Lucrezia Donati, durante un ricevimento a Palazzo Medici,
incontra il giovanissimo Lorenzo. Tra i due nasce un amore complice, passionale e travolgente.
Lucrezia e Lorenzo condividono
l’amore per le arti e la conoscenza, sognano un futuro condiviso che possa
accrescere ancor più i fasti di Firenze.
Alla morte di Piero il Gottoso Lorenzo
deve assumere il comando della banca, della famiglia e della città.
Al suo
fianco la madre, scaltra ed ambiziosa, impone una Orsini, questa unione
accrescerà ancor più la rispettabilità dei Medici.
Lorenzo, responsabile del
ruolo caduto sulle sue spalle non oppone resistenza, ma riuscirà a dimenticare
la donna che da sempre ama? E Lucrezia potrà mai dimenticare di aver amato il
Magnifico?
RECENSIONE
"Non sempre si riesce a cambiare e non sempre ci accettiamo per quelli che siamo. La nostra più grande paura forse è proprio quella di essere noi stessi, con le passioni che non riusciamo a spegnere, con i desideri che non riusciamo a far avverare e con i segreti che non riusciamo a trattenere."
Vi è mai capitato di vivere un amore impossibile ma di cui non potevate fare a meno?
Un amore che è croce e delizia al tempo stesso?
Ecco, in questo libro scritto da Annalisa Iadevaia edito Io me lo leggo editore, l'amore impossibile è proprio quello che accomuna i nostri Lucrezia e Lorenzo.
I due ragazzi si conoscono ancora molto giovani, durante una festa a corte de' Medici, dove la passione e l'attrazione scoppiano sin dal primo sguardo. Perchè Lorenzo non è un semplice ragazzo libero da obblighi e continue pressioni, Lorenzo è l'erede di una delle famiglie di banchieri più influenti e potenti di Firenze: i Medici.
"L'amore che ti ha salvata è l'amore che ti ha donato la pace e la libertà."
Ultimamente mi sto appassionando molto ai romanzi storici, ambientati soprattutto nel periodo che va dal Medioevo ai primi anni del Seicento, ma con Io che ho amato il Magnifico avevo timore di leggere la solita, smielata storia d'amore in cui i protagonisti si rincorrono, si lasciano andare ad effusioni davvero pesanti e poi finiscono col vivere felici e contenti. Niente di più sbagliato!
Ammetto che ho intrapreso questa lettura per curiosità, dato che la storia di una delle più potenti famiglie di Firenze e d'Italia mi ha sempre attratta sin da quando ne ho sentito parlare, eppure, io che non sono particolarmente amante delle storie romance diabetiche, sono partita con la lettura aspettandomi di trovare i soliti luoghi comuni sulla tipica relazione proibita che poi si risolve con un bel lieto fine.
La verità è che ho iniziato a leggere questo libro Sabato mattina e l'ho lasciato solamente la sera, quando ormai ero arrivata all'ultima pagina, col mio fragile cuore spezzato ( ero riuscita un pò a ripararlo dopo il finale di Echi in tempesta, ma poi arriva l'autrice di questo libro a strappare nuovamente il cerotto senza alcuna pietà! Ovviamente scherzo. O forse no.).
Innanzitutto partiamo col parlare del contesto storico: una Firenze sfarzosa e potente, curata come una figlia dalla famiglia di banchieri più famosa del tempo, una città che ama i propri regnanti, ma tra le cui strade si nascondono anche le serpi che vorrebbero vederli cadere.
Firenze, infatti, non è tutta lusso, banchetti e dimora di alcuni dei più grandi artisti della nostra storia, come il Botticelli, ma è anche strade sporche, mendicanti negli angoli bui della città, prostituzione, corruzione e cospirazione.
Sembrano saperlo bene i Medici, ora rappresentati dai giovani fratelli Lorenzo e Giuliano, sui quali grava il peso di una potenza economica non indifferente e dai quali la gente si aspetta lo stesso trattamento e la stessa saggezza del nonno Cosimo e del padre Piero.
I due ragazzi non possono lasciarsi travolgere da passioni inutili ed infruttuose, devono adempiere ai loro doveri, sposare le pretendenti di famiglie abbienti che possano donare loro degli eredi forti, astuti ed intelligenti che li succederanno al trono.
Ma non sempre gli obiettivi che ci prefiggiamo finiscono per essere raggiunti e Lorenzo questo lo sa bene quando incontra per la prima volta nei meravigliosi giardini della sua residenza, il dolce sguardo di Lucrezia Donati, la figlia di un mercante che lavora per la sua famiglia, una ragazza troppo modesta per entrare a fare parte della vita a corte medicea.
I due inizieranno una storia d'amore tenera e pudica, fatta di momenti di massima dolcezza e complicità che la madre di Lorenzo non può permettere e a cui deve assolutamente porre fine.
Come? Organizzando un matrimonio combinato con l'erede di una potente famiglia di Roma, Clarice Orsini, donna forte, ma anche calcolatrice e spietata, che dovrà fare i conti con un uomo che la sposerà soltanto per interesse, ma il cui cuore e la cui anima appartengono già ad un'altra.
Io che ho amato il Magnifico è un libro straziante, malinconico e punteggiato da sprazzi di felicità, ma non è un romanzo sereno, dove il lieto fine è contemplato.
Tra le sue pagine troviamo le debolezze, i dubbi e gli struggimenti di una donna che vorrebbe amare liberamente la sua anima gemella, ma che si trova a sbattere addosso ai doveri che egli ha nei confronti della sua città e del suo popolo, all'impedimento, al senso di inadeguatezza, di impotenza, di sconfitta.
Troviamo i pensieri di un uomo dedito alla propria famiglia che sacrifica l'amore della sua vita per il suo ruolo di regnante, che sarà costretto ad unirsi ad una ragazza che non ama, che non accetta, che è diviso tra ciò che è giusto e ciò che il suo cuore chiede, che vorrebbe mettere a posto ogni cosa, ma che non può permettersi di cedere.
Ed ecco che i ruoli di uomo e donna si riducono all'essere forte, al non dover tentennare, al rispettare i propri doveri ignorando i propri sentimenti, al dover accettare che l'amore, quello vero, non potrà mai far parte della propria vita perchè sostituito da ciò che gli altri vogliono per noi, da ciò che è meglio per noi, ma alla fine è veramente meglio per noi rinunciare a qualcosa che ci fa stare bene?
Lucrezia è una ragazzina quando si innamora di Lorenzo, affronta la loro storia con gli occhi trasognati di un'adolescente spensierata, non immagina minimamente a dove la condurrà questo amore proibito. Le loro vite si intrecceranno e si separeranno innumerevoli volte, fino a quando diventeranno adulti e si renderanno conto che, anche se nel letto di altre persone, il loro cuore si apparterrà per sempre. Affronteranno difficoltà, complotti e tradimenti sempre a testa alta, Lorenzo diventerà un regnante fiero e saggio, Lucrezia una donna forte ed indipendente, ma alla fine il loro legame, seppur intralciato dalla distanza e dai compiti di ogni giorno, non si spezzerà mai.
L'ambientazione fiorentina rinascimentale, ricca di arte e cultura, fa da contorno ad una storia d'amore controversa, in cui ogni personaggio avrà la sua parte, come un grande gioco degli scacchi, dove non mancheranno intrighi politici, tradimenti da parte di quelli che si credevano degli amici, passioni destinate a sfiorire, cospirazioni contro una famiglia che ha fatto la storia dell'Italia.
La scrittura di Annalisa è scorrevole e dettagliata, ben adatta al periodo in cui la vicenda è narrata, anche se secondo me leggermente povera di descrizioni che ben avrebbero potuto far raffigurare meglio il contesto, sia di luoghi che di personaggi.
Peccato per alcuni errori e refusi che in ogni caso non rovinano la lettura, ma che non la rendono perfetta come meriterebbe; ho trovato alcuni flashback un pò disorientanti, in quanto non ho ben compreso che lo fossero, credendo che l'autrice stesse continuando a raccontare scene ambientate nel presente.
Nel complesso comunque è un libro che mi è piaciuto molto e che mi ha emozionata.
Ammetto che ha fatto crescere in me la voglia di informarmi ancora di più sulla potente famiglia fiorentina di banchieri, non solo per conoscerne la storia in quanto regnanti, ma anche per soddisfare la mia curiosità sulle passioni e gli intrighi che tentava di celare a corte!
Se qualcuno di voi avesse qualche suggerimento, non esiti a commentare!!
LA MIA VALUTAZIONE
🍂🍂🍂, 5