giovedì 9 maggio 2024

Recensione "The Scottish Boy" - Alex De Campi

TRAMA
 
1333. Edoardo III è in guerra con la Scozia. Il diciannovenne Sir Harry de Lyon desidera mettersi alla prova e coglie al volo l'occasione quando un potente barone inglese, William Montagu, lo invita a partecipare a una missione segreta con una dozzina di cavalieri d'élite. Cavalcano verso nord, fino a una fortezza scozzese in rovina, catturando il ragazzo ferino e mezzo affamato che vi si trova e mettendo a ferro e fuoco gli altri abitanti. Ma nessuno sa perché il fiore all'occhiello della cavalleria inglese si sia intrufolato oltre il confine per catturare un adolescente selvaggio e sporco. Montagu affida il ragazzo a Harry come suo scudiero, con due sole regole: non farlo scappare e convertirlo alla causa inglese. All'inizio non c'è speranza: Il ragazzo scozzese è scontroso e violento. Poi Harry comincia a notare alcune cose: che, oltre al gaelico, il ragazzo parla un francese impeccabile, con un accento molto diverso da quello normanno di Harry. Che sa anche leggere il latino. Con Iain come scudiero, Harry vince un torneo dopo l'altro e diventa il favorito del re. Ma sotto lo sfarzo si celano diversi segreti...

RECENSIONE

Ehilà lettori!
Benvenuti o bentornati nell'angolo libroso di Mandragora e caffè!
 
Oggi torno dopo un bel po' di tempo con una nuova recensione tutta dedicata ad un libro che aveva tutte le premesse per entrare nella top ten dei miei preferiti, ma che invece si è rivelato un clamoroso fuoco di paglia: sto parlando del romance storico The Scottish Boy, di Alex De Campi.

Parto col specificare che ho comprato questo libro perché ho sostanzialmente tre punti deboli letterari (in questo momento più che mai), ovvero i romance MM, l'ambientazione medievale e le belle copertine. 
Ammetto che qui ho trovato tutte e tre queste caratteristiche e mi sono fatta prendere un po' troppo la mano. 
La copertina è davvero splendida, con queste due spade incrociate su un letto di ricami floreali che sembrano fatti di velluto, e i ghirigori color acciaio attorno ne accentuano l'eleganza. 
Ma non sempre l'abito fa il monaco, ed eccomi qui con la prima delusione dell'anno, un libro che di potenziale ne aveva tanto, ma che purtroppo non l'ha sfruttato a suo vantaggio. 
 
Ciò che mi ha delusa più di tutto è forse il fatto che questo romance storico abbia un sacco di lacune dal punto di vista, appunto, dell'accuratezza storica. 
Era iniziato bene, a dire il vero, ed ero anche piuttosto entusiasta della lettura, ma poi è arrivato il momento in cui uno dei due protagonisti diventa cavaliere non si sa nemmeno come, e continua a ricevere meriti che NON merita con espedienti davvero ridicoli e poco attendibili per quello che concerne l'epoca; è arrivato il momento in cui non appena i due personaggi principali incrociano i propri sguardi, si innamorano perdutamente ed eternamente l'uno dell'altro...e mi sono cadute le braccia, è stato inevitabile.
 
Altra nota negativa: l'argomento dell'omosessualità trattato con una frivolezza che mi ha fatto accapponare la pelle. 
A quel tempo l'omosessualità, e vi prego di correggermi se sbaglio, era un reato punibile con l'impiccagione o addirittura col rogo, ma in questo libro tutti sanno, compresi uomini di chiesa, preti, vescovi, e persino sceriffi, della relazione tra Harry, nobile inglese, e quello che dovrebbe essere il suo prigioniero, il suo (cito testualmente) cane scozzese Iain, ma nessuno sembra essere colpito da tale situazione.
E sì, cari lettori, c'è chi li scopre. 
E sì, c'è anche chi tenta di farli condannare non appena li coglie nell'atto vero e proprio, ma alla fine le stesse persone che sono a conoscenza della cosa, vanno avanti con la loro vita come nulla fosse, disprezzandoli certo, ma pur sempre facendo finta di non aver visto niente. Ma volete dirmi che a quell'epoca se si scopriva qualcosa del genere non si urlava subito all'eresia? Al peccato? Soprattutto se a scoprire la cosa era qualcuno come uno sceriffo o un vicario?
Per quasi tutto il libro ho come avuto l'impressione che la trama si svolgesse in modo debole, ripetitivo e disarticolato, nonché ridicolo e quasi paradossale. 

E poi, a parte la scarsa ambientazione storica che si limita ad un paio di striminzite descrizioni su opulente residenze nobiliari e decadenti tendopoli allesistite alla bell'e meglio nei campi di battaglia, vogliamo parlare del fatto che uno dei due ragazzi è letteralmente prigioniero dell'altro, ha visto la sua stessa madre morire per mano dei compagni dell'altro,  ma dorme nella sua stessa stanza, sul pagliericcio accanto al suo letto?Cos'è, un pigiama party?

Ma poi per quale motivo Iain, il prigioniero scozzese, viene dato ad Harry? 

Per quale motivo Harry, un nobile giovanissimo ed orfano, indebitato fino al collo, dovrebbe occuparsi di un ragazzino che da subito si dimostra ostile nei suoi confronti, che oltretutto lo minaccia ogni tre per due ricordandogli come una cantilena quanto abbia voglia ammazzarlo nel più crudele dei modi? ( e gli uccide pure il cavallo, io non l'avrei perdonato manco a nerbate).

Alla fine lo scoprirete il perché, e preparatevi perché sarà un motivo così assurdo ed impensabile che le braccia cadute all'inizio del libro, vi torneranno in sede e cadranno di nuovo (e non cadranno solo quelle, fidatevi).

Oltre a questo, dovrete sopportare le stesse identiche scene ripetute per quattrocento pagine, intervallate da altrettante scene di sesso infilate nella storia completamente fuori contesto perché probabilmente va di moda ( ah, in questo libro le ripetizioni della parola “uccello" si sprecano, diventerete degli ornitologi alla fine sappiatelo) e abituatevi al fatto che appena uno dei due respira, all'altro si infiammano inguine e lombi. 

Non me la sento comunque di bocciare totalmente questa lettura, perché ho trovato che gli scambi di battute, seppur siano dialoghi che potrebbero essere perfettamente adattabili alla nostra epoca, e alcuni momenti di tenerezza tra i due ragazzi siano molto teneri, ma a mio parere serviva sicuramente una ricerca più approfondita riguardo l'epoca di ambientazione: credo sia sempre un azzardo e un rischio scrivere un libro storico, di qualsiasi genere, perché bisogna assolutamente informarsi e studiare molto bene il lasso temporale in cui lo si vuole sviluppare, così da evitare situazioni un poco spiacevoli. 

Le scene delle battaglie non mi hanno trasmesso granché, perché appunto non le ho trovate accurate e credibili, e nemmeno i personaggi, purtroppo, hanno saputo scatenare quelle certe sensazioni che mi fanno dire “Sì! È stato un bel libro! Sì, mi ha fatta emozionare!".

Encefalogramma piatto, proprio, e mi dispiace, perché il potenziale c'era, ma non è stato sfruttato al meglio. 

Ah, e vorrei anche sottolineare la presenza fastidiosa di refusi ed errori praticamente ad ogni pagina…mi chiedo se sia stato fatto un editing attento e pignolo, ma ciò che ho letto dimostra leggermente il contrario. 

E non aspettatevi uno slow-burn. Qui divampa tutto alla velocità della luce, appena uno dei due vede l'altro si innamora immediatamente e ne rimane folgorato.

E non pensate nemmeno che sia un enemies to lovers come viene definito: gli enemies qui durano il tempo di un battito di ciglia, dopo poche pagine si stanno già toccando come dei furetti arrapati.

Fine. 

Come direbbe qualcuno, UN MARE DI DILUDENDO.

Chiara


 

martedì 26 marzo 2024

Recensione "Home Team" - Alexandra Rose

 

TRAMA

Drew Miller ha sempre voluto frequentare la Fallwood University, un college di Division 1, grazie a una borsa di studio sportiva. 
Il Basket è infatti una delle sue passioni.
Quando scopre l'identità del suo compagno di stanza, pensa che si tratti di una coincidenza, un assurdo caso di omonimia.
Perché non può essere davvero quel Greyson Quinn.
Il suo ex migliore amico, la persona che odia più di chiunque altro al mondo.

Greyson Quinn desidera giocare nell'NBA.
La borsa di studio alla Fallwood University gli permetterà di competere ad alti livelli nel torneo universitario e, quindi, di essere a un passo dal suo sogno.
Solo che...non aveva previsto lui.
Drew Miller.
Il suo ex migliore amico, la persona che ha perso due anni prima.
Alleati sul campo, ma nemici fuori, il loro sarà uno scontro all'ultimo canestro, dove passato e presente si mescolano e la posta in gioco sono i sentimenti.
Sarà possibile soffocarli oppure ne saranno travolti?


RECENSIONE

Ehilà lettori! 
Benvenuti o bentornati nell'angolo libroso di Mandragora e Caffè
Dopo quelli che mi sembrano eoni, torno finalmente sul blog con una nuova veste, e soprattutto con una nuova recensione! 
E che recensione! 
Perché il libro di cui vi voglio parlare oggi è sicuramente una lettura che esce totalmente dalla mia comfort zone, e che probabilmente, sono sincera, fino a qualche tempo fa non avrei mai preso in mano. Spoiler: avrei fatto un enorme errore, e ora vi spiego il perché. 

Home Team di Alexandra Rose è uno sport romance (premetto che io non ho MAI letto sport romance, non che me ne ricordi almeno) ambientato in un college americano, che ha come protagonisti due ex-amici, diventati acerrimi nemici, e che alla fine si riconcilieranno non senza prima affrontare una massiccia dose di difficoltà. 
La vicenda si sviluppa su due filoni temporali, ovvero il presente, dove i due ragazzi si detestano già in seguito alla loro separazione ma si trovano a dover convivere in modo forzato nella stanza del college che hanno scelto entrambi di frequentare, e il passato, dove l'autrice ci racconta cosa ha provocato il loro brusco e violento allontanamento, nel periodo prima e durante l'adolescenza.

Drew è un po' come molti di noi: non gli piace stare in mezzo alla gente, non gli piace molto fare amicizia, sta sempre sulle sue, preferisce la compagnia degli animali a quella delle persone, ed è anche parecchio diffidente, aspetto che si può anche giustificare visto che il più delle volte viene isolato dai suoi coetanei perché etichettato come lo strambo della situazione. 
Ed è gay dichiarato. 
È consapevole del fatto che gli piacciono gli uomini e non si dà tanta pena nel nasconderlo, perché è completamente in pace con sé stesso. O almeno questo è ciò che noi vediamo nel presente, perché nel passato il coming out non è stato proprio all'acqua di rose. 
Il suo migliore amico Greyson non l'ha infatti accettato. 
Gli risulta strano che Drew non gliel'abbia mai confidato. 
Gli fa male che Drew gliel'abbia detto in un momento totalmente sbagliato. 
E in quel momento sbagliato, Grey non riesce ad accettare il fatto che il coming out di Drew l'abbia in qualche modo risvegliato
Perché Grey è confuso
Combatte contro sé stesso e contro i suoi sentimenti. 
Contro il suo stesso corpo. 
E negli anni continua a reprimere quel ronzio fastidioso di sottofondo che torna a tormentarlo senza sosta, nonostante lui tenti di soffocarlo. 

Grey è tutto il contrario di Drew. 
Se Drew, coi suoi capelli neri e gli occhi come due pozzi scuri, rispecchia l'archetipo della luna, Greyson è un sole accecante. 
L'incarnazione del bel ragazzo biondo, allenato e con due occhi chiari che tolgono il fiato. L'incarnazione dell'espansività, del voler stare in compagnia, del voler per forza fare andare bene ogni cosa, anche quando il mondo sembra precipitare sopra la sua testa. 
Drew ama la musica e il basket.
A Grey il basket scorre nelle vene. 
Drew ha sempre battute caustiche e sarcastiche pronte sulla punta della lingua; Greyson ha sempre una parola di conforto per chi non trova pace. 
E a parere mio il contrasto tra queste due personalità si nota tantissimo grazie alla bravura dell'autrice nel saperle delineare, soprattutto nei momenti in cui Drew e Grey si scontrano: è lì che escono tutte le loro diversità e i loro punti in comune.

Tutti i personaggi di questo libro sono caratterizzati bene, possiedono uno spessore importante, che va oltre la semplice pagina di carta, che ti entra dentro e ti permette di calarti nei loro panni e provare e sentire ciò che loro stessi provano e sentono. 
E non sono solo i protagonisti della vicenda ad essere raccontati in modo profondo ed incisivo, ma anche le tematiche di una certa importanza in cui ci imbattiamo nel corso della lettura. 
Alexandra ha saputo gestire con delicatezza, ma soprattutto senza cadere nel banale, temi ostici come possono essere appunto la scoperta della propria sessualità e la confusione e la frustrazione che possono derivare da essa, il coraggio di fare coming out , beccandosi tutte le conseguenze, anche le più dolorose, del caso, il tabù dell'omosessualità in uno sport come può essere il basket, la sofferenza del trovarsi invischiati in un amore non corrisposto, e la fine di un'amicizia su cui poi si dovrà nuovamente ricostruire un rapporto di fiducia. 
Si nota inoltre che c'è della ricerca dietro al lato che riguarda lo sport della pallacanestro e delle sue regole: questo è uno sport romance dove lo sport mantiene una posizione di spicco e non fa solo da contorno alla storia d'amore. 
Troviamo termini tecnici propri di questa disciplina, nonché una buona dose di nozioni che riguardano l'NBA, quindi è palese che l'autrice abbia compiuto delle ricerche minuziose, informandosi per bene prima di buttarsi sulla stesura del testo.


Una nota di merito, oltre all'aspetto appena menzionato, va sicuramente allo stile di scrittura scorrevole, semplice e diretto, ma non per questo privo di quella scintilla che scatena le emozioni nel lettore; il gergo utilizzato è quello tipico dei ragazzi del college, alle volte non proprio forbito, ma che nonostante tutto non scade nello squallido e nel volgare. 
Home Team è stata una scoperta davvero interessante per me, sotto tantissimi punti di vista. 
Era da molto tempo che non leggevo un libro che fosse in grado di catturare la mia attenzione e di farmi venire continuamente voglia di proseguire con la storia per sapere come si sarebbe sviluppata: nonostante siano circa 600 pagine la lettura procede liscia come l'olio, senza intoppi e senza difficoltà, appunto perché Drew e Grey sono accattivanti, magnetici, e risulta difficoltoso staccarsi da loro! 

Le emozioni che questo libro mi ha regalato sono state molteplici e dalle mille sfumature. 
Ci sono stati momenti dove avrei voluto prendere a sberle Drew per il suo essere così duro e stronzo con Grey, e dove avrei voluto frustare Grey per il suo voler risultare sempre così fottutamente perfetto, anche nei momenti peggiori della storia, anche quando ogni cosa gli crollava addosso ed era impossibile ricomporne i pezzi. 
Questi due ragazzi sono riusciti a farmi commuovere, mi hanno trasmesso una tenerezza disarmante, mi hanno fatta arrabbiare, mi hanno fatta riflettere, mi hanno resa orgogliosa del loro percorso travagliato, della loro crescita personale e mi hanno fatta innamorare del loro amore, intenso, dirompente e alle volte doloroso. 

Se è tutto questo ciò che cercate in uno sport romance MM (compreso lo spicy, che non guasta mai e che qui fa alzare notevolmente la temperatura uff) , allora Home Team è proprio ciò che fa al caso vostro!


PS. Attualmente l'autrice ha iniziato a pubblicare su Wattpad uno spin-off riguardante due personaggi che si trovano su Home Team! Se vi siete affezionati o vi affezionerete a Drew e Greyson, sono certa che anche questa ship non vi deluderà!

A presto!

Chiara