Stagione della Luna.
Karidian Wingdragon, Comandante dell'Esercito Supremo, deve
vendicare il rapimento di Victoria Legendragon nel Regno di Saildragon.
Dopo la
nefasta guerra contro i Centauri, gli animi umani sono cambiati e la magia è
tornata più forte che mai: con un clima gelido e nevoso, nuove minacce e nuovi
tornei oscuri sono all'orizzonte.
Magie, streghe, draghi, Fae e animali sovrannaturali si
intrecciano con le problematiche dei reami e l'imminente matrimonio tra
Victoria e William.
Nulla è come sembra... e anche la stessa profezia porterà
la futura regina a fare scelte indelebili: vita o morte.
Amore o dovere.
Rovina o leggenda.
RECENSIONE
Buongiorno lettori e bentornati nel mio blog con una nuova, esplosiva recensione!
Oggi sono così contenta e fiera di parlarvi di un libro che ha lasciato dentro di me un solco profondo che difficilmente riuscirò a limare e a cui mi sono affezionata probabilmente più del volume precedente.
Il libro in questione è La maledizione della regina, secondo volume della saga di The chosen one, medieval fantasy scritto da quella birichina di Daphne Stalwart che ringrazio infinitamente per la mastodontica copia e per la fiducia, nonché per tutti gli scleri che ha dovuto sopportare in direct da parte della sottoscritta (un giorno sarai premiata Daf promesso!).
Se siete curiosi di recuperare la trama del primo volume con annessa recensione
SPOILER FREE, vi lascio
qui il link ! E ora bando alle ciance e partiamo! Ci sono moltissime cose da dire e proverò ad essere veloce e coincisa (non è nelle mie corde, quindi se uscirà un
pippone portate pazienza ma leggete fino alla fine perché ne vale la pena!).
Premessa: anche questa recensione sarà rigorosamente SPOILER FREE!
Detesto gli spoiler e nelle mie recensioni, a meno che non sia super strettamente necessario, non ne troverete MAI.
L'urlo straziante l'aveva cambiata. In quella stanza, Victoria aveva percepito il vento degli Inferi entrarle nell'anima e il dolore penetrarle il cuore di fuoco.
La sua era un'anima impura, peccaminosa e colpevole che era stata ferita con il più affilato dei pugnali.
E su quella nave costellata di sogni e avventure, Victoria ipotizzò la fine...ma era solo l'inizio.
Dopo la mitica guerra dei Centauri, la magia bandita dal continente torna a galla a minacciare l'equilibrio degli otto regni, e con essa tornano alla ribalta anche due nuove realtà introdotte con mostruosa prepotenza: sto parlando dei regni di Faedragon e Wickedragon, rispettivamente governati dai Fae e da streghe e stregoni.
Come ho già accennato anche all'autrice, i due nuovi regni sono davvero una bomba, non solo per quanto riguarda l'ambientazione (ho amato quella di Wickedragon, tetra ed oscura come una sorta di Sleepy Hollow maledetta, con gli edifici scuri e la perenne penombra) , ma soprattutto perché con essi vengono intrecciati alla storia anche dei nuovi personaggi, più o meno rilevanti.
Se penso ai Fae, il mio pensiero schizza immediatamente alla temeraria Aeghena Windothynn, combattente spietata, sarcastica e tagliente come pochi, è divenuta già dalle prime volte in cui l'ho incontrata, una dei miei personaggi preferiti, soprattutto per il suo percorso e la sua evoluzione.
In questo secondo volume di più di 700 pagine, infatti, non troveremo moltissima azione, anzi la troviamo a sprazzi certo, ma la caratteristica preponderante del romanzo è l'introspezione dei personaggi.
L'autrice ha voluto scendere nelle viscere dei protagonisti per portarci su un vassoio d'argento i loro lati nascosti, quelli che nel primo libro ci è stato concesso soltanto di sbirciare, e quindi vedremo la storia da diversi punti di vista e probabilmente succederà che in alcuni momenti rivaluteremo alcuni di loro, così come non ci aspetteremo mai certi tipi di atteggiamento da altri.
La maledizione della regina è un inno all'essere umano, alle sue forze e alle sue debolezze, ai suoi peccati, ai suoi desideri più efferati e alle sue disillusioni, ma anche ai suoi dolori e agli orrori del passato che tornano ad infestare i sogni del presente.
E riferendomi a tale introspezione, ci terrei a fare due parole sui personaggi che più mi hanno emozionata o che mi hanno un po' stupita, sia dal punto di vista negativo che positivo.
Partiamo da quelli che a parere mio hanno avuto un percorso evolutivo più importante rispetto agli altri, ovvero Dario e Victoria.
Nel primo volume il principe Wealthagon viene dipinto come uno stronzo senza compassione, calcolatore e manipolatore, cinico e meschino (ma ha anche dei difetti tranquilli), eppure qui in questo secondo libro la corazza metallica che lo protegge subisce degli urti così forti che affiorano alcune crepe.
Scopriremo lati di lui di cui ignoravamo completamente l'esistenza, quasi alieni rispetto alla sua persona, visto che siamo abituati a vederlo in una certa prospettiva che lo vede come il bad boy per eccellenza, ma comunque pregno di una preponderante morale grigia.
Dario è l'esempio perfetto di personaggio grigio, ambiguo, che non si sa bene da che parte vuole stare (sicuramente la sua è il posto giusto ma dettagli) e che teme come molti quel sentimento che stravolge interi mondi e divampa come disastrosi incendi: l'amore.
Ora, non voglio dilungarmi troppo su come si sviluppi Dario nel corso della storia, ma imparerete a conoscerlo e a conoscere la sua vita, nonché il suo passato, comprendendo poi (o forse no?) il perché di alcuni atteggiamenti che lo contraddistinguono e che lo rendono celebre nel continente.
La cosa è una: o finirete per amarlo ancora di più, o probabilmente qualcosa si incrinerà e lo guarderete con occhio diverso, rendendovi conto che forse il nostro magnetico Dario non cambierà mai i peggiori lati di sé. Lo scoprirete solo leggendo!
"Per essere un re bisogna anche versare il sangue delle persone che si amano di più"
Parlando di Victoria, invece, anche lei ha un'evoluzione non del tutto indifferente.
Nel Richiamo del drago incontriamo una ragazza ancora un po' acerba, forse leggermente spaventata dalle responsabilità che implicano il futuro ruolo da regina, eppure in lei esiste quella fiammella che se alimentata potrebbe divenire un fuoco dirompente.
E quel fuoco esplode proprio in questo libro.
Victoria è consapevole di tutto ciò che le si trova attorno.
Prenderà decisioni. Farà scelte. Sbaglierà.
Ma tutto ciò che fa, lo fa in virtù dello stesso sentimento che Dario teme: l'amore.
Ed è proprio l'amore che aiuta Victoria a rendersi conto che per diventare la persona che vuole diventare, nel bene o nel male, deve poter accoglierlo e lasciarlo germogliare dentro di sé, che sia l'amore per Karidian, o quello per il suo regno e la sua gente, i suoi amici: Victoria prenderà consapevolezza del fatto che nel continente in cui vive c'è poco spazio per questo sentimento, ma al contempo ce n'è anche un forte bisogno.
"Sono Victoria Adelaide Legendragon. Voi mi avete creata. Voi mi avete dannata. E ora, dal vostro Olimpo, ammirerete la mia rovina."
Il bisogno d'amore sferza anche il cuore del mio personaggio preferito del libro, ovvero Isabella Saildragon, la regina malinconica.
La regina di Saildragon viene costretta ad assumere le redini del regno di suo padre contro la propria volontà, poiché è lo stesso regno che la costringe ad una muta solitudine.
Non mi sento di giudicarla per alcune scelte che compirà soprattutto verso la fine, piuttosto preferisco compatirla, perché Isabella è pur sempre una donna sola col peso di un regno e molte responsabilità sulle spalle, nonché una persona in ricerca costante di affetto, un affetto che cercherà esattamente nella persona più sbagliata del continente.
Se dovessi pensare ad Isabella come ad un sentimento, direi che la prima parola che mi viene in mente è dolore, il dolore di un amore non corrisposto, il dolore della solitudine che brucia come sale su una ferita ancora aperta, il tormento di non poter scegliere il meglio per sé stessa, il dolore per un desiderio di cambiamento che però lei sa che infine non arriverà mai.
Isabella è una commistione di malinconia, arte, seduzione, intelligenza, ingenuità e frustrazione.
Un mare dalle acque scure nei minuti che precedono la tempesta.
Tutto ciò che lei fa, lo fa smossa da tutto questo, di conseguenza non me la sento di puntarle contro il dito, ma di capirla e comprenderla, perché alla fine anche questi stati d'animo sono parte del nostro essere umano.
Tutti sbagliamo. Tutti ad un certo punto della nostra vita ci sentiamo soli. Tutti proviamo dolore.
"E quella notte lunga e gelida, in confronto alla pericolosità dei suoi pensieri abitudinari, fu il nulla."
Personaggi rivalutati in modo positivo anche e soprattutto Eric Wealthagon, fratello quasi timido ed introverso di Dario, sempre pacato e risoluto, ma che si trasformerà radicalmente mostrando la faccia della luna oscura a tutti coloro che hanno anche solo l'idea di mettergli i bastoni tra le ruote, Evan Wealthagon (ma perché la mia vita letteraria qui dentro gira attorno a questa famiglia? Bah!) , coerente nella sua ambiguità, costretto da un passato tenebroso a mostrarsi per ciò che in realtà non è, Evan è quel tipo di persona che per amore potrebbe anche redimersi, ma senza fretta.
"Nessun uomo diventa l'ombra di sé stesso se non è la vita a metterlo a dura prova."
Personaggi rivalutati in modo negativo?
Nonostante sporadici comportamenti da vero gentleman, Dario si assume la presuntuosità di trattare alcune persone come delle pezze sporche e questo è un atteggiamento che mi ha fatto un po' storcere il naso anche dopo aver scoperto i retroscena del suo passato, perché credo che in certi momenti anche lui abbia contribuito al tracollo generale (in alcune circostanze ci ha dato una bella spinta eh) e il passato non è una giustificazione.
Un punto in meno va anche a Kailja Goldrosagon, che continuo ad ammirare moltissimo, ma su cui ho avuto modo di cambiare leggermente ottica, poiché credo che un po' di correttezza non avrebbe guastato, soprattutto nei confronti delle persone che lei reputa essere amiche.
Altro personaggio assolutamente detestato: William Wingdragon.
Professa di non assomigliare assolutamente al dispotico padre, ne è la fotocopia sputata.
Incoerente ed ipocrita, credo che ne vedremo delle belle nel prossimo volume e io voglio essere in prima fila!
Come già detto anche dalle stories di qualche settimana fa su Instagram, questo libro dà più spazio al romance, e di conseguenza le pagine si infuocano e alcune scene si fanno più spicy, mooolto più spicy.
Diciamo che come non-amante del genere le ho tollerate piuttosto bene, anche se i momenti intimi tra i vari protagonisti forse in alcune circostanze avrebbero potuto essere un po' più brevi, tuttavia sono ben amalgamati alla storia e non risultano essere finti o fuori luogo.
L'erotismo c'è, ma non è pesante e credo che Daphne abbia saputo gestirlo al meglio!
Per quanto riguarda il worldbuilding non aggiungo altro su quello che ho già detto anche in precedenza.
L'autrice sa equilibrare in modo ben pensato le descrizioni, i momenti di azione ed introspezione con le scene di sesso e i dialoghi.
Ho apprezzato davvero molto il fatto che una volta aperto un argomento, Daphne si sia impegnata a trovare una spiegazione per tutto, senza lasciare parentesi aperte o situazioni poco chiare, nonché ho adorato l'inserimento di alcuni dibattiti politici dai risvolti religiosi che possiedono una logica e che non sono campati per aria.
Gestiti molto bene anche le profezie che vedono coinvolti diversi personaggi risalenti al passato, i salti temporali che ci aiutano a comprendere a che punto della storia siamo senza cadere nella confusione più totale, e i numerosi punti di vista in terza persona.
Riuscire a modellare più personaggi, a caratterizzarli e a gestirli tutti assieme potrebbe portare ad un inevitabile minestrone, ma a parere mio la scrittrice ha saputo tirare i fili delle sue marionette in modo magistrale, soprattutto per quanto riguarda i vari intrighi di corte, i tradimenti e i colpi di scena.
Daphne mi ha confessato che nel corso del libro ha seminato qualche indizio qui e là su eventuali risvolti catastrofici della vicenda, ma alcuni colpi di scena, soprattutto nel finale poiché è lì che si concentrano, sono imprevedibili e progettati per lasciare a bocca aperta.
Che cosa posso aggiungere ancora?
Nulla. Leggetelo. Ve lo posso consigliare col cuore perché il mondo creato da Daphne è un mondo duale, che si crogiola nella luce, ma che si sollazza anche con la tenebra, che possiede le mille sfumature di colore che cercate sicuramente in una lettura.
I temi trattati sono lontani dall'essere superficiali.
Gli scontri religiosi tra pagani e monoteisti, la depressione, il passato di abusi e violenze, l'omosessualità in un tempo in cui viene vista come un abominio, la frustrazione di un amore non corrisposto, gli obblighi di corte, l'amore proibito, regni piegati dalla guerra che tentano di risorgere, regnanti che trascurano il proprio popolo per il denaro e la corruzione.
Se ci pensate bene, non sono cose prettamente relegate alla letteratura, anzi, sono purtroppo situazioni che si vivono anche e soprattutto ai giorni nostri.
Fatevi un favore e leggete questa saga.
Vi affezionerete ai personaggi, ai loro modi di fare, ai loro sorrisi, alle loro lacrime, alle loro urla, alle loro imprecazioni, alle loro volgarità, alle loro piccole reazioni, alle piccole e grandi cose.
Vi affezionerete ad ogni regno del Continente, troverete probabilmente una casa, io l'ho trovata dopo tanto pellegrinare a Firedragon dal buon re David, dal pragmatico Caspen e dallo svergognato Brandon, troverete un pezzo di voi stessi in tutti i protagonisti. Vi perderete e vi ritroverete. Ma sarete a casa.
LA MIA VALUTAZIONE
🍂🍂🍂🍂,5 \ 🍂🍂🍂🍂🍂