TRAMANata negli anni '90, studentessa universitaria,
frequentatrice assidua di umani e più bassa di due metri e quindici: Persefone
ha davvero un pessimo curriculum divino. I mortali non la venerano, gli Dei non
la invitano ai loro eventi mondani, e a lei tutto sommato andrebbe bene così. O
almeno crede.
Tutto cambia quando a una conferenza incontra Ade, Dio dei
morti e gentiluomo d'altri tempi. Anche il suo è un bagaglio pesante:
trecentomila anni in più sull'età, cinquanta centimetri in più sulla statura,
almeno venti titoli in più sul nome. Ma è anche l'unico a capire la passione di
Persefone per la giurisprudenza, nonché l'unico che sembri a disagio in mezzo
agli altri Divini tanto quanto lei. Poteva forse non scattare la scintilla?
I due si ritrovano a intrecciare i loro destini e a lavorare
insieme per emettere una sentenza controversa, collaborando a un processo
ultraterreno nel tribunale degli Inferi. E così, a metà tra ironia e serietà,
tra equità e rigore, tra vita e morte, si srotola la rivisitazione (semi)
moderna di un mito che non ha mai smesso di venir raccontato.
RECENSIONE
"La morte profuma di fiori."
Cosa accade quando la Primavera e l'Inverno si innamorano?
Nasce l'Autunno, stagione che personalmente adoro e che è alle porte ormai da giorni, in attesa di palesarsi in tutto il suo splendore!
Quale lettura migliore se non una rivisitazione in chiave moderna del mito che ha dato vita alla credenza che l'Autunno fosse una stagione della ruota dell'anno provocata dall'ascensione negli Inferi della dea della Primavera?
"Vita e Morte si conoscono da molto più tempo."
Ebbene sì, in questo libro di Giulia Calligola il mito viene riportato alla luce in modo tenero, dolce e sensuale, un susseguirsi di eventi che la Ruota ha già deciso tempo addietro dovessero avverarsi.
E così sarà per Persefone, dea della fertilità ancora giovane che si trova a proprio agio tra gli esseri umani, talmente tanto da decidere di mischiarsi tra loro ed iniziare una carriera universitaria alla Sapienza di Roma. Insolito, quanto improbabile, penserete, l'incontro con un affascinante dio dell'Oltretomba che detesta il genere umano e che preferisce passare i secoli confinato in Erebo piuttosto che alla luce della superficie.
Ma la Ruota è imprevedibile e non si sa mai cos'ha in serbo per gli uomini, men che meno per gli dei.
Sarà una banale conferenza proprio nell'università in cui studia la ragazza a farli incontrare, e non sarà sicuramente un amore a prima vista, il loro, non sperate nel colpo di fulmine, non sperate in un'attrazione veloce e sbrigativa, piuttosto in un sentimento graduale, delicato, quasi timoroso, che poi diverrà un amore immenso, l'amore più intenso di tutti i tempi.
"Persefone stessa doveva cambiare, Ade insieme a lei.
E la Ruota aveva già deciso come."
Ade proporrà a Persefone uno stage di sei mesi nel suo personale tribunale delle anime , che seppur molto contenuta e conscia degli avvertimenti della madre Demetra, nonché proprio sorella di Ade, deciderà di lasciare la superficie per scendere negli abissi infernali.
Lo stile di scrittura è molto fluido ed accattivante. Nonostante la mole del libro (sulle 500 pagine circa), la lettura risulta leggera, scorrevole, condita da una sottile punta di ironia e dal sempre presente velo di malinconia che questo mito suggerisce.
Il modo di Giulia di descrivere gli ambienti, i personaggi e le loro emozioni è davvero minuzioso e quasi poetico, ricco di dettagli e spunti di riflessione davvero interessanti; la caratterizzazione dei personaggi mi ha regalato davvero tantissime sensazioni contrastanti.
Entrare in empatia con Persefone non sarà difficile.
La giovane dea è una ragazza solare, empatica appunto, chiacchierona, impulsiva ed estroversa, frizzante come l'aria di Primavera, non ha paura di mostrare il suo lato più rozzo a volte, soprattutto in compagnia della sua migliore amica Caterina, e finalmente, dico finalmente, è una protagonista che rappresenta in tutto e per tutto l'idea di fertilità, coi suoi fianchi pieni ed i seni prosperosi, nonché la sua insaziabile fame e voglia di vivere la vita fino in fondo.
Al contrario, Ade, dio rigoroso dell'Oltretomba, chiamato anche l'Inesorabile per la sua rigidità di idee, per il modo impettito e duro con cui si presenta, la sua irremovibilità, la sua espressione che non lascia trasparire nulla, si presenta come un dio antico, potente, un Cronide, fratello di Zeus, ma pur sempre primogenito, un dio che ha scelto di vivere e scavare con le proprie mani gli Inferi, spartendoli in tre livelli: l'immensa città di Dite col cielo trapunto di diamanti, il Tartaro, luogo di dolore e massima espiazione e i Campi elisi, luogo celestiale e splendente.
"Questo era il grande potere di Ade. Lui non prevedeva il futuro, forse, ma di certo sapeva molte cose. Cose che un Dio può sopportare, ma non un umano.
Perchè gli uomini sono mortali, ed è uno il dubbio più grande che hanno nella vita: quando e come moriranno. Ecco quel che vedevano riflesso nei due pozzi neri che erano gli occhi dell'Inesorabile: la propria morte."
In questo libro, gli Dei si sono rivelati agli esseri umani, stanchi delle numerose crudeltà che essi stessi hanno perpetrato nel loro nome, nel nome di una forza maggiore.
Siamo al cospetto quindi di numerosi Pantheon a cui gli esseri umani si rivolgono con le loro preghiere, da quello classico a cui appartiene la nostra protagonista, a quello egizio, dove conosceremo la figura bonaria, sensuale ed espansiva del dio dei morti Anubi, pronto a pesare i cuori di coloro che decedono con un ultimo pensiero rivolto solo e soltanto a lui; faremo la conoscenza delle divinità norrene, di quelle indù e, anche se descritti come globi di luce fluttuanti senza una forma, né un genere, né un corpo, troviamo anche gli Dei monoteisti, ferventi sostenitori dell'anti-rivelazione.
Vengono affrontate quindi tematiche importanti, come il giudizio finale delle anime dopo la morte, determinato dalle loro azioni durante l'intera vita, la solitudine e la malinconia di individui che possiedono l'eternità, la pesantezza del dover affrontare la fine di persone mortali da parte delle divinità stesse, l'inesorabilità di alcune scelte, la fermezza del Fato che ha già deciso tutto e che non ci si può permettere di contraddire, ma soprattutto l'amore e i suoi innumerevoli ostacoli.
"Dalla morte non nasce niente."
Il sentimento che lega Ade a Persefone è qualcosa che va oltre l'immaginabile, è un legame così forte che inizialmente spiazza anche l'antico dio, ma che col tempo ( e Ade di tempo ne sa qualcosa!) diventerà una certezza, qualcosa di cui entrambi non potranno fare a meno, un amore tenero ed aspro nello stesso momento, un mistero che entrambi sono consapevoli farà parte delle loro esistenze per sempre. Persefone col suo rappresentare la Primavera, i colori, i profumi di un nuovo inizio, il calore di un timido sole e un prato sterminato di fiori, scalfirà la compostezza del dio fatta di tenebra ed oblio, di un dolore sopito, di malinconia e sofferenza, creando un perfetto equilibrio tra luce e buio.
"Attendo da tutta la vita, dopotutto, e per molti anni la mia attesa è stata rivolta solo alla ritmica e cadenzata morte delle donne che ho amato.
E poi arrivi tu. Immortale. Perfetta."
Per me, estremamente amante del mito di Persefone e di tutto ciò ad esso collegato, questo libro è stato un concatenarsi di emozioni davvero positive.
La base della storia rivela una conoscenza piuttosto profonda da parte dell'autrice del pantheon greco e dei vari miti relativi alle varie divinità, ed è arricchita anche da termini specifici (adoro la parola Hybris e se non sapete cos'è allora leggete questo libro!).
Ammetto di essermi commossa, a volte, per Ade, un gentiluomo d'altri tempi così legato al passato, col peso di una solitudine quasi eterna a malapena sopportabile, relegato a ruolo di re dell'Oltretomba, mai venerato come gli altri dei, temuto ed allontanato da tutti per la sua personalità oscura e legata al momento più tragico e nero della vita umana.
Mi sono affezionata a Persefone, la piccola Kore, così giovane eppure così matura, così donna, credo che il suo personaggio a differenza di Ade abbia avuto una trasformazione significativa nel corso della storia e io l'ho amata soprattutto per il suo essere non convenzionale nelle vesti di dea minore.
Ho amato tutti gli altri personaggi, seppur secondari, dal simpatico Anubi con le sue gatte concubine, a Demetra, madre giusta ed amorevole, ad Hestia, dea del focolare calorosa e materna, li ho adorati tutti (anche Zeus nel suo essere un pò stronzo, ma si sa, questa è una divinità controversa o la si ama o la si odia), dal primo all'ultimo.
Se anche voi apprezzate la rivisitazione non banale del classico mito di Ade e Persefone, allora questo libro fa proprio per voi! La componente fantasy c'è, gli ambienti mozzafiato ci sono ( io sono diventata pazza per Erebo, sappiatelo!), i riferimenti mitologici anche, i personaggi sono caratterizzati molto bene (Ade è la mia attuale crush infatti) e la storia d'amore non è stucchevole, smielata e svenevole, ma sensuale, dolce, svelata un pò alla volta, a volte malinconica e difficile, però ne vale davvero la pena!
Leggete questo libro ragazzi, i protagonisti vi entreranno dentro, e per me sicuramente sarà una delle migliori letture di questo strano 2020!
LA MIA VALUTAZIONE
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