martedì 22 febbraio 2022

Recensione The chosen one vol. II - "La maledizione della regina" - Daphne Stalwart

 

TRAMA

Stagione della Luna.

Karidian Wingdragon, Comandante dell'Esercito Supremo, deve vendicare il rapimento di Victoria Legendragon nel Regno di Saildragon. 
Dopo la nefasta guerra contro i Centauri, gli animi umani sono cambiati e la magia è tornata più forte che mai: con un clima gelido e nevoso, nuove minacce e nuovi tornei oscuri sono all'orizzonte.

Magie, streghe, draghi, Fae e animali sovrannaturali si intrecciano con le problematiche dei reami e l'imminente matrimonio tra Victoria e William. 
Nulla è come sembra... e anche la stessa profezia porterà la futura regina a fare scelte indelebili: vita o morte.

Amore o dovere.

Rovina o leggenda.

RECENSIONE 

Buongiorno lettori e bentornati nel mio blog con una nuova, esplosiva recensione!
Oggi sono così contenta e fiera di parlarvi di un libro che ha lasciato dentro di me un solco profondo che difficilmente riuscirò a limare e a cui mi sono affezionata probabilmente più del volume precedente.
Il libro in questione è La maledizione della regina, secondo volume della saga di The chosen one, medieval fantasy scritto da quella birichina di Daphne Stalwart che ringrazio infinitamente per la mastodontica copia e per la fiducia, nonché per tutti gli scleri che ha dovuto sopportare in direct da parte della sottoscritta (un giorno sarai premiata Daf promesso!).
Se siete curiosi di recuperare la trama del primo volume con annessa recensione SPOILER FREE, vi lascio qui il link ! E ora bando alle ciance e partiamo! Ci sono moltissime cose da dire e proverò ad essere veloce e coincisa (non è nelle mie corde, quindi se uscirà un pippone portate pazienza ma leggete fino alla fine perché ne vale la pena!).

Premessa: anche questa recensione sarà rigorosamente SPOILER FREE!
Detesto gli spoiler e nelle mie recensioni, a meno che non sia super strettamente necessario, non ne troverete MAI

L'urlo straziante l'aveva cambiata. In quella stanza, Victoria aveva percepito il vento degli Inferi entrarle nell'anima e il dolore penetrarle il cuore di fuoco.
La sua era un'anima impura, peccaminosa e colpevole che era stata ferita con il più affilato dei pugnali. 
E su quella nave costellata di sogni e avventure, Victoria ipotizzò la fine...ma era solo l'inizio.

Dopo la mitica guerra dei Centauri, la magia bandita dal continente torna a galla a minacciare l'equilibrio degli otto regni, e con essa tornano alla ribalta anche due nuove realtà introdotte con mostruosa prepotenza: sto parlando dei regni di Faedragon e Wickedragon, rispettivamente governati dai Fae e da streghe e stregoni.
Come ho già accennato anche all'autrice, i due nuovi regni sono davvero una bomba, non solo per quanto riguarda l'ambientazione (ho amato quella di Wickedragon, tetra ed oscura come una sorta di Sleepy Hollow maledetta, con gli edifici scuri e la perenne penombra) , ma soprattutto perché con essi vengono intrecciati alla storia anche dei nuovi personaggi, più o meno rilevanti.
Se penso ai Fae, il mio pensiero schizza immediatamente alla temeraria Aeghena Windothynn, combattente spietata, sarcastica e tagliente come pochi, è divenuta già dalle prime volte in cui l'ho incontrata, una dei miei personaggi preferiti, soprattutto per il suo percorso e la sua evoluzione.
In questo secondo volume di più di 700 pagine, infatti, non troveremo moltissima azione, anzi la troviamo a sprazzi certo, ma la caratteristica preponderante del romanzo è l'introspezione dei personaggi.
L'autrice ha voluto scendere nelle viscere dei protagonisti per portarci su un vassoio d'argento i loro lati nascosti, quelli che nel primo libro ci è stato concesso soltanto di sbirciare, e quindi vedremo la storia da diversi punti di vista e probabilmente succederà che in alcuni momenti rivaluteremo alcuni di loro, così come non ci aspetteremo mai certi tipi di atteggiamento da altri.
La maledizione della regina è un inno all'essere umano, alle sue forze e alle sue debolezze, ai suoi peccati, ai suoi desideri più efferati e alle sue disillusioni, ma anche ai suoi dolori e agli orrori del passato che tornano ad infestare i sogni del presente.
E riferendomi a tale introspezione, ci terrei a fare due parole sui personaggi che più mi hanno emozionata o che mi hanno un po' stupita, sia dal punto di vista negativo che positivo.
Partiamo da quelli che a parere mio hanno avuto un percorso evolutivo più importante rispetto agli altri, ovvero Dario e Victoria.
Nel primo volume il principe Wealthagon viene dipinto come uno stronzo senza compassione, calcolatore e manipolatore, cinico e meschino (ma ha anche dei difetti tranquilli), eppure qui in questo secondo libro la corazza metallica che lo protegge subisce degli urti così forti che affiorano alcune crepe. 
Scopriremo lati di lui di cui ignoravamo completamente l'esistenza, quasi alieni rispetto alla sua persona, visto che siamo abituati a vederlo in una certa prospettiva che lo vede come il bad boy per eccellenza, ma comunque pregno di una preponderante morale grigia.
Dario è l'esempio perfetto di personaggio grigio, ambiguo, che non si sa bene da che parte vuole stare (sicuramente la sua è il posto giusto ma dettagli) e che teme come molti quel sentimento che stravolge interi mondi e divampa come disastrosi incendi: l'amore.
Ora, non voglio dilungarmi troppo su come si sviluppi Dario nel corso della storia, ma imparerete a conoscerlo e a conoscere la sua vita, nonché il suo passato, comprendendo poi (o forse no?) il perché di alcuni atteggiamenti che lo contraddistinguono e che lo rendono celebre nel continente.
La cosa è una: o finirete per amarlo ancora di più, o probabilmente qualcosa si incrinerà e lo guarderete con occhio diverso, rendendovi conto che forse il nostro magnetico Dario non cambierà mai i peggiori lati di sé. Lo scoprirete solo leggendo!

"Per essere un re bisogna anche versare il sangue delle persone che si amano di più"

Parlando di Victoria, invece, anche lei ha un'evoluzione non del tutto indifferente.
Nel Richiamo del drago incontriamo una ragazza ancora un po' acerba, forse leggermente spaventata dalle responsabilità che implicano il futuro ruolo da regina, eppure in lei esiste quella fiammella che se alimentata potrebbe divenire un fuoco dirompente.
E quel fuoco esplode proprio in questo libro.
Victoria è consapevole di tutto ciò che le si trova attorno.
Prenderà decisioni. Farà scelte. Sbaglierà. 
Ma tutto ciò che fa, lo fa in virtù dello stesso sentimento che Dario teme: l'amore.
Ed è proprio l'amore che aiuta Victoria a rendersi conto che per diventare la persona che vuole diventare, nel bene o nel male, deve poter accoglierlo e lasciarlo germogliare dentro di sé, che sia l'amore per Karidian, o quello per il suo regno e la sua gente, i suoi amici: Victoria prenderà consapevolezza del fatto che nel continente in cui vive c'è poco spazio per questo sentimento, ma al contempo ce n'è anche un forte bisogno.

"Sono Victoria Adelaide Legendragon. Voi mi avete creata. Voi mi avete dannata. E ora, dal vostro Olimpo, ammirerete la mia rovina."

Il bisogno d'amore sferza anche il cuore del mio personaggio preferito del libro, ovvero Isabella Saildragon, la regina malinconica.
La regina di Saildragon viene costretta ad assumere le redini del regno di suo padre contro la propria volontà, poiché è lo stesso regno che la costringe ad una muta solitudine.
Non mi sento di giudicarla per alcune scelte che compirà soprattutto verso la fine, piuttosto preferisco compatirla, perché Isabella è pur sempre una donna sola col peso di un regno e molte responsabilità sulle spalle, nonché una persona in ricerca costante di affetto, un affetto che cercherà esattamente nella persona più sbagliata del continente.
Se dovessi pensare ad Isabella come ad un sentimento, direi che la prima parola che mi viene in mente è dolore, il dolore di un amore non corrisposto, il dolore della solitudine che brucia come sale su una ferita ancora aperta, il tormento di non poter scegliere il meglio per sé stessa, il dolore per un desiderio di cambiamento che però lei sa che infine non arriverà mai.
Isabella è una commistione di malinconia, arte, seduzione, intelligenza, ingenuità e frustrazione.
Un mare dalle acque scure nei minuti che precedono la tempesta.
Tutto ciò che lei fa, lo fa smossa da tutto questo, di conseguenza non me la sento di puntarle contro il dito, ma di capirla e comprenderla, perché alla fine anche questi stati d'animo sono parte del nostro essere umano.
Tutti sbagliamo. Tutti ad un certo punto della nostra vita ci sentiamo soli. Tutti proviamo dolore.

"E quella notte lunga e gelida, in confronto alla pericolosità dei suoi pensieri abitudinari, fu il nulla."

Personaggi rivalutati in modo positivo anche e soprattutto Eric Wealthagon, fratello quasi timido ed introverso di Dario, sempre pacato e risoluto, ma che si trasformerà radicalmente mostrando la faccia della luna oscura a tutti coloro che hanno anche solo l'idea di mettergli i bastoni tra le ruote, Evan Wealthagon (ma perché la mia vita letteraria qui dentro gira attorno a questa famiglia? Bah!) , coerente nella sua ambiguità, costretto da un passato tenebroso a mostrarsi per ciò che in realtà non è, Evan è quel tipo di persona che per amore potrebbe anche redimersi, ma senza fretta.

"Nessun uomo diventa l'ombra di sé stesso se non è la vita a metterlo a dura prova."

Personaggi rivalutati in modo negativo? 
Nonostante sporadici comportamenti da vero gentleman, Dario si assume la presuntuosità di trattare alcune persone come delle pezze sporche e questo è un atteggiamento che mi ha fatto un po' storcere il naso anche dopo aver scoperto i retroscena del suo passato, perché credo che in certi momenti anche lui abbia contribuito al tracollo generale (in alcune circostanze ci ha dato una bella spinta eh) e il passato non è una giustificazione.
Un punto in meno va anche a Kailja Goldrosagon, che continuo ad ammirare moltissimo, ma su cui ho avuto modo di cambiare leggermente ottica, poiché credo che un po' di correttezza non avrebbe guastato, soprattutto nei confronti delle persone che lei reputa essere amiche.
Altro personaggio assolutamente detestato: William Wingdragon.
Professa di non assomigliare assolutamente al dispotico padre, ne è la fotocopia sputata.
Incoerente ed ipocrita, credo che ne vedremo delle belle nel prossimo volume e io voglio essere in prima fila!

Come già detto anche dalle stories di qualche settimana fa su Instagram, questo libro dà più spazio al romance, e di conseguenza le pagine si infuocano e alcune scene si fanno più spicy, mooolto più spicy.
Diciamo che come non-amante del genere le ho tollerate piuttosto bene, anche se i momenti intimi tra i vari protagonisti forse in alcune circostanze avrebbero potuto essere un po' più brevi, tuttavia sono ben amalgamati alla storia e non risultano essere finti o fuori luogo.
L'erotismo c'è, ma non è pesante e credo che Daphne abbia saputo gestirlo al meglio!

Per quanto riguarda il worldbuilding non aggiungo altro su quello che ho già detto anche in precedenza.
L'autrice sa equilibrare in modo ben pensato le descrizioni, i momenti di azione ed introspezione con le scene di sesso e i dialoghi.
Ho apprezzato davvero molto il fatto che una volta aperto un argomento, Daphne si sia impegnata a trovare una spiegazione per tutto, senza lasciare parentesi aperte o situazioni poco chiare, nonché ho adorato l'inserimento di alcuni dibattiti politici dai risvolti religiosi che possiedono una logica e che non sono campati per aria.
Gestiti molto bene anche le profezie che vedono coinvolti diversi personaggi risalenti al passato, i salti temporali che ci aiutano a comprendere a che punto della storia siamo senza cadere nella confusione più totale, e i numerosi punti di vista in terza persona.
Riuscire a modellare più personaggi, a caratterizzarli e a gestirli tutti assieme potrebbe portare ad un inevitabile minestrone, ma a parere mio la scrittrice ha saputo tirare i fili delle sue marionette in modo magistrale, soprattutto per quanto riguarda i vari intrighi di corte, i tradimenti e i colpi di scena.
Daphne mi ha confessato che nel corso del libro ha seminato qualche indizio qui e là su eventuali risvolti catastrofici della vicenda, ma alcuni colpi di scena, soprattutto nel finale poiché è lì che si concentrano, sono imprevedibili e progettati per lasciare a bocca aperta.

Che cosa posso aggiungere ancora?
Nulla. Leggetelo. Ve lo posso consigliare col cuore perché il mondo creato da Daphne è un mondo duale, che si crogiola nella luce, ma che si sollazza anche con la tenebra, che possiede le mille sfumature di colore che cercate sicuramente in una lettura.
I temi trattati sono lontani dall'essere superficiali.
Gli scontri religiosi tra pagani e monoteisti, la depressione, il passato di abusi e violenze, l'omosessualità in un tempo in cui viene vista come un abominio, la frustrazione di un amore non corrisposto, gli obblighi di corte, l'amore proibito, regni piegati dalla guerra che tentano di risorgere, regnanti che trascurano il proprio popolo per il denaro e la corruzione.
Se ci pensate bene, non sono cose prettamente relegate alla letteratura, anzi, sono purtroppo situazioni che si vivono anche e soprattutto ai giorni nostri.
Fatevi un favore e leggete questa saga.
Vi affezionerete ai personaggi, ai loro modi di fare, ai loro sorrisi, alle loro lacrime, alle loro urla, alle loro imprecazioni, alle loro volgarità, alle loro piccole reazioni, alle piccole e grandi cose.
Vi affezionerete ad ogni regno del Continente, troverete probabilmente una casa, io l'ho trovata dopo tanto pellegrinare a Firedragon dal buon re David, dal pragmatico Caspen e dallo svergognato Brandon, troverete un pezzo di voi stessi in tutti i protagonisti. Vi perderete e vi ritroverete. Ma sarete a casa.

LA MIA VALUTAZIONE

🍂🍂🍂🍂,5 \ 🍂🍂🍂🍂🍂








giovedì 10 febbraio 2022

Recensione "Obscurity" - Gea Petrini

 
TRAMA

Tra intrighi politici, inganni e tormentate storie d'amore, cinque casate governano Talamh, un continente dominato dalla magia. Liv Lars è una ragazza dotata di un potere unico che ha sempre nascosto su ordine della famiglia per mantenere la pace nei cinque stemmi. Le mani di Liv sono ricoperte di cicatrici, segni delle torture inflitte dalla madre per non farle sviluppare la magia dorata. Un’infanzia di orrori che ha spinto Liv a cercare l’amore lontano dalle montagne di Mantor, con il suo ragazzo Aron e gli amici dell’accademia di magia. Solo con il fratello maggiore Finn conserva un legame speciale tra le mura del castello dei Lars.

 Il segreto di Liv però adesso rischia di essere svelato e tutte le sue certezze sono sul punto di crollare proprio mentre a Tentor, la capitale, prendono forza le cospirazioni dei gardon. Sono i guardiani delle scuole e delle città costretti da tre secoli a non praticare la magia. La voglia di rivalsa dei gardon, creature che si nutrono di sangue, infiamma Brenda la giovane visionaria che li guida verso la rivolta contro le casate nel sogno di tornare a essere gli oscuri.

 A Talamh divampa il conflitto e l’amore come l’odio arriva a condizionare le regole del gioco: cosa si è disposti a sacrificare per il potere? 
Obscurity è un fantasy che racconta tradimenti e speranze. E ci mostra le ombre dove sembra esserci solo la luce.

RECENSIONE

"Vedi Niklas io sono questa. Io sono le mie ferite. Sono le mie cicatrici, quelle che vedi e quelle che non si possono vedere."

Buongiorno lettori e benvenuti nel mio caotico angolino di carta ed inchiostro!
Oggi torno con una recensione e nel farlo vorrei parlarvi di un dark fantasy, il primo di una saga intitolata Dark Chronicles, scritta da Gea Petrini che ringrazio davvero tanto per avermi inviato la copia cartacea!
Obscurity è un fantasy oscuro tinto di magia e sangue.
Partiamo dal fatto che ho trovato davvero interessante il mondo che Gea ha creato, e se volete ambientarvi ed orientarvi al meglio nel corso del libro, trovate anche una mappa ben fatta all'inizio, in cui sono raccolti tutti i regni nominati  e che possiedono per ognuno delle peculiarità che li contraddistinguono dagli altri.
Ci troviamo in un tempo in cui la magia viene considerata o solo nera o solo bianca nella maggior parte dei luoghi (nel regno di Hulda ad esempio la connotazione che viene associata alla magia è puramente neutra), le sfumature non esistono e la magia esercitata col favore delle tenebre viene vista come un tipo di potere oscuro al quale hanno accesso le creature più pericolose ed efferate.
La vicenda viene narrata da diversi punti di vista, di cui i principali sono quello della protagonista Liv Lars, principessa temeraria e testarda figlia di uno dei maghi più forti ma anche più meschini di tutti i regni, quello di Aron Sander, il ragazzo di cui Liv è innamorata, erede di una casata di maghi anch'essi potenti, ma più flessibili e razionali dello spietato Dag Lars, ed infine quello di Brenda, una gardon che della magia nera ha tessuto il suo personale vestito.
Parliamo un secondo dei gardon, dato che sono le creature che mi hanno più affascinata dell'intera storia.
Creature nate dalla magia più nera, ovvero la negromanzia, i gardon sono dipinti dall'autrice come una sorta di vampiri che si indeboliscono alla luce del giorno e ricavano forze invece dal momento in cui calano le tenebre. Custodi di un potere immenso come lo può essere la magia della notte, i gardon cospirano per tornare ai fasti di un tempo e prendere il comando di Talamh, sconfiggendo le casate di maghi più forti e piegandoli al loro volere.

"Il dominio del terrore aveva gli occhi neri e i capelli fluenti di una giovane spietata e bellissima."

A capo di questo gruppo di rivoluzionari troviamo la sensuale Brenda attorniata dalla sua schiera di fedeli servitori disposti a tutto pur di servirla ed assicurarsi il suo appoggio, perché in realtà Brenda non può dare amore, o forse non vuole, e risulta essere quindi un personaggio misterioso, calcolatore e restìo ad ogni genere di legame (forse perché si vuole semplicemente tutelare o forse perché le relazioni per lei non hanno la priorità tanto quanto l'ascesa al potere); Brenda rimane tuttavia uno dei miei personaggi preferiti assieme a Liv e sua zia Lacerta, la visionaria di casa Lars.

"Lacerta ricordò quei momenti. Pensò alla sua vita, a tutto quello che le era stato negato solo perché era una donna."

Una cosa che ho apprezzato di questo libro è sicuramente il fatto che le donne descritte dall'autrice sono dotate di una forte morale e di un temperamento ribelle e coraggioso, ognuna a modo proprio.
Se parliamo di Liv, in cui mi sono ritrovata moltissimo, possiamo subito notare che il suo carattere sia per il padre inflessibile una sorta di sfida e crucio per la casata, nonché una cosa da correggere in modo da poterla plasmare a proprio piacimento.
Peccato che Liv non sembra propensa ad essere manovrata dal padre o da qualsiasi altro uomo della storia. Lei è libera, selvaggia, cocciuta e custode di una sofferenza ed un dolore che purtroppo ha conosciuto da molto piccola, ma anche di un potere che, a parte lei, possiede solo un altro mago in tutto il continente e che risulta essere una seria minaccia per il clan dei gardon ( e non solo) : la magia dorata.

"La magia della luce permette di guarire ogni tipo di ferita, ma non le malattie e la morte.
Alcuni di noi nell'antichità però avevano ricevuto un dono speciale: quello di ridare la vita..."

Concentrandoci sugli altri personaggi femminili della vicenda, troviamo Lacerta, maga nostalgica dotata della chiaroveggenza, nonché zia di Liv e sorella di Dag, donna saggia e all'apparenza imperturbabile, necessaria confidente della casata di Mantor ( quella a cui appartiene Liv per capirci), con la quale è impossibile non entrare in empatia, dato che fa parte dell'unica famiglia in cui la parola delle donne non conta e dove regna incontrastata la misoginia.
Questo è un aspetto che non passerà inosservato, dato che più si procede con la storia, più ci si rende conto che tra i Lars solo gli uomini potranno fare strada , mentre gli individui di sesso femminile sono destinati a rimanere sempre un passo indietro, a subìre e tacere.
Una menzione speciale va anche alla giovane e bellissima Freya, indomabile negromante dalla chioma infuocata, pacata ed apparentemente statica, ma che nasconde dietro alla sua facciata un animo burrascoso e vagamente ingannevole, volto a tessere trame per ottenere una posizione di rilievo tra le casate ( non faccio spoiler ma se lo leggerete capirete il perché!).

Se vogliamo parlare dei personaggi maschili, sicuramente uno dei miei protetti è Elias, migliore amico di Brenda, gardon leale e che per il capo dei rivoluzionari sarebbe disposto a vendere anima e corpo, nonché combattente spietato ed amante focoso, e il mago Niklas, uomo tormentato dal passato spinoso che riuscirà a scalfire la corazza che Liv si è costruita attorno, scavando nel suo profondo e portando a galla una sensibilità e sentimenti che la ragazza teneva assopiti dentro di sé.

Personaggio più odiato della storia? Dag Lars, padre di Liv. 
Maschilista, dispotico, viscido e crudele in modo gratuito, viene descritto talmente bene che sarà difficile tollerarlo anche solo per due pagine. Probabilmente l'unico pregio che possiede è il fatto che sappia utilizzare bene la magia per i suoi scopi e per proteggere la sua casata, ma per tutto il resto rimane un vile bastardo.

"Un'altra vita condizionata dalle regole dei Lars. 
Le maestre dei mestieri, l'erborista, l'alchimista, la bibliotecaria, la tessitrice del grimorio, dovevano consacrare la propria esistenza alla ricerca e alla casata.
Non c'era spazio per i sentimenti. Niente marito e niente figli.
-Sono sempre le maghe a pagare-"

Come vi ho già accennato il worldbuilding su cui si basa questo libro viene costruito in modo lineare ed asciutto, senza tanti fronzoli e con particolare attenzione all'azione piuttosto che alle descrizioni.
Ogni casata possiede un tipo di magia, ad esempio, e in base al regno in cui ci si trova, si incontrano diversi ecosistemi che lo caratterizzano.
Vi porto un esempio pratico: Mantor, il luogo da cui proviene Liv, governato appunto dai Lars, è un luogo rigido e freddo, dove l'Inverno governa sovrano e le tenebre giungono presto ad accorciare le giornate. Mi sono immaginata per un attimo Grande Inverno, il regno del Trono di Spade in cui comanda la casata degli Stark, luogo asettico e gelato in cui non esiste il calore del sole, dove le donne non hanno particolare rilevanza e devono farsi valere in qualche modo nei confronti di una gerarchia che le disprezza.
Se invece pensiamo all'ambientazione che vede protagonisti i gardon, possiamo immaginare un luogo permeato di odori e profumi sensuali, colori accesi come il rosso e l'arancio intenso, il velluto nero, tessuti pesanti di tonalità che richiamano il sesso e il sangue, la lussuria e la brama di potere, la spietatezza e la crudeltà, ma anche l'onore, l'orgoglio e la ribellione.

Lo stile di Gea riesce a calarci piuttosto bene nella storia, come vi ho già detto le descrizioni non sono lunghe e pesanti, la prosa risulta fluida ed immediata, e per certi versi alcune situazioni sono raccontate così velocemente che non ci si riesce a concentrare su ciò che provano i protagonisti, alcune emozioni rimangono in superficie e non vanno in profondità, tuttavia ci sono delle scene in cui si può ben intuire lo stato d'animo di alcuni di loro, nonostante l'autrice non ci si soffermi troppo.
Ci sono dei colpi di scena che vi faranno rimanere a bocca aperta, questo ve lo posso assicurare, e tradimenti da parte di persone che sicuramente non vi aspettereste mai, nonché momenti in cui rivaluterete alcuni personaggi che all'inizio potrebbero esservi risultati ostili.

Obscurity è una lettura veloce e gradevole, ci sono scene piuttosto cruente (ma d'altronde stiamo parlando di un dark fantasy quindi ci stanno a pennello) e anche scene piccanti che però non sfociano mai nel volgare e che ben si inseriscono nella storia, rendendo il tutto più omogeneo.
In conclusione, vi consiglio questo libro se siete amanti del genere, se vi piacciono le letture immediate, rapide ed incisive, se cercate personaggi che volete vi rimangano impressi, se vi piacciono i plot twist e i colpi di scena che non avete nemmeno tempo di metabolizzare.

Ringrazio Gea per avermi spedito la splendida copia cartacea in cui troviamo anche le illustrazioni dei maghi più influenti delle casate, così abbiamo anche chiara in mente l'immagine dei personaggi in cui ci imbattiamo, e non vedo l'ora di conoscere il proseguo della storia, soprattutto per conoscere la sorte di Liv, dei Lars e dei miei amatissimi gardon (mi piacciono troppo i cattivi in questa vicenda, sorry not sorry).

LA MIA VALUTAZIONE

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