Drago è una figura mitologica che molto spesso viene ricondotta a scenari di distruzione e morte, mentre in quella orientale viene descritta come portatrice di abbondanza, bontà e fortuna.

Nell'antica Roma e nell'antica Grecia, il termine veniva utilizzato per indicare grossi ma innocui serpenti che fungevano da animali domestici e non era raro trovarlo citato nelle opere in cui realtà e mito si fondevano per creare le leggende che noi tutti conosciamo.
Secondo Fedro, infatti, il Drago nella favola La volpe e il Drago, simboleggia il peccato capitale dell'avarizia e si trova a guardia di alcuni misteriosi e preziosi tesori.
Come possiamo ben immaginare, invece, in Cina era il simbolo per eccellenza della famiglia imperiale, assieme alla splendida fenice, come rappresentante di grande saggezza e potere.
Secondo la leggenda il drago assomiglierebbe in tutto e per tutto fisicamente ad un rettile, avrebbe il sangue caldo, deporrebbe le uova e avrebbe un'alimentazione prettamente carnivora.
Se parliamo di creature che assomigliano alla figura del Drago, invece, ne possiamo trovare di svariate, basti pensare all'anfittero, un drago dalle grandi ali ma senza zampe che viene anche chiamato Serpente piumato, e che vive nella Mesoamerica, oppure il lindorm, un drago che solitamente viene raffigurato negli stemmi araldici e che possiede due gambe ma al quale mancano le ali.
Una particolare menzione, visto che le troviamo anche nel libro di Leonardo, va alle viverne, draghi con due zampe ed una lunga coda serpentina ed uncinata, utilizzate come cavalcatura dagli orchi e dai goblin dell'esercito nemico; a loro modo sono draghi anche l'idra, che si caratterizza per essere un drago dalle innumerevoli teste, e l'anfisbena, un drago senza ali nè zampe, munito di due teste.
Insomma, se spulciamo tra i miti e le leggende troviamo un sacco di riferimenti a questa creatura che ormai fa parte dell'immaginario fantasy da moltissimi anni e che ritroviamo anche in alcune pellicole cinematografiche di culto, come George and the Dragon, oppure Dragonheart, per non parlare appunto dei libri, numerosissimi, dove ci possiamo imbattere in queste meravigliose e spaventose bestie alate ( i primi esempi che mi vengono in mente sono Eragon e Il priorato dell'albero delle Arance, ma ce ne sono tanti altri ancora!).

Sperando di aver acceso un po' della vostra curiosità nei confronti di questa creatura e soprattutto di questo libro, vi invito a seguire le altre tappe di questo fantastico blogtour dedicato ad Alaster ed al mondo che lo circonda, sia mai che possiate incrociare lo sguardo ambrato di qualche Drago!








domenica 4 ottobre 2020

Recensione "Iskida of the land of Nurak" - Andrea Atzori

 
TRAMA

In un mondo in cui domina la Magia degli Elementi, popolato da spiriti animali e all’ombra di ancestrali torri di pietra, Iskìda, una giovane strega, combatte insieme ai suoi amici le forze oscure che minacciano la Terra di Nurak. Ma proprio quando la guerra tra Clan è imminente, la ragazza scopre di possedere speciali poteri onirici di “Camminatrice di Sogni” che le permettono di vedere in sogno la realtà. Riuscirà Iskìda a riportare la pace a Nurak?

Terra di Nurak, terra antica di Dei e Giganti, trentadue i Clan, trentadue i Segni Astrali, trentadue le Lune e quattro gli Elementi della Magia. Sottile è il velo che separa sonno e veglia, sogno e realtà,e nel sangue degli Erranti è il potere di varcarlo.

RECENSIONE

"Fai attenzione, Curatrice. Solo perchè sei stata perdonata in passato non vuol dire che non cadrai. Il Vento del Caos non ha mai smesso di soffiare...dovresti continuare a temerlo."


Buongiorno lettori e buona Domenica! 
Finalmente, e dico finalmente, riesco a parlarvi di questo libro-rivelazione che mi ha rapito il cuore sin dalle prime pagine! Sto parlando della Trilogia di "Iskida della terra di Nurak", una trilogia fantasy tutta basata sul folklore delle nostre terre mediterranee e sarde scritta da Andrea Atzori e targata Condaghes Edizioni, che io ho avuto il piacere di leggere in inglese.

Innanzitutto l'inglese con cui è stato tradotto il libro di Andrea non è un inglese complicato, anzi, per me che non mi reputo una madrelingua né una grande esperta della lingua, è stato comprensibile e chiaro, ovviamente l'unica difficoltà sta nell'uso di termini specifici del mondo della magia e dell'esoterismo che forse a molte persone rimangono estranei e quindi non del tutto accessibili (in caso basta cercare nell'astruso mondo del web e troverete tutte le risposte!).
Per il resto, invece, la storia scorre fluida, senza momenti di stasi particolari, anzi, le vicende si snodano attraverso una trama magica, spirituale, astrale, presentando un'ambientazione minuziosa e ricca di tutti gli elementi che formano un buon fantasy.

Non vi parlerò della trama perchè potete trovarla ovunque ed in ogni caso potete benissimo farvi un'idea vostra sul libro soltanto leggendolo, ma piuttosto vorrei concentrarmi su come sia stato costruito questo mondo magico basato su vecchie storie del folklore della nostra terra, in particolare quello sardo e quello mediterraneo, entrambi ricchi di riferimenti esoterici non del tutto indifferenti.

La protagonista è Iskida, una giovane ragazza che proviene dalla terra di Lun, un territorio selvaggio, prevalentemente boschivo ed impervio, ma nel momento in cui il libro inizia, la ragazza si trova a Jar, dove viene per la maggior parte del tempo discriminata dai ragazzini del posto che la apostrofano come Bruja. Eh già vi dice qualcosa?
Non a caso ho scelto questo nome per la mia rubrica magica su Instagram, dove parlo di esoterismo ed occulto a ruota libera, e quale termine se non bruja, che significa letteralmente strega, poteva essere più adatto allo scopo?
Ebbene il termine bruja ha un'etimologia piuttosto incerta, ma si pensa che affondi le sue origini proprio nella cultura iberica, nei tempi in cui si utilizzava per indicare la donna che si dicesse praticasse l'antica arte della stregoneria.
Iskida, infatti, è una Dream walker, una strega che ha il potere di camminare nei sogni e di vedere così la realtà nel mondo onirico che a molti sfugge, una sorta di potente veggente che scorge il futuro non appena le sue palpebre appesantite dal sonno si chiudono.
Accanto a lei, onnipresente, c'è Ino, il suo molosso nero, il suo famiglio, che la segue ovunque e che la protegge, incutendo timore a chiunque incroci il suo cammino, e Sisiné, una giovane amazzone non del tutto iniziata al clan.

Parallelamente alla storia di Iskida, si sviluppa quella di Karel ed Alise, fratello e sorella figli del capo clan della città di Sàa, che si rivela essere rivale proprio di Jar, per via degli strani rapporti che intrattiene con i Mercanti, un misterioso popolo che cela il volto dietro a pesanti e bizzarre maschere e che si vocifera essere composto da demoni assetati di potere e ricchezza.

Sarà proprio l'eterna ostilità tra i clan a promettere lo scoppio di una guerra, una guerra antica quanto il mondo ed in cui i nostri protagonisti saranno invischiati fino ai capelli: riusciranno ad evitarla o i clan inizieranno a combattere proprio come fecero anni ed anni or sono, guidati da una rabbia cieca e primordiale?

Questo non ve lo dirò di certo io, però vorrei focalizzare l'attenzione prima sui personaggi, che sono stati ben delineati e costruiti, ognuno col proprio carattere, le proprie paure, i propri dubbi e i propri sentimenti; prendiamo ad esempio Iskida, una ragazza introversa, poco avvezza al contatto con gli sconosciuti e piuttosto diffidente, e se vogliamo definirla anche un pò burbera, sola e che combatte quotidianamente contro la discriminazione di un popolo che non è il suo, che la definisce strega anche per il suo modo di isolarsi dal mondo e di preferire la natura agli uomini.
Come sua controparte abbiamo invece Karel, un ragazzo coraggioso, impavido e curioso, figlio di un capo clan, che di conseguenza conosce ed abbraccia il proprio ruolo nella società senza timore, ma che dovrà nascondere la sua vera identità per la sopravvivenza.

Il ruolo dell'esoterismo in questo libro è rilevante, se non predominante e io personalmente l'ho amato davvero alla follia, dato che si fonda appunto sui miti e le leggende dei nostri nonni e bisnonni, ma vediamo di parlarne in modo più approfondito!

Un particolare seppur effimero che mi ha colpita all'inizio e che mi è piaciuto tantissimo è sicuramente l'età dei personaggi, che viene contata in lune, segno di una civiltà simil preistorica politeista che si basa sull'uso della magia antica, primordiale, sulla magia e la divinazione degli antenati, delle rune, delle costellazioni.
Troviamo vari esempi di divinazione arcaica, come quella attuata attraverso le criniere dei cavalli o la loro corsa, oppure quella più comunemente conosciuta delle rune nella quale si cimenta la nostra coraggiosa Iskida, divinazione che viene vista un po' come limitante dalla sua mentore, la vecchia Lianda, guaritrice di Jar, incarnazione perfetta del matriarcato nel suo villaggio.
Nel libro, infatti, oltre a creature fantastiche come possono essere i Giganti, che vengono descritti come esseri imponenti e particolarmente severi data la loro origine divina, muti nel loro esilio e creduti estinti, possiamo trovare anche le più reali Amazzoni, donne valorose in battaglia ed estremamente forti e resistenti, accompagnate giorno e notte dai loro fedeli destrieri, e poi faremo la conoscenza di streghe e stregoni dai più svariati poteri, in grado di padroneggiare la terribile magia nera e l'uso di veleni letali e sostanze pericolose, oppure in grado di curare anche le malattie più gravi, e ancora che comandano orde di animali su cui esercitano il loro potere immenso.
Oltre a tutto ciò, ci imbatteremo anche in spiriti della natura, e spiriti più antichi, spiriti degli elementi, degli antenati, di esseri vecchi quanto il mondo, giunti sulla terra per guidare gli umani nel corso delle loro vite. A proposito di elementi, verrà nominato Akasha, il quinto potere elementale, lo spirito della creazione che si è sacrificato per riempire il Vuoto che precede il mondo, e dal quale nacquero il Dio e la Dea (una credenza prettamente pagana quella di affiancare alla Dea madre la controparte maschile che nella sua fertilità contribuisce a far girare incessantemente ed in modo costante la ruota dell'anno).

Insomma, tanti protagonisti da scoprire, luoghi da visitare e guerre da combattere, sotterfugi e tradimenti da smascherare in questa trilogia che nonostante la mole scorre velocemente grazie anche alla presenza di capitoli brevi arricchiti dalla graziosa presenza di simboli sotto al numero del capitolo stesso e grazie allo stile narrativo che va al dunque, seppur condito da descrizioni esaurienti e dettagliate.
Un altro dettaglio che ho adorato è il numero a piè di pagina circondato a destra e a sinistra da due falci di luna che si danno le spalle e che rendono l'edizione ancora più mistica e spirituale, adatta agli argomenti trattati!

Se mi seguite da un pò sapete che la mia attrazione per l'esoterico e l'occultismo è sempre stata un punto fermo nella mia vita ed era da tempo che non leggevo qualcosa che rispecchiasse in qualche modo le tradizioni di una terra che è anche la mia, ricca di leggende e folklore che probabilmente vengono tramandate di generazione in generazione anche al giorno d'oggi, attraverso testi e testimonianze di chi ha praticato in passato l'arte della magia antica.
Sono rimasta affascinata dal tono dolce e melodioso che questa trilogia offre, quasi come se per tutto il tempo fossi rimasta a leggerla in riva al mare cullata dal dolce rumore delle onde, magari accanto ad uno scoppiettante falò, dove sopra la mia testa intricate reti di stelle si muovono a formare delle splendide costellazioni. 
L'astronomia e l'astrologia sono sempre state alla base delle vecchie religioni, ed ancora oggi esercitano su di noi un potere così misterioso quanto ancora sconosciuto; la vecchia religione che praticavano le antiche civiltà che hanno camminato su questo pianeta prima di noi si fondava anche sul culto dei morti e degli antenati, che si credeva potessero guidare le scelte dei vivi attraverso segnali considerati inequivocabili. Tutti riti e credenze che ai giorni nostri rischiano di scomparire, purtroppo, perchè non c'è abbastanza interesse, perchè manca il tempo, perchè si ritengono ridicoli e poco credibili, perchè la connessione con la natura è una cosa che ormai non ci si può più permettere.
Quindi, se avete bisogno di tutto ciò, di tornare alle origini, di scavare per ritrovare le radici di un'epoca passata e dimenticata, di tornare a venerare gli antenati e ricordare coloro che non ci sono più, di guardare ancora le stelle con altri occhi, di sentirvi parte della natura che vi circonda, leggete questo libro, perchè ha davvero molto da raccontare.

LA MIA VALUTAZIONE 

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