mercoledì 29 dicembre 2021

Recensione "La morte ti giudica" - Anne Coates

 
TRAMA

Dopo aver portato alla luce un caso di sfruttamento della prostituzione (Donne nel vento), Hannah Weybridge, giornalista freelance e madre single, rimane coinvolta in un terribile indagine per omicidio quando la sua amica, Liz Rayman, viene trovata con la gola tagliata nel suo studio dentistico. Con pochi indizi a disposizione e un delitto apparentemente privo di movente, Hannah si getta a capofitto nella ricerca dell’assassino e delle ragioni che lo hanno spinto a compiere quel gesto efferato. Così facendo, però, si troverà a rischiare la sua stessa vita...

RECENSIONE

La protagonista è Hannah Weybridge, giornalista freelance che ha la cattiva (o giusta?) abitudine di cacciarsi in affari piuttosto importanti e che alla fine la porteranno ad affrontare situazioni spiacevoli molto più grandi di lei.

Come vi dicevo anche dalle stories di qualche giorno fa, questo libro ha la caratteristica di svilupparsi tutto verso il finale.

Mentre per buona metà (ed anche oltre) la situazione rimane statica e piuttosto lineare, nel finale c’è un tripudio di colpi di scena al limite del cardiopalma che signora Fletcher levate proprio! (Io adoro la signora in giallo comunque).

Un punto a favore va allo stile dell’autrice che non si sofferma molto sui particolari, non cade in descrizioni prolisse, ma si concentra su quegli indizi nascosti che alla fine compongono il puzzle in cui si capisce che in realtà Hannah fa parte di un disegno immenso e fuori controllo di cui ignora anche lei la portata.

Scrittura fluida e priva di fronzoli, questo libro fa parte di una serie, ma può benissimo essere letto anche da solo, poiché ogni vicenda risulta essere uno stand alone. Solo alcune cose mi sono risultate poco chiare perché si riferivano ai volumi precedenti, tuttavia mi sento di dire che è stata una lettura gradevole e senza pretese. Un thriller poliziesco da far trovare sotto l’albero per gli amanti del genere insomma!


LA MIA VALUTAZIONE

🍂🍂🍂🍂 \ 🍂🍂🍂🍂🍂



venerdì 17 dicembre 2021

Recensione "The chosen one - Il richiamo del drago" - Daphne Stalwart

 
TRAMA

In un'epoca lontana, il destino di otto Regni della Terra è legato a una profezia su una futura regina. La principessa Victoria Legendragon, a capo dell'Esercito Supremo, deve oltrepassare i confini del mondo con i suoi Cavalieri per sconfiggere Zaros, Re Oscuro della casata Adeagon, diventando la Regina Eterna dei dieci Regni. Ella può compiere l'atto solo sposando l'erede al trono di Wingdragon, il principe William. In un acceso gioco di Troni, battaglie e duelli epocali, maledizioni, oscuri segreti, ostacoli clamorosi, amori proibiti e scandalosi e ancora magia, streghe, maghi, draghi, orchi, sirene... serpeggia il fato di una donna senza scelta. Alla conquista del supremo... perdendo ciò che di più caro potesse mai desiderare.

RECENSIONE

Buon pomeriggio mie piccole zollette di zucchero!
No, non ho bevuto, sono solo super super felice di essere qui oggi con una nuova recensione su un libro che ho terminato qualche giorno fa, metabolizzato da poco e che ancora ogni tanto vortica tra i miei pensieri.
Sto parlando del primo volume di una tetralogia medieval fantasy scritta da Daphne Stalwart che ringrazio infinitamente per la copia cartacea in omaggio e per aver sopportato i pochi (ma buoni) scleri che le ho appioppato nel corso della lettura ( e anche alla fine).
Ma bando alle ciance ed iniziamo!
Vi avverto che ci sarà un bel po' da dire, di conseguenza ho deciso di dividere la recensione in più parti, dove parlerò dei personaggi, del worldbuilding, dell'ambientazione ed infine vi dirò un attimo cosa mi ha trasmesso questo libro in termini di emozioni e sensazioni!
Buona lettura intanto! 

Venne quel dì e la leggenda iniziò.
Il passato sfumò alle spalle, il presente palpitava e il futuro avrebbe atteso al varco le sorti del tempo.

I PERSONAGGI

L'intera vicenda ci viene narrata in terza persona, tuttavia l'autrice ha scelto di dare voce non solo ad un personaggio, ma a tanti, permettendoci quindi di immergerci in dinamiche differenti della storia senza incorrere nel rischio di fare confusione.
Se possiamo pensare in qualche modo che i molteplici punti di vista mettano in difficoltà il lettore, creando una sorta di caos narrativo, ebbene in questo primo libro Daphne ha saputo incastrare con maestria il pov di più personaggi che avranno il loro ruolo più o meno importante, senza suscitare in chi legge la necessità di fermarsi, prendere un respiro, tornare indietro e rileggere per comprendere ciò che effettivamente è stato letto.
Di fatto, nonostante la narrazione sia per così dire "multitasking" , la storia procede fluida e coerente, così come i personaggi mantengono la loro caratterizzazione pur evolvendo nel corso degli eventi.
Ad ogni modo, la protagonista assoluta rimane comunque Victoria Legendragon, principessa destinata secondo un'antica profezia a compiere grandi cose, tra le quali diventare una potente regina a capo dei regni che attualmente sottostanno al pugno di ferro del padre Xander.
Come ho già accennato anche all'autrice, ho avuto qualche difficoltà lungo il percorso che mi ha vista accanto a Victoria ad entrare in empatia con lei, forse perché in fondo siamo più simili di quello che voglio ammettere, e i suoi difetti sono anche i miei difetti, di conseguenza mi risulta difficile accettarli poiché a malapena accetto il fatto di possederli.
Un po' come guardarsi allo specchio e sentirsi estranei nonostante siamo abituati a vederci riflessi su quella superficie ogni giorno.
A me Victoria ha fatto questo effetto: mi è sembrata una personalità un po' troppo scostante ed altalenante, difficile da inquadrare, fredda e lievemente distante, quindi la capacità di immedesimarsi in lei (almeno a me) è risultata davvero difficoltosa.
Tuttavia, ciò che ci tengo a precisare è che lei stessa rappresenta comunque l'ideale di personaggio femminile che vorrei vedere più spesso all'interno di un buon fantasy, ovvero lo stereotipo della ragazza che non ha bisogno di essere salvata dal cavaliere di turno, ma che si salva da sola, e lo fa anche piuttosto bene!
Quindi sicuramente un punto per Victoria!
Stiamo quindi a vedere come evolverà il suo personaggio nei prossimi libri (perché di fatto in questo non mi sembra evolva in modo significativo, rimanendo piuttosto lineare), e soprattutto se riuscirà ad aprirsi un po' di più con le persone che ama!
Parlando di persone che la Vic ama...come potrei non nominare il principe Karidian?
Ecco, DEVO nominarlo, altrimenti potrebbe offendersi.
Karidian è il figlio illegittimo di re Castrus Wingdragon, un bastardo come lo definiscono le masse, ma non solo: egli è anche il Comandante dell'Esercito Supremo, che raduna i guerrieri più impavidi ed esperti di tutti i regni in vista delle battaglie più cruente da affrontare, di conseguenza la sua leadership risulta lampante già dalla prima volta che lo incontriamo.
Karidian è sfacciato, sfrontato, focoso, leale ed estremamente orgoglioso, ma possiede anche dei difetti, che lui stesso è restìo a dimostrare, dato che teme che la sua reputazione sia infangata: è più facile essere considerato uno sciupafemmine spietato piuttosto che un semplice ragazzo che si è creato una corazza sulle proprie insicurezze e sulle malelingue.
La sua personalità bruciante entrerà, come potrete immaginare, in collisione con quella più mite ed introversa (e in qualche modo capricciosa ed altrettanto orgogliosa) di Victoria, che si ritroverà vulnerabile come non lo è mai stata.
Acqua e fuoco quindi rappresentano queste due figure importanti per il decorso della vicenda, l'una riflessiva, trasparente, apparentemente calma ma che possiede una forza che se sfoderata potrebbe essere distruttiva, l'altro caldo come le fiamme infernali, impulsivo, testardo e sempre con la battuta pronta, con una potenza disarmante, guidato da una passione bruciante.

Ovviamente potrei parlarvi anche degli altri personaggi, ma non voglio svelarvi troppo, altrimenti rischio di fare anche spoiler, di conseguenza mi limiterò a dire che incontrerete tantissime persone in questo libro, e forse all'inizio farete un po' di difficoltà a ricordare nomi, visi e ruoli, ma credetemi se vi dico che nonostante la moltitudine di tali figure, la loro caratterizzazione è così peculiare che poi riuscirete a collegare ai nomi una caratteristica, sia fisica, che mentale, dalla quale poi difficilmente riuscirete a dissociarvi.
Se infatti parliamo di Dario Wealthagon, ad esempio ( e che esempio!!), a lui collego immediatamente l'immagine di due occhi di ghiaccio, un sorriso calcolatore stampato in faccia e sempre un piano B in mente atto a mettere a soqquadro la sorte di un intero regno.
Se penso invece a Kailja Goldrosagon, mi viene in mente una donna forte, che non indossa scomode gonne, ma morbidi pantaloni per agevolare il combattimento, una guerriera destinata a fare la regina, ma che la regina non vuole fare, una ragazza determinata che non ha bisogno di un uomo nella sua vita per avere un nome o un titolo.

Nel complesso, a parte Dario e Kailja che sono i miei personaggi preferiti fino ad ora, posso affermare con una certa sicurezza che tutti i personaggi incastrati nella storia possiedono un ruolo ben preciso ed uno scopo mirato allo sviluppo dei fatti, esattamente come i pezzi di una scacchiera disposti in modo impeccabile sulla superficie a quadri bianchi e neri: ogni personaggio influenza con le sue decisioni le mosse dell'altro, oppure con una sola manovra mette a repentaglio l'intera partita e ci vorranno anima e corpo di tutti per rovesciare la sorte e riportare pari i piatti della bilancia.
Ma attenzione a torri e re! Lo scacco matto è dietro l'angolo...

IL WORLDBUILDING E L'AMBIENTAZIONE

Il mio fidanzato è malato di Game of Thrones, di conseguenza ho avuto a che fare con le trame complicate di questo telefilm, e devo ammettere che ne ho trovato un buon accenno anche in The chosen one.
Diciamo che le influenze di Martin si sentono in modo preponderante, basti pensare ai diversi regni governati dalle varie famiglie, alla presenza dei draghi, al fatto che si combatta per sedere sull'agognato Trono dei Troni, praticamente con il mondo in pugno, alle profezie e alla presenza di un cattivo dimenticato da tempo che torna a minacciare l'equilibrio già precario che aleggia sui vari regni.
Per non parlare dei colpi di scena e degli intrighi di corte su cui sicuramente l'autrice non ha risparmiato! Ci saranno diverse rivelazioni che ribalteranno tutto quello in cui abbiamo creduto fino ad un certo punto della storia, che poi arriveranno come una sprangata sui denti e rivolteranno tutto ancora una volta: dalla metà del libro in poi succede di tutto.
Dovete essere pronti perché quel tutto include un bel po' di carne al fuoco, forse alle volte anche troppa, ma che è necessaria per avere una panoramica completa su tutto ciò che seguirà nel secondo volume, dato che nel finale ci sarà una scena che vi lascerà col fiato sospeso, il cuore crepato, un sorriso isterico sulle labbra e il cervello in fiamme (io vi ho avvertiti!).

Ho apprezzato moltissimo il fatto che ogni regno, ogni famiglia, abbiano la propria caratteristica che li fanno riconoscere da tutti gli altri, ad esempio i Saildragon, che hanno fatto del commercio il proprio punto forte e che detengono il potere sui porti del loro paese, ghiotti di navi mercantili, o i Wealthagon, che invece hanno fatto della parola il modo più efficace per contrattare ed ottenere favori, rendendoli ricchi da far schifo ed estremamente influenti ed importanti.
Una cosa che ho apprezzato invece dei Legendragon è il fatto che non facciano distinzioni tra uomini e donne quando è il momento di porre qualcuno sul trono, poiché per loro non far salire al potere una donna equivale all'essere doppiamente vigliacchi e meschini: che dire? Dieci punti ai Legendragon!
E che dire dell'ambientazione?
Se siete amanti di duelli, battaglie di spade e lance, leggende di maghi, draghi e fae, guerre sanguinose ed amori proibiti, castelli maestosi, giochi di regni, intrighi di corte, fruscii di vestiti pregiati di principesse e urla di battaglia di affascinanti cavalieri, questo è senza dubbio il libro che fa per voi!
The chosen one è una boccata di aria fresca nel panorama fantasy italiano, una lettura articolata che tuttavia scorre come acqua tra le mani, che ci coinvolge, che ci fa annusare l'odore del sangue versato nel Torneo annuale dei Cavalieri, il profumo del grano nella Stagione del Sole, che ci fa emozionare, che parla di affetto, rimpianti, di paure, di terrore, di incubi, di consapevolezza e coraggio, di resistenza, di resilienza, di morte e rinascita, di tutto ciò che potrebbe essere, ma che mai sarà.
Di persone come noi, destinate a compiere grandi azioni e guadagnarsi gloria e grazia eterne, o il decadimento e il disprezzo totali.
La Ruota del Fato gira per tutti loro, e nessuno sarà in grado di fermarla...

Cosa posso aggiungere ancora?
Premessa: non sono una lettrice appassionata di medieval fantasy, ho sempre preferito gli urban perché preferisco storie ambientate ai giorni nostri, tuttavia questa di Daphne è stata una bellissima scoperta che farei e rifarei in modo perpetuo!
Mi sono affezionata ad alcuni dei personaggi, spingendomi anche ad odiare alcuni di loro, a provare pietà e tenerezza, ad entrare nei loro panni, a prendermi cotte assurde (ciao Dario - ciao Karidian), a chiedermi "E adesso che succede?" , a pensare in certi momenti che non sarebbe potuta andare peggio quando dopo due pagine il mondo sarebbe crollato su sé stesso!
Mi sono ritrovata di sera, sola sul divano, mentre assistevo in tribuna al Torneo dei Cavalieri, mentre guardavo Victoria e Karidian litigare in nome di un amore proibito ed esplosivo, Dario tessere le sue trame, William rimanere in quel suo silenzio odioso ed accondiscendente, Agata combattere ai confini del regno e Aedagon preparare le sue truppe glaciali.

Ci sono tantissime cose da approfondire e da comprendere. Tante situazioni a cui spero venga data una spiegazione nel secondo volume, tanti personaggi ancora da incontrare e tante storie da vivere.
In una cornice fiabesca che di fiaba ha ben poco, il Richiamo del Drago pulsa sempre più forte, e il Prescelto non potrà sottrarsi a ciò che il Fato ha in serbo per lui...

Risponderete al Richiamo?

LA MIA VALUTAZIONE

🍂🍂🍂🍂 \ 🍂🍂🍂🍂🍂





 

lunedì 6 dicembre 2021

Recensione "Natale col vampiro" - Elisa Mura \ "Ricordi legati al cuore da un filo di brina e cristalli di ghiaccio" - Amanda Fall

 
RICORDI LEGATI AL CUORE DA UN FILO DI BRINA E CRISTALLI DI GHIACCIO di AMANDA FALL

TRAMA

Siamo a Moonvalley. È la notte della Vigilia di Natale. Ritroviamo Liv Cromwell, la protagonista del romanzo “Le streghe di Moonvalley”, in un affresco natalizio pieno di magia e festeggiamenti, dove l’autrice anticipa atmosfere e suggestioni che sviluppa nel suo romanzo dedicato alle vicende intriganti e sorprendenti della giovane strega e della sua Congrega.


NATALE COL VAMPIRO di ELISA MURA 

TRAMA

Odette Blackswan è strana. La sua famiglia la ritiene strampalata perché sin da piccola parlava con un’entità immaginaria. In realtà Odila, così si chiama questa sua sorta di alter ego, esiste, ed è fonte di guai e infinite preoccupazioni.

Quando Odette si ritrova a ereditare da suo nonno Barnaba una bottega che definire una catapecchia malandata è poco, non sa che al suo interno la aspetta una sorpresa ancor più grande: Julius Papadopulos, un vampiro snob e aristocratico. In disgrazia.

RECENSIONE

Buongiorno lettori e buon inizio settimana!
Nell'aria si avverte già il dolce profumo delle feste, l'atmosfera frizzante del Natale, e quale momento migliore per leggere qualche novella a tema?
Premetto che io non vado pazza per i racconti a tema, meno che meno quelli ambientati durante le feste di Natale, ma queste novelle hanno quel qualcosa in più che mi ha convinta, ovvero l'elemento soprannaturale che sapete essere un mio doloroso punto debole!
Intanto vorrei ringraziare la Segreti in giallo edizioni per avermi spedito i file digitali, dopodiché anche Amanda Fall, che mi ha coinvolta nella lettura del suo racconto, collegato al suo romanzo principale che ho già letto e recensito intitolato Le streghe di Moonvalley (trovate la recensione qui nel caso foste curiosi!).
Ma bando alle ciance e parliamo di questi due graziosi racconti che a loro modo trattano il tema Natale in modo opposto, ovvero dalla parte di chi non vede l'ora che arrivi il momento di addobbare e festeggiare la ricorrenza, e viceversa dalla parte di chi il Natale proprio non lo vuole nemmeno sentir nominare.

In Natale col vampiro di Elisa Mura, troviamo la giovane Odette, ragazza additata come stramba dai suoi coetanei e dai suoi stessi familiari, che eredita dal nonno defunto un vecchio negozio di antiquariato apparentemente ridotto ad una catapecchia ammuffita.
La ragazza non immagina nemmeno cosa si celi sotto il pavimento scricchiolante del primo piano, fino a quando non si imbatte in una bara lucida e nera che custodisce il corpo di un giovane addormentato, un giovane strambo quanto lei, ma dall'aria arrogante e saccente: lo sconosciuto è un vampiro caduto in disgrazia e messo a dormire per l'eternità (o questo si sperava) proprio dal nonno di Odette, che per evitare un massacro generale della città, lo imprigiona appunto nella bara.

Odette rimane basita, ovviamente, ma non così tanto, dato che accanto a lei, sin dall'infanzia, aleggia un'entità che fa di tutto per renderle la vita un inferno, uno spirito femminile e sfrontato che si fa chiamare Odila, di conseguenza sembra quasi che la giovane non si scomponga più di tanto alla rivelazione di aver appena risvegliato un vampiro con una goccia del suo sangue.
Quello che spicca in questo racconto è la volontà di Odette di affrontare il Natale nonostante la vita non le abbia mai reso le cose facili: arrivata al negozio appena ereditato, infatti, la ragazza non vede l'ora di poter sistemare tutto, pulire e riordinare, per poi dedicarsi all'addobbo generale del locale.
Sarà proprio il Natale assieme a Julius che, di fatto, risulterà essere il migliore che abbia mai vissuto, perché dopotutto, quando la vita ci mette di fronte a difficoltà piuttosto corpose, non sono forse le piccole cose che ci fanno gioire?
Questo è lo spirito di condivisione e serenità che trasmette il racconto di Elisa, con uno stile ironico e vagamente gotico, dove la protagonista è una ragazza impacciata, con una vita assolutamente normale (o quasi, per via di Odila) che di punto in bianco si ritrova a dialogare in modo anche piuttosto piccato con un essere immortale che tutto avrebbe preferito meno che essere risvegliato nella festa più santa del calendario!

Se quindi nel racconto di Odette troviamo un'atmosfera natalizia ironica, giocosa e colorata, piena di dolci profumi e vampiri che nonostante tutto mostrano anche il loro lato tenero, fantasmi dispettosi e rabbiosi, nella novella di Amanda Fall la parola d'ordine è nostalgia.

Nel caso abbiate già letto il romanzo principale di Amanda, Le streghe di Moonvalley, ma anche se non l'avete fatto, incontrerete una vecchia conoscenza, ovvero Olivia Cromwell, Liv per gli amici, una giovane strega che ha col Natale un rapporto piuttosto controverso.
Non per tutti, infatti, questa festa simboleggia felicità, calore e famiglia, anzi, il più delle volte il Natale arriva solo per ricordare ad alcuni ciò che hanno perduto, gli affetti e le persone care, ma anche qualche pezzo di sé stessi: a volte il Natale porta con sé una coperta di malinconia difficile da togliersi di dosso.
In questo racconto ambientato nella stregata Moonvalley, dove le magiche atmosfere autunnali sono pronte a lasciare il posto a quelle pacate e statiche dell'Inverno, Liv si troverà a pensare ai suoi genitori e ai momenti di gioia condivisi con loro proprio nel periodo natalizio; esattamente per questo motivo, la ragazza eviterebbe volentieri di unirsi ai suoi amici nel festeggiare tale ricorrenza.
Ma la saggezza di nonna Vasilia non ha limiti, ed aiuterà la nipote ad alleviare la nostalgia per abbandonarsi alla serenità tipica del periodo, poiché i ricordi più belli contribuiscono a rendere più bella anche la propria vita.
Nei ricordi vivono tutti coloro che abbiamo perso, e il Natale serve forse anche a quello: a rammentare i tempi in cui si era insieme, ed esserne grati, anche se non si ripeterà più.
Lo stile di Amanda è come sempre evocativo e molto descrittivo, richiama in pieno l'atmosfera e le fragranze del Natale, lo zucchero dei bastoncini canditi, il profumo dell'arancia e della cannella, il calore della cioccolata calda e la dolcezza dei momenti passati assieme ai nostri cari, il tutto condito da una bella dose di incantesimi e cappelli a punta!

In conclusione, queste due novelle sono probabilmente le uniche che leggerò ambientate nel periodo festoso che avanza inesorabile, e va bene così, perché me le voglio tenere strette, come una calda coperta in giornate fredde e buie, felice di aver conosciuto Odette e Julius, persino Odila, nonché di essere tornata nella mia amata Moonvalley, che ho semplicemente adorato.
Due racconti che a mio parere sollevano l'umore e lo rendono più giocoso e gioioso, o almeno è quello che è successo a me! Mi sono immersa in un'atmosfera natalizia soprannaturale! 
E posso dire che fa proprio per me!

LA MIA VALUTAZIONE

🍂🍂🍂🍂 \ 🍂🍂🍂🍂🍂


PS: Le novelle sono già disponibili su Amazon, assieme ad altre a tema natalizio edite Segreti in giallo edizioni!
Correte a dare una sbirciata, non ve ne pentirete!











mercoledì 17 novembre 2021

Review Party "Le vite dei Santi" - Leigh Bardugo

 



TRAMA

Direttamente dalle mani di Alina Starkov alle vostre, la riproduzione fedele della Istorii Sankt'ya , per permettervi di entrare nelle pieghe più profonde dell'amatissimo universo creato da Leigh Bardugo. Una raccolta di storie che raccontano le vite, i martirii e i miracoli dei Santi a voi più familiari, come Sankta Lizabeta delle Rose o Sankt Ilya in Catene, ma anche le vicende più strane e meno conosciute, come quelle di Sankta Ursula, Sankta Maradi e del Santo senza Stelle. Una collezione resa ancora più preziosa dalle tavole a colori che accompagnano ogni storia.


RECENSIONE

Buongiorno lettori!
Oggi giungo a voi con una nuova recensione su una splendida raccolta di racconti con cui la nostra Sankta Leigh Bardugo ci riporta tra i miti e le leggende che hanno dato vita ai famosi Santi che sentiamo così tanto nominare nei suoi romanzi dedicati al Grishaverse e ai miei adorati Corvi: sto parlando di "Le vite dei Santi" edito Mondadori che ringrazio per avermi permesso di partecipare al Review Party, assieme ad Alessandra di Raggywords, sempre molto gentile e disponibile.

"Ma altri ancora lo venerano, il Santo senza Stelle, patrono di chi cerca salvezza nell'oscurità."

Ebbene sì! Queen Bardugo colpisce ancora! E questa volta lo fa con una raccolta di racconti tutta dedicata ai Santi che vengono celebrati nel regno di Ravka, e di cui sicuramente saprete già qualcosina se avete letto la dilogia dei Corvi o lo trilogia del Grishaverse!
Essendo un libricino piuttosto breve, ed essendo ancora più brevi i racconti di cui andrò a parlarvi, la lettura scorrerà talmente veloce che nemmeno ve ne renderete conto!
Lo stile di scrittura è il tipico di Bardugo, anche se leggermente "immaturo" e meno elaborato rispetto a quello che abbiamo trovato in Sei di corvi, ma non per questo meno evocativo.
Le storie dei Santi venerati nell'universo che quasi tutti già conosciamo, intervallate da illustrazioni degli stessi che li ritraggono nel loro ambiente caratteristico, sono storie di tempi antichi, quando ancora i popoli non credevano ad entità al di sopra delle loro teste o meglio, ad entità che avessero ancora il tempo da dedicare ad esseri così mortali ed insignificanti come lo possono essere appunto gli esseri umani.

Eppure c'è chi ancora crede.
E non passerà molto tempo prima che quel credente venga ricompensato in qualche modo dalla propria fede cieca e devota.
Ma la fede a volte porta alla propria rovina, e le storie dei Santi di Ravka non finiscono col lieto fine, ma con violenti martìri che in qualche modo potrebbero risultare opposti all'idea che tutti noi abbiamo dei Santi, ovvero uomini e donne che hanno dedicato la propria vita agli altri per poi venire adorati come divinità.
In questa raccolta non c'è nulla di più sbagliato.
I Santi che troviamo qui sono persone normali all'apparenza, con vite difficili, approcci alla società altrettanto difficili (per la maggiore non a causa loro ma dell'ignoranza che vi aleggia attorno), ma che possiedono piena fiducia in esseri che vengono celebrati e venerati come Dei, ma che di fatto faticano a mostrarsi o a manifestare i propri poteri.
Poi, però, arriva il momento cruciale in cui il credente diviene colui o colei in cui credere, e allora la gente forse è pronta ad accettare quella diversità, a farla diventare parte integrante della propria vita.
Così, però, non accade, e il più delle volte i Santi vengono usati e spremuti fino all'ultima goccia di sangue o sudore nel nome dell'avarizia e dell'avidità umana, nel nome di qualcosa che da sempre risulta distruttivo e limitativo: un ideale malato.
Perché se questi Santi sono pronti a sacrificarsi per il bene degli altri, gli altri non si tireranno indietro e anzi, saranno pronti a prendersi di tutta l'erba il fascio e anche di più, accusando poi chi si sacrifica di non essere più in grado di mantenere il ritmo di quelle tacite promesse.

Le storie dei Santi sono per un certo verso una rete intricata di favole oscure e macabre, tinte di sangue e sacrificio e dolore, mai nemmeno sfiorate dal concetto di felicità o gioia, o qualsivoglia connotazione positiva.
Anche in queste favole il mondo non è pronto ad accettare ciò che risulta essere diverso o speciale. 
Ma d'altronde non lo è mai stato.
Ancora oggi ci sono Santi che non vengono accettati, ideali malati che vengono perpetrati nel nome dell'ignoranza comune, e vicende narrata a bassa voce al lume di candela, di eroi e persone crudeli, di battaglie interiori, di morte e resurrezione.

I Santi di Bardugo richiamano in qualche modo figure iconiche della nostra cultura religiosa, ma tra tutti spiccano soprattutto il già citato Ilya in catene, Sankta Alina della Faglia, la santa della luce, la luminosa, che col suo splendore ha sconfitto le tenebre create dal Santo senza Stelle.
E qui arriviamo ovviamente al mio santo preferito, appunto.
L'Oscuro l'abbiamo già conosciuto nella trilogia Grisha. 
Sappiamo in qualche modo come sia stata generata la faglia di buio e morte di cui può benissimo vantare la creazione, eppure in questa storia il Santo delle tenebre è un semplice ragazzo incompreso e deriso che chiede salvezza all'oscurità.
La cosa mi ha in qualche strano meccanismo fatto tenerezza, poiché alcune volte, quando la luce sembra talmente lontana da non poter essere raggiunta e quindi impossibile anche solo da concepire, il buio resta sempre lì ad attendere di avvolgerci nel suo funereo abbraccio.
Ed ecco che il Santo in nero arriva a dispensare salvezza, ad accogliere le preghiere dei senza speranza, a dare amore e certezze a chi nella luce non è riuscito a trovarli.
Il Santo senza Stelle è il patrono di chi cerca la luce nell'oscurità.
E io mi sento vicina a questa figura in modo così disarmante e trascendentale che se venisse eretto un culto in suo onore, io diventerei sicuramente una dei suoi adepti  più fedeli!

A parte tutto ciò, questa raccolta di racconti getta una lama affilata di luce su alcune vicende che magari ci sono risultate poco chiare nei romanzi dedicati ai Grisha, costruendo un mondo antecedente agli eventi di cui abbiamo già letto che non mancherà di stupirvi e deliziarvi, nonché di intrattenervi.
Queste sono storie che meritano di essere conosciute, create dal nulla e divenute un universo articolato eppure semplice su cui riflettere, fiabe del colore dell'ebano da sussurrare tra le labbra prima della buonanotte, o di fronte ad un enorme falò nel gelo di una foresta incantata, mentre il mondo là fuori attende un segnale qualsiasi da quei Santi che si sono sacrificati per gli altri senza mai chiedere nulla in cambio.
Un libro a cui non potete rinunciare se volete in qualche modo immergervi ulteriormente nel mondo di Leigh Bardugo e dei suoi piccoli universi sotterranei, conoscendone ogni minimo dettaglio e significato, una sorta di bibbia sacra ed arcaica da tenere avvolta e nascosta in uno stralcio di cielo nero e stellato, tra le pieghe dell'eternità.

LA MIA VALUTAZIONE

🍂🍂🍂🍂,5 \ 🍂🍂🍂🍂🍂


PS. Nel banner in alto trovate anche le altre magnifiche tappe dei blog che parteciperanno al Review Party! Mi raccomando, non perdetevele!
Un bacio dalla vostra dama della cripta.





lunedì 15 novembre 2021

Recensione "L'ombra del Corella" - Federica Soprani

 

TRAMA

Roma, 1505. In un cupo sotterraneo di Castel Sant'Angelo, Niccolò Machiavelli fa visita a un prigioniero spagnolo: Michele Corella. Il suo corpo è stato devastato dalla tortura, ma la sua mente ancora vigile e colma di ricordi trascina il letterato in un viaggio nel tempo, sulle tracce di un'avventura tanto grandiosa quanto effimera, l'ascesa e la caduta di un uomo, Cesare Borgia, all'ombra del quale il narratore ha vissuto, custode e araldo di un sogno non suo.

RECENSIONE

Buongiorno lettori!
Oggi questa recensione non era in programma, però ieri ho avuto il giorno libero, e ho iniziato quasi senza grandi aspettative Corella, l'uomo del Borgia, scritto da Federica Soprani, edito Nua Edizioni, che ringrazio per avermi inviato il file digitale in omaggio!

Non mi aspettavo di terminarlo in un giorno, ma non sono riuscita a staccarmi per un attimo dallo stile magnetico di Federica, complici anche l'ambientazione di stampo medievale e la caratterizzazione perfetta dei personaggi, ai quali è impossibile non affezionarsi.

La vicenda ci viene narrata dal punto di vista di Michele Corella, migliore amico e sgherro di Cesare Borgia, figlio illegittimo (come anche tutti gli altri) di Rodrigo Borgia, il pontefice di Roma, seduto sul suo trono insanguinato di San Pietro già da un bel po' di tempo e per questo considerato un nemico temibile e potente.

Già dai tempi in cui non sono altro che ragazzini, Cesare e Michele sembrano conoscere le sorti che li legheranno, e Michele, devoto all'amico come si può essere devoti ad un dio, sceglie di dedicare la sua intera esistenza ad un sogno di grandezza che non gli appartiene, solamente per vedere il barlume feroce di realizzazione personale negli occhi del magnetico cardinale Borgia.

Cesare è un giovane ambizioso, affascinante e bello, affamato di conquista ed avventura, un sole che brucia di passioni oscure e che non si ferma di fronte a nulla, nemmeno ai legami di famiglia.
Michele è una luna pallida ed eterea che si accontenta di riflettere la luce di quel sole accecante: è la spada di Cesare, la sua arma che non teme il versamento di sangue, la mano della Morte che cala sul nemico che minaccia l'equilibrio della famiglia.
Ma come tutte le passioni violente, l'ambizione del giovane Borgia è destinata a bruciare in modo rapido, passando quasi inosservata, ed assisteremo al suo lento spegnimento, al fallimento, al tracollo di un disegno che nella testa del raffinato conquistatore possedeva già il sapore di vittoria e potere inesauribili, terminati invece in una caduta del più efferato degli angeli.
Michele sarà accanto a lui durante tutto il processo: dai primi segnali di una mente turbata, egoista, egocentrica, ebbra sì di arte e poesia, ma anche di lussuria e potere, quel potere a lungo negato per dare spazio ad individui meno meritevoli, quel potere distruttivo che spazza via ogni cosa, ogni persona, facendo attorno null'altro che terra bruciata.

Michele Corella è il boia di Cesare, nonché la sua ombra, il suo simbionte, la mano che pone fine alla vita, che la strappa con delicatezza inaudita, mossa da un ideale che non è il suo, ma del suo padrone, a cui versa tutta la sua lealtà.
E di lealtà l'anima di Corella morirà un po' alla volta di fronte alla crudeltà degli uomini, all'avidità, alle gelosie, alle invidie, a tutti i peccati che si possono trovare nei bollenti o ghiacciati gironi infernali.
Cesare Borgia ormai è inarrestabile, non si ferma di fronte a nulla, nemmeno alle lacrime dell'adorata sorella Lucrezia, o alla morte del fratello maggiore Giovanni, che altro non fa che ravvivare la fiamma rabbiosa che lo divora da una vita.
La sua esistenza è interamente dedicata alla conquista di un'identità che lui stesso fatica a riconoscere, di un'identità che ritrova specchiandosi solo negli occhi di Corella, il suo fidato assassino e amico, perché Michele è conosciuto solo per il suo ruolo, portatore di cattive nuove, e non per altro.
Per Michele non c'è tempo di amare apertamente, può farlo solo nell'ombra, silenzioso, nello stesso modo in cui prende le vite di coloro che gli vengono indicati dal Borgia, una rosa di persone che meritano di morire per la loro posizione scomoda in un gioco in cui non c'è spazio per i deboli, ma dove vale la legge del più forte...e del più crudele e senza scrupoli.

"La morte aveva gli occhi grigi di Michele Corella."

Non saranno poche le volte in cui Michele si chiederà se ne valga davvero la pena di continuare a commettere atti di una certa ripugnanza per un sogno che non è nemmeno il suo, ma MAI si troverà a dubitare delle decisioni e degli ideali perpetrati dall'amico Cesare.
Cesare sarà sempre colui a cui Michele si aggrapperà come una sorta di àncora in mezzo ad una burrasca violenta ed impietosa, e ancora non mi è chiara la natura del loro rapporto, poiché alcune volte aleggia tra i due una specie di tensione che sembra andare oltre l'amicizia, una tensione che risulta quasi sensuale, magnetica, anche un pizzico malata devo ammettere!

"I tuoi peccati sono i miei peccati, Cesare."

Il loro rapporto sarà un sali scendi di emozioni, dato che saranno poche ma struggenti le volte in cui saranno costretti ad allontanarsi l'uno dall'altro, ed altrettanto forti quelle in cui si ritroveranno per riprendere in modo ancora più violento da dove si erano lasciati, nonostante Cesare costringa Michele a compiere azioni che non mancheranno di procurargli qualche dubbio lancinante, soprattutto quando riguardano lui da vicino (non posso dirvi altro per evitare spoiler, ma il Borgia ordinerà a Corella di ammazzare persone che sostanzialmente non avevano nessuna colpa, se non quella di essere di troppo nel grande disegno di conquista del giovane guerriero).

L'ombra del Borgia è un romanzo storico che mi ha conquistata sin dalle prime pagine, in cui all'inizio troviamo un Michele torturato quasi a morte per ammettere le proprie colpe e quelle del suo mandante, ma restìo a confessarle per una lealtà che va ben oltre la minaccia di un semplice dolore fisico, frutto di un amore incondizionato per un megalomane sull'orlo della follia.
E poi ci troviamo a ripercorrere assieme a lui ogni suo ricordo, ogni sua sensazione, ogni suo momento condiviso con Cesare, dal tempo in cui si limitavano entrambi a bravate di poco conto, per poi passare ai primi omicidi, fino a bagni di sangue veri e propri, dove le loro personalità si intrecciano come cespugli di rovi spinosi e rose rosse e delicate.

"...per la tracotanza di un singolo uomo, di quel principe senza scettro che comandava alla Morte, e con il sorriso sulle labbra porgeva la mano per un'ultima danza a chi lo aveva tradito."

Alla fine, tutto tornerà al proprio posto, ma Michele non sarà più lo stesso, perseguitato dai fantasmi di coloro che lui stesso ha eliminato, e dal fantasma di una colpa troppo grande per essere nominata, ma che non basterà a piegarlo: lui, da sempre uomo impenetrabile ed imperturbabile, rimarrà tutto d'un pezzo fino al finale in cui, dopo tanto soffrire, potrà permettersi di riposare...forse.

"Se la morte fosse misericordiosa avrebbe il tuo volto, Michele."
"Se la morte fosse misericordiosa, non sarebbe la morte."

Credo che l'autrice abbia fatto un buon lavoro con l'ambientazione rinascimentale italiana, inserendo in modo magistrale personaggi storici realmente esistiti (un punto a favore va alla forte e fiera Caterina Sforza, donna che rifiuta i dogmi del tempo, combattendoli con un fervore affascinante), una buona dose di intrighi di corte, magheggi, complotti e tradimenti degni della famiglia più scandalosa di tutti i tempi, i Borgia appunto.
Premetto che non conosco la famiglia così a fondo, ma attraverso questo romanzo ho avuto modo di verificare ed avere una panoramica più completa sulla storia dei Borgia e dei loro nemici, ma soprattutto sulla dinamica che ha portato Michele a compiere ciò che ha compiuto.
La vicenda di Micheletto è una vicenda triste.
Destinato ad essere odiato o ignorato da tutti, l'unica persona a cui ha mostrato lealtà e devozione è anche la stessa che l'ha portato alla rovina, eppure lui non se ne pentirà mai e mai mostrerà un momento di cedimento il sentimento che prova verso quel cardinale affamato di potere e mai sazio che è Cesare Borgia.

Un romanzo storico che parla di conquiste, di strategie torbide, di gelosie ed invidie letali, di complotti ed intrighi politici, di guerre sanguinose e corti suntuose, di lussuria ed innocenza, di potere vaticano e potere di stato.
Se gli vorrete dare una possibilità, ne rimarrete sorpresi tanto quanto lo sono rimasta io!
E non ho paura di ammettere che sarà probabilmente una delle letture migliori dell'anno!
Consigliato!

LA MIA VALUTAZIONE

🍂🍂🍂🍂, 5  \ 🍂🍂🍂🍂🍂






venerdì 12 novembre 2021

Recensione "L' anima dell'acqua" - Giulia Calligola

TRAMA

Medioevo, a cavallo dell’anno 1000. Leuce è una giovane ninfa oceanina, pudica e timida, in accordo con le virtù femminili della sua epoca. Così come le impongono le tradizioni, è convinta che tutta la sua vita sia già stata scritta, che il suo unico scopo sia quello di sposarsi ed essere una buona moglie. Almeno fino a che non rimane bloccata negli Inferi e tutto il suo mondo si capovolge: non più moglie ma concubina, per obbligo, di un Dio oscuro che teme e crede di detestare.

Ma la realtà è che, nell’oltremondo, i costumi mortali e le tradizioni non hanno mai attecchito del tutto. E il re, in fondo, non è così spietato.

Ora Leuce può studiare, imparare, farsi domande e ricevere risposte. E trovare le sue vere vocazioni.

RECENSIONE 

Buongiorno lettori e buon pomeriggio!
Oggi mi prendo un attimo per parlarvi della mia ultima lettura, una lettura sofferta, come tutte quelle di Giulia Calligola d'altronde, che mi ha lasciato una stretta allo stomaco e un certo velo di malinconia tipici dei romanzi dell'autrice.
L'anima dell'acqua è una novella spin off del romanzo Il giudizio di Persefone (di cui trovate la recensione qui) , assieme a Come la luna e le stelle (di cui invece trovate la recensione qui), ambientato in Egitto, con protagonista il dio sciacallo Anubi e Caterina, migliore amica di Persefone.
Le due novelle si possono leggere anche senza aver letto il libro principale, tuttavia se volete avere una panoramica ancora più precisa e corretta, sappiate che comunque Il giudizio di Persefone contiene vari riferimenti a personaggi e fatti che troviamo anche nelle novelle stesse.

Fatte queste premesse, parliamo finalmente di questa dolcissima novella!
In circa duecento pagine ci troviamo ad accompagnare la giovane Leuce, ninfa d'acqua, nel lungo percorso travagliato che è la sua vita, una vita inizialmente condotta tra le altre ninfe figlie di Poseidone, e poi terminata a corte del Cronide più temuto dell'Olimpo, ovvero il tenebroso Ade.

Leuce viene educata sin da piccola a comportarsi come una donna pudica e timorata, al servizio degli uomini, pronta a soddisfarne ogni desiderio ed ordine, con l'unico scopo di assolvere completamente al ruolo di madre e moglie devota, sempre sottomessa e silenziosa.
Ma quando Poseidone stesso la costringerà a vivere nell'Oltretomba di Ade, Leuce scoprirà che il ruolo di donna come le è stato inculcato sin dalla nascita, non coincide con quello che rappresenta la sua stessa volontà.

Se negli abissi in cui è cresciuta la fanciulla non viene mai iniziata alle arti riservate esclusivamente al sesso maschile, come la lettura e la scrittura, perché ritenute non all'altezza del gentil sesso, e quindi non necessarie, nell'Oltretomba sarà proprio il dio dei morti ad incoraggiarla nell'apprendere tutti i segreti che le sono stati taciuti nella sua vita precedente.
Appena entrata nella corte di Ade, la ninfa non può fare a meno di odiarlo e temerlo, perché la sua fama lo precede sempre ed ovunque: i morti lo temono, ed anche i vivi.
Non c'è posto nel mondo per lui, per essere adorato al pari degli altri Dei, poiché dipinto eternamente come uomo severo ed inflessibile, mancante di pietà e misericordia, poco avvezzo a fare favori ai mortali.
Ma Leuce scoprirà nel corso del tempo che le idee della gente spesso sono basate sull'ignoranza e sul sentito dire; Ade le darà prova di essere invece una divinità che assomiglia agli umani più di quel che immagina e la cosa la destabilizza!
La destabilizza perché lei vorrebbe odiarlo quel Dio giudicatore e perentorio, ma il destino a volte ha uno strano senso dell'umorismo, e la ragazza si troverà a provare qualcosa che non ha mai provato prima e che, si renderà conto, le farà comprendere molte cose che fino ad ora le sono state precluse.

"Ebbe la sensazione che gli uomini, specialmente gli uomini di potere, non si concedessero spesso quel tipo di debolezza. Era un gran peccato. A tutti serve essere deboli di tanto in tanto, anche ai re, anche agli Dei."

Come sempre, sapete benissimo che i romanzi di Giulia sono una sorta di mio punto debole.
La sua prosa vagamente poetica e trascinante riesce in qualche modo a smuovere qualcosa dentro di me come altre letture non riescono a fare.
Partiamo da alcuni temi cardini della novella.
Mortalità ed immortalità.
L'autrice ha saputo creare dei personaggi con cui è semplice entrare in sintonia, soprattutto perché sono sì creature fantastiche, ma in qualche modo umanizzate e più vicine a ciò che siamo noi comuni mortali, coi nostri caratteri, le nostre insicurezze, le nostre paure e le nostre domande.
Ade, come immaginate, è un dio immortale, ma Leuce non ha purtroppo il privilegio della vita eterna e sa che prima o poi la sua esistenza terminerà e che sarà proprio l'uomo che ha amato a giudicarla, una volta pronta ad entrare definitivamente nell'Aldilà.
Leuce è convinta che lui sia talmente fermo ed irremovibile da non ricordare nemmeno il nome delle sue numerose concubine, poiché convinta che le loro essenze vengano spazzate via dal peso dei secoli che inesorabili trascorrono.
D'altro canto Ade, invece, viene dipinto come un gentiluomo d'altri tempi col peso di quegli stessi secoli che grava perennemente sulle sue enormi spalle.
Essendo un Cronide sa come trascorre il tempo, di conseguenza lui è lento: lento a ragionare, lento a muoversi, lento ad amare.
Perché se avete letto Il giudizio di Persefone sapete benissimo che Ade è in grado di amare, di un amore sconfinato che va oltre il concetto di tempo limitato, dato che proprio lui sa e conosce come funziona la Ruota.

Leuce ed Ade impareranno cos'è l'amore.
Lei conoscerà un sentimento nuovo, mai provato, che la travolge come una violenta marea.
Lui conoscerà un amore che sa di nuovo, e che ricorderà nei secoli, che si porterà dentro, che diventerà un pezzo del suo essere eterno. Che in qualche modo farà parte di lui.
Ma vi immaginate come potrebbe essere vivere per sempre vedendo coloro che amate morire uno dopo l'altro, anno dopo anno, mentre voi rimanete giovani per sempre?
Credo sia una delle sensazioni più tristi che un individuo possa provare, accompagnata dal senso di solitudine ed impotenza che, potrete ben intuire, lo stesso Ade sente quando non può impedire che succeda la fine di qualcuno che egli stesso ama.

Ma oltre al tema di mortalità ed immortalità, in questo libro possiamo trovare anche una buona dose di emancipazione femminile.
Siamo infatti in un periodo di stampo medievale, e alla corte di Poseidone le donne vengono istruite al compiacimento dei propri uomini: vengono cresciute con l'ideologia maschilista di dover trovarsi un marito e fare dei figli, divenendo mogli e madri fedeli, devote e pudiche.
Nel momento in cui la fanciulla mette piede alla corte di Ade, si rende conto che la realtà a cui potrebbe avere accesso è ben più ampia di quella che le hanno imposto da sempre.
Lei stessa è ben consapevole del fatto che il suo ruolo sarà quello di concubina, assieme all'altra etere del dio, Miriam, donna di mentalità super aperta che vive la propria condizione e la propria sessualità in modo libero, ma nonostante tutto la ragazza troverà nella sua nuova vita un'indipendenza mentale che non mancherà di sorprenderla giorno dopo giorno.
Ade le insegnerà a scrivere, a leggere, a ragionare con la propria testa, a farsi le proprie idee sul mondo terreno ed ultraterreno, a creare teorie, a sognarle, ma tutto nell'intimità della propria corte, poiché gli altri Dei sembrano essere di stampo differente dal suo e lui ci tiene a mettere in guardia la giovane ninfa: il mondo esterno non è pronto ad accettare donne come lei e Miriam, perché in qualche modo le teme.
L'intelligenza e l'indipendenza femminile fanno paura, e Leuce lo sperimenterà sulla propria pelle, diventando una donna saggia e ferma sulle proprie convinzioni.

Non posso dirvi altro, altrimenti rischierei di farvi qualche spoiler e non lo voglio, davvero.
Dovete immergervi in questa lettura e farvi una vostra idea, calarvi nei panni di Leuce, ma anche di Ade, di Miriam, di tutti. Solo così potrete provare un mare di sensazioni che difficilmente non si scateneranno: la scrittura di Giulia è pura dolcezza ed emozione, è pura empatia, puro amore, e anche dolore, malinconia, tristezza e rabbia.
Quello che però si comprende da questi tre romanzi è che la Ruota gira e non si ferma.
Il destino viene scritto e messo in atto senza prove, è buona la prima, non gli si sfugge.
E Leuce non ci sfuggirà, ma non si lascerà vivere dalla vita.

Conoscetela, e conoscete anche Ade, ne rimarrete sorpresi e magari, come me, ve ne innamorerete.
La sua dolcezza eterna è qualcosa di sublime.

PS. Ora che li ho letti tutti e tre, posso affermare che il mio preferito rimane Come la luna e le stelle, sia per le tematiche trattate, sia per la delicatezza con cui vengono affrontate, come il volo di una farfalla sul petalo di una rosa, non dimenticherò MAI il finale struggente, come tutti del resto, ma quello...dovete leggerlo! DOVETE LEGGERLI TUTTI!
Grazie ancora a Giulia che mi ha permesso di conoscere questo splendido e controverso mondo che ha ri-creato. Che gli Dei siano con voi!

LA MIA VALUTAZIONE

🍂🍂🍂🍂🍂 \ 🍂🍂🍂🍂🍂



lunedì 25 ottobre 2021

Recensione "Il segreto della speziale" - Sarah Penner

 
TRAMA

Regola n. 1 Il veleno non deve essere mai usato contro un'altra donna.

Regola n. 2 Il nome dell'assassina e della sua vittima devono sempre essere registrati nel libro della speziale.

Nascosta nei vicoli della Londra settecentesca, la piccola bottega di una speziale è frequentata da una clientela inusuale. Le donne di tutta la città sussurrano fra di loro il nome della misteriosa Nella, che vende veleni difficili da rintracciare e che possono essere usati contro gli uomini che le opprimono. Le regole sono poche ma ferree: il veleno non deve essere mai usato contro un'altra donna; il nome delle vittime e delle assassine verrà per sempre conservato nei registri della bottega. Eliza ha solo dodici anni quando entra dalla porta con l'insegna di un orso per richiedere, su ordine della sua padrona, un potente veleno. Da subito capisce che quel mondo magico, fatto di boccette di vetro, erbe odorose e ingredienti oscuri, è fatto per lei. E chiede alla speziale di poter diventare la sua assistente. Ma sarà proprio un errore di Eliza a sconvolgere il delicato equilibrio del piano di Nella e a scatenare terribili conseguenze che avranno eco nei secoli a venire. Nella Londra di oggi, una ragazza americana appassionata di storia, Caroline Parcewell, trascorre il suo anniversario di nozze in solitudine, fuggendo dai demoni che la perseguitano. Non si aspetta certo di ritrovare, nascosto nelle acque del Tamigi, un indizio che può essere la chiave per spiegare la serie di delitti irrisolti perpetrati due secoli prima. Eppure, le spire del veleno della speziale sono ancora pericolose, e qualcuno potrebbe non sopravvivere... L'esordio in libreria di Sarah Penner è un vero e proprio caso editoriale, adorato dai librai indipendenti che l'hanno scelto come romanzo dell'anno. Una storia affascinante e straordinaria che appena uscita ha scalato la classifica del «New York Times» rimanendovi stabile per mesi. Il segreto della speziale è un debutto magico e sovversivo, che racconta di misteri, veleni e vendette, ma anche di come le donne possano salvarsi a vicenda nonostante le barriere del tempo.


RECENSIONE

"La vita di una speziale è strana e solitaria."

Buongiorno lettori e buon inizio settimana!
Oggi vi parlo di una lettura consumata in appena due giorni, una lettura che mi ha conquistata sin dalle prime pagine e da cui non sono più riuscita a staccarmi: sto parlando di Il segreto della speziale di Sarah Penner, edito HarperCollins che ringrazio per avermi omaggiato della copia digitale!
Magnetica come poche, la scrittura di Penner è in grado di conquistare il lettore e calamitarlo nelle storie di Nella, Eliza e Caroline, donne così diverse, eppure legate da una forza e da una resilienza straordinarie.

La vicenda viene narrata in prima persona, ed è facile entrare in empatia con le donne protagoniste di questo romanzo, oltretutto i capitoli relativamente brevi aiutano ancora di più a proseguire più velocemente nella lettura: ci troviamo di fronte ad uno stile essenziale, non prolisso, ma tuttavia vagamente aulico, quasi onirico.
Quando ci caliamo nei panni di Nella ed Eliza, ci troviamo in un'Inghilterra di fine Settecento, in una bottega nascosta nell'oscurità di un vicolo che si scorge a malapena dalla strada principale, in un contesto in cui le donne sono schiacciate da una società di stampo prettamente patriarcale.
Nella è una speziale esperta, custode dei segreti dell'amata madre che le manca costantemente ogni giorno da quando è morta e che ha sempre lavorato per le donne, per recare sollievo laddove i medici troppo occupati a guarire gli uomini non sono mai arrivati.
Nella è una donna forte, indipendente, ma segnata da enormi sofferenze che ad un certo punto della sua vita l'hanno costretta a dedicarsi al lato oscuro della farmacia, ovvero i veleni.
Oltre ad essere custode dei segreti della madre, Nella tiene infatti un voluminoso registro in cui annota, volta dopo volta, i nomi delle donne che si rivolgono a lei per una delle cose più istintive e primordiali che animano l'essere umano: la vendetta.
E sarà proprio grazie a questa sua dote nel maneggiare veleni che conoscerà la coraggiosa Eliza, ragazzina di dodici anni al servizio di una ricca famiglia, che scoprirà già molto presto dove si possa spingere la crudeltà umana, tuttavia senza mai giudicare ciò che Nella prepara nella tenebra della sua bottega in Back Alley.
Eliza e Nella costruiranno un rapporto controverso basato sulla fiducia e sull'aiuto reciproco, spinto da una buona dose di empatia che l'una nutre nei confronti dell'altra, ma soprattutto impareranno a custodire i segreti di tutte le donne di Londra, ricche e povere, che si rivolgeranno alla speziale per togliersi di torno mariti infedeli, fratelli avidi o padri violenti.

"La speziale era l'amica di noi donne; le sue pozioni , custodi del nostro segreto: quegli uomini sono morti a causa nostra."

Parallelamente alla storia di Nella ed Eliza, troviamo quella di Caroline, ambientata nella Londra dei giorni nostri.
Caroline è una donna che ha appena scoperto l'infedeltà del marito, e che ha bisogno di staccare la spina da una routine soffocante fatta di sogni repressi, la maggior parte dei quali negati proprio da quel marito che l'ha tradita dopo dieci anni di matrimonio.
Caroline sceglie di partire per Londra sola, alla deriva, tentando di ricomporre un puzzle ridotto in mille pezzi di sé stessa, e si trova quasi casualmente a fare mudlarking (ovvero la ricerca di oggetti di valore nel fango del fiume) sulle fredde rive del Tamigi, alla ricerca di vecchi reperti dimenticati dal tempo e gettati in pasto alle gelide acque del fiume.
Sarà proprio un'ampolla di vetro colorato con un simbolo rovinato ed incomprensibile inciso sul lato ad accendere la fiamma della curiosità nella donna, che si ritroverà ad indagare sulla storia di una speziale scomparsa in circostanze ancora misteriose.
Una corsa contro il tempo per comprendere ciò che il passato vuole tenere segreto.
Una corsa contro il tempo per scendere a compromessi col proprio essere e cercare di capire i propri desideri.
La storia delle tre donne si intreccerà in una conturbante tela di avvenimenti tra passato e presente, e la verità verrà a galla portando alla luce segreti impolverati che il tempo ha voluto seppellire.

Il segreto della speziale è un libro scritto da una donna per le donne, questa è la prima sensazione che ho provato mentre mi immergevo tra le pagine della lettura; è una storia di resistenza e segreti, la storia di Caroline che per compiacere il marito decide di mettere a tacere il fuoco dentro di sé, intraprendendo una vita fatta di lavori stabili e giorni identici l'uno all'altro, grigi e statici, privi di quella scintilla che lei ama tanto rincorrere.
Nella è una donna provata dalla vita, che decide di fare della sofferenza la propria forza, dedicandosi alle donne in una società in cui le stesse vengono messe a tacere, schiave nel ruolo preconfezionato dai loro padri di madri e mogli devote.
Diventerà così la custode dei loro segreti, scrivendo i nomi di tutte nel suo grande e polveroso registro, maneggiando sostanze tossiche e veleni letali giorno e notte, confezionando preparati che andranno ad uccidere gli uomini: lei, infatti, non concepisce l'uso delle sue pozioni nei confronti di altre donne.
Nella è un' assassina, in fin dei conti, e lei lo sa bene.
E sa bene che il suo tempo è contato.

"Il mondo non è benevolo con noi donne...e abbiamo poche occasioni per lasciare un segno indelebile."

Eliza irrompe nella vita di Nella come un fulmine a ciel sereno.
Ha solo dodici anni, ma il coraggio e lo sguardo di una donna adulta.
Quando entra nella bottega della speziale, sa che non è per andare ad acquistare un rimedio per la tosse o per il mal di stomaco, bensì per uccidere il suo padrone.
Eppure, composta come poche, Eliza è oltremodo affascinata da quel mondo oscuro, fatto di erbe e sostanze pericolose che se ingerite anche solo in piccole dosi, possono portare ad una morte orrenda, fatta di vomito e sangue, umori freddi e deliri.

"Sono una speziale, ed è mio dovere curare le donne. Per quello sono venute da me in tutti questi anni, e io ho venduto loro ciò che volevano. Ne ho protetto i segreti e ho sopportato il peso dei loro fardelli."

Questa è dunque una storia di solidarietà tra donne, una solidarietà che purtroppo ai giorni nostri sembra essere ancora carente, conseguenza di invidie, gelosie, malelingue e pregiudizi.
Le donne sono le protagoniste assolute di questo libro: donne ferite, assetate di vendetta, donne in sofferenza che hanno perso tutto, donne che cercano la propria identità strappata a forza da uomini che le vogliono mettere a tacere, che le vogliono tenere sottomesse, donne che decidono di rimboccarsi le maniche e di fare delle proprie debolezze i punti di forza, donne maestre nel maneggiare sostanze velenose e letali, che uccidono senza sporcarsi le mani, che operano nel silenzio e nell'ombra, complici di altre donne.
Il segreto della speziale è arrivato probabilmente nel momento giusto, donandomi più consapevolezza.
I sogni alcune volte vengono accantonati nel momento in cui si conosce una persona.
Ci sono uomini che non vogliono vedere la propria donna realizzata, che la confinano a ruolo di madre e moglie, con un lavoro che magari a lei stessa non piace ma che dà stabilità e che quindi contribuisce a mandare avanti la famiglia. 
Ci sono uomini che vogliono annullare la propria compagna, che addirittura non accettano che lei abbia un lavoro, che sia indipendente, che con i guadagni si tolga qualche sfizio, qualche sfizio che lui non vorrebbe si togliesse. 
Uomini che vogliono imprigionare le donne, che le vogliono dipendenti da loro, sia affettivamente che economicamente.
Ecco, Caroline si libera di tutto questo, ripercorrendo la storia di Nella ed Eliza, e di tutte le donne che non hanno accettato quel vincolo maschilista che da secoli ormai le ha costrette a rimanere zitte, impotenti, sottomesse, prive di libertà.

Questa è anche una storia di libertà femminile, emancipazione, coraggio.
Una storia di veleni, misteri e magia. Di affetto, vendette, tradimenti, dolori e rivincite.
Come una fenice che risorge dalle proprie ceneri.
La rinascita. 
L'indipendenza.
La donna in tutte le sue splendide sfaccettature.

LA MIA VALUTAZIONE

🍂🍂🍂🍂, 5 \ 🍂🍂🍂🍂🍂





martedì 5 ottobre 2021

Recensione "Le streghe di Moonvalley" - Amanda Fall


 TRAMA

Cosa accadrebbe se in una cittadina fondata da una comunità di streghe alla fine del Seicento cominciassero a verificarsi misteriosi omicidi? Olivia Cromwell, strega novizia ed erede di una delle famiglie fondatrici di Moonvalley, non sembra in grado di attingere all’antica magia ancestrale della propria stirpe per porre fine allo sterminio. I suoi poteri sono improvvisamente impazziti e primordiali creature appartenenti al Regno Sotto la Collina minacciano la cittadina costruita nella Valle. Tra Orobie sotterranee custodi del sapere magico, un Broom and Witchcraft per soli turisti stregoni, un castello infestato, un negozio di amuleti incantati, antichi amori e vecchie faide, gli avvenimenti di un autunno particolarmente gelido segneranno il futuro della Congrega di Moonvalley. Quando la magia e la stregoneria non saranno sufficienti a debellare un popolo antico quanto il mondo stesso, riusciranno Oliva Cromwell e il suo Cerchio a sventare un’arcana vendetta e a riparare agli errori commessi dai loro antenati?

RECENSIONE

"Non abbiate paura della morte poiché essa è solo l'inizio. Non abbiate paura del trapasso poiché attraverso di esso entrerete nel Regno delle Streghe. Non abbiate paura delle anime dei nostri defunti poiché esse racchiudono tutto il nostro sapere magico. E ora, che la celebrazione del Samhain abbia inizio."

Buongiorno lettori e buon Martedì!
Oggi è la giornata perfetta per parlarvi della lettura che ho terminato proprio ieri mattina: il cielo fuori è plumbeo e promette pioggia, inoltre le temperature si sono notevolmente abbassate e la prima foschia mattutina è arrivata ad avvolgere le campagne qui attorno.

Quale momento migliore, quindi, per presentarvi l'ultimo libro che ho letto e di cui mi sono innamorata sin dalle prime pagine?
Le streghe di Moonvalley edito Segreti in giallo Edizioni, e scritto da Amanda Fall, che ringrazio tantissimo per la copia cartacea, è un fantasy che parla di streghe e lo fa con piglio frizzante e deciso, ironico e leggero, senza tuttavia trascurare l'anima dark che sarà il filo conduttore dell'intero romanzo.
Ciò che ho sicuramente amato non appena ho varcato i cancelli di Moonvalley, è stato il worldbuilding creato dall'autrice, un mondo magico che mi ha ricordato l'universo potteriano, mescolato ad elementi gotici da Nightmare before Christmas o La sposa cadavere, per non parlare dell'inquietudine costantemente presente che richiama in modo vago anche quel presentimento sinistro che si può ben cogliere in film come Il mistero di Sleepy Hollow, edulcorato (ma non troppo) da cenni che mi hanno ricordato l'epico Hocus Pocus.
Insomma, se siete alla ricerca di un libro che sia in linea col periodo tetro e cupo in cui ci stiamo addentrando, ma che vi accolga anche in ambienti cozy che sembrano usciti direttamente da Pinterest (frappuccini con zucca e cannella compresi) , non posso che consigliarvi Le streghe di Moonvalley!

"Pumpkin Maple Cappuccino con crema alla vaniglia, panna acida e una spruzzata di cannella."

Tralasciando lo sfondo volutamente creato dall'autrice per calare la storia in luoghi misteriosi e sempre avvolti da un'angosciosa e densa nebbiolina, nel libro troviamo una storia che si snoda tra passato e presente: se da una parte la vicenda si svolge ai giorni nostri, in cui a Moonvalley la stregoneria non è un mistero, ma anzi, rappresenta l'energia che in qualche modo fa andare avanti la piccola cittadina, dall'altro troviamo dei momenti in cui si torna indietro ai processi più scabrosi nella storia della caccia alle streghe.
Amanda ha saputo costruire in modo coerente e senza difficoltà ogni singolo tassello appartenente al passato, che poi porterà al puzzle completo di rivelazioni finali, incastrandolo nel presente senza farlo risultare fuori contesto o troppo forzato: l'insieme di scene si amalgama perfettamente creando una trama che fila senza intoppi e che si snoda in modo scorrevole.

Un altro punto a favore va sicuramente alla caratterizzazione dei personaggi.
La storia viene narrata in terza persona da diversi punti di vista, quindi avremo delle parti in cui vivremo nella mente di Olivia Cromwell, la protagonista principale, per poi spostarci anche tra gli altri personaggi, come Cordelia Stonemoss, che io ho personalmente amato, oppure Julian e Chris, di conseguenza possiamo viverci la vicenda a 360 gradi, comprendendo meglio alcuni elementi importanti per lo sviluppo della trama.
Ogni personaggio, come vi ho già anticipato, è stato descritto in modo a mio parere impeccabile, perché descritto con peculiarità che lo differenziano dagli altri (basti pensare ad esempio ad Olivia, ragazza che si può leggere come un libro aperto, che esterna le proprie emozioni, riflessiva e non impulsiva, e alla migliore amica Cordelia, smaliziata, una testa calda, esplosiva e focosa, poco incline all'esternare i suoi sentimenti); inoltre, ho amato come ogni strega in questo libro abbia una caratteristica fisica peculiare che appartiene alla famiglia da cui discende (come ad esempio i canini appuntiti per la famiglia Cromwell).

Così come il fisico, ogni famiglia di streghe padroneggia un certo tipo di magia.
Ma badate bene che in questo libro non esiste il concetto di magia buona e magia cattiva, e per me questo è un argomento davvero molto delicato, poiché a parere mio la magia non è mai bianca e nera, ma dipende tutto dalle intenzioni della strega stessa.
Fatta questa premessa, posso sostenere che questa visione della magia viene descritta molto bene anche in questo libro, poiché ogni genere di stregoneria effettuata qui non è mai buona o cattiva, ma assume piuttosto una piega neutra (o come già dicevo, dipende dalle intenzioni di chi compie la magia); in ogni incantesimo, ad esempio, viene utilizzato il sangue, che in antichità si pensava venisse usato esclusivamente nei rituali di magia nera, ma che in realtà ha un significato molto più profondo, e viene quindi impiegato anche in riti prettamente "bianchi".

Avremo quindi il cattivo in questa storia?
Ni, perché come dicevo dipende dai punti di vista.
Il cattivo principale c'è, ed è anche piuttosto antipatico, ma scoprirete che alcuni "malvagi" in questa storia non lo saranno per niente, mentre altre persone che si guadagneranno la nostra fiducia alla fine non saranno altro che impostori. E tutta la storia sarà ancora una volta capovolta!
Preparatevi a colpi di scena che si concentreranno soprattutto verso la fine, e si susseguiranno in maniera talmente ravvicinata che vi lasceranno senza parole, assicurato!
Inoltre, non ci sarà un lieto fine, o almeno, molte cose rimarranno in sospeso e verranno credo rivelate in un secondo volume al quale l'autrice sta già lavorando (ed io sono curiosa di sapere come andrà a finire!).

C'è la componente fantasy?
Sì, ed è massiccia e come piace a me. 
Rispetto a Le streghe in eterno in cui non ho trovato nulla di fantasy, qui la magia e la stregoneria, le pozioni ed i rituali arcaici, gli incantesimi sussurrati in latino a fior di labbra, fate crudeli, fantasmi, spettri e scuole di magia vi usciranno anche dalle orecchie e ne rimarrete estasiati!

C'è la componente romance?
Ovvio, ma non pensate che sia stucchevole e melensa.
Il romance c'è ma è dosato in modo consapevole e si incastra perfettamente nella storia, ma non voglio svelarvi altro se non che una ship in cui speravo finalmente (perché solitamente non sono fortunata con le ship) si è realizzata, anche se rimane in sospeso anch'essa nel finale (non vedo l'ora di conoscerne gli sviluppi).

Nel complesso Le streghe di Moonvalley mi è piaciuto?
Ammetto che è stata una lettura davvero intrigante ed in linea col periodo autunnale che io personalmente adoro; leggendo ed avanzando ad ogni pagina mi sembrava di trovarmi lì, in quella cittadina dove i tetti delle case assomigliano a cappelli di strega dalle punte affusolate, dove le insegne di gatti col pelo rizzato in ferro battuto vengono sbatacchiate qua e là dal vento che promette l'Inverno, dove manti di foglie ingiallite rivestono i marciapiedi, dove l'oceano lambisce gli scogli con le sue acque gelide popolate da creature misteriose, dove regna la tranquillità dei cimiteri monumentali e dove gli spettri infestano i castelli abbandonati.
Forse una cosa che non mi ha fatta particolarmente impazzire è la lunghezza di alcune frasi che rendono a volte la lettura leggermente difficoltosa, arricchite da descrizioni un po' troppo piene di fronzoli, ma per essere un romanzo d'esordio è davvero un'ottima partenza!

Una menzione speciale va ad alcuni luoghi di cui mi sono innamorata, sia per nome che per caratteristiche, come il Lunastero, una sorta di municipio magico in cui vengono raccolte tutte le scartoffie ed i documenti relativi a vita, morte e miracoli di ogni creatura magica residente a Moonvalley, oppure le splendide Orobie, luoghi sotterranei antichi in cui le streghe si riuniscono per imparare le arti magiche e dove vengono custoditi tutti i saperi delle varie famiglie, una specie di Hogwarts, ma sottoterra.

Ed ovviamente, non posso non nominare ancora una volta il mio personaggio preferito , ovvero la mia carismatica Cordelia, strega dotata di un potere immenso, dal temperamento focoso e dalla passionalità dirompente, che si diletta nell'arte della Negromanzia e del Voodoo; e poi, accanto a lei, Marcel Levistain, stregone divinatorio che mi ha incantata coi suoi due occhioni blu e la sua costante insicurezza mascherata di arroganza.

Ancora vi state chiedendo se leggere questo libro?


LA MIA VALUTAZIONE

🍂🍂🍂🍂, 5 \ 🍂🍂🍂🍂🍂





martedì 28 settembre 2021

"Come anima mai" - Rossana Soldano

TRAMA

Inghilterra, 1936.

Lewis Ellsworth, figlio del Duca di Buccleuch, è attento a tenere i suoi incontri sessuali lontano dagli ambienti aristocratici. All’inizio del suo secondo anno a Cambridge, però, scopre che il ragazzo con cui si è intrattenuto in un pub è uno studente del suo stesso college. Intelligente, affascinante ed eccentrico, William Chase entra nella sua vita come un tornado, scuotendo certezze e intenzioni.

Due studenti privilegiati, colti e raffinati, ubriachi di arte e letteratura, ebbri di emozioni e ambizioni.  Ma in una società in cui persino al Re non è permesso scegliere di chi innamorarsi, Lewis e William vivono un amore diverso, vietato e voluto, doloroso e intenso, nascosto agli occhi del mondo.     

Una storia fatta di coraggio, segreti, passione e contrasti, di crescita e conflitto, alla ricerca di una Wonderland nascosta dietro specchi di ipocrisia. Due vite che si incrociano e si salvano, due anime destinate a perdersi e a rincorrersi sullo sfondo dell’Europa del secolo scorso, un’Europa controversa e stuprata dalla guerra, in cui l’amore crea più scandalo dell’odio, in cui credere alle favole sembra quasi impossibile, ma è l’unica via d’uscita.

Perché, forse, Wonderland non è un dove, ma un quando.

"Ci rincorrevamo come sabbia in una clessidra e niente
si andava a perdere mai; pieni, davvero, solo se insieme.
 
Solo che allora, stretta nei nostri corpi, la felicità pensavamo di poterla
tenere con noi per sempre, marchiandocela addosso come l’amore sulla vita."


Buongiorno lettori e buon Martedì!
Oggi vi voglio parlare di un libro che molto probabilmente, anzi sicuramente, sarà la mia lettura preferita dell'anno, senza ombra di dubbio.
Quando mi è stato suggerito (o meglio quasi imposto in modo amichevole. Grazie Francesca ed Elisa) di leggere Come anima mai, ho continuato a procrastinare pensando che la storia e il genere non avrebbero potuto entrare tra le mie preferenze, di conseguenza ho esitato, lo ammetto, ma poi è giunto un periodo della mia vita in cui ho deciso di voler voltare pagina e provare qualcosa di nuovo dal punto di vista "libroso".
Quindi mettetevi comodi, perché le cose da dire sono tante e spero di esserne all'altezza, perché se alcune volte è facile parlare di un libro che non ci ha entusiasmato o che non abbiamo proprio apprezzato, credo sia più difficile e complesso parlare di una lettura che ci ha conquistati sin dalle prime pagine, poiché trovare le parole ora come ora ( e forse anche in futuro) mi risulta ostico.

Come anima mai è il classico libro che non ti stancherai mai di rileggere, ma che nel contempo sei consapevole ti possa distruggere psicologicamente ad ogni rilettura.
La trama la potete trovare tranquillamente qui sopra, non vi sto a ripetere ciò che già potrete scoprire leggendola, ma ci tengo a dirvi che non ci sono abbastanza parole per definire questa storia, una storia di una delicatezza inaudita, ma di uno struggimento che di fronte ad un libro non ho mai, e dico mai, provato.
Premetto che non sono un'amante sfegatata dei libri che trattano storie d'amore, anzi, non ne leggo mai perché credo che si debba saper parlare bene di amore ed ho sempre paura di rimanere delusa dalla presenza dei soliti cliché triti e ritriti e di situazione melense ed esagerate che non rispecchiano la realtà.
Con Will e Lewis, invece, ho trovato quello che mi aspetterei io da una storia d'amore, ovvero quel sentimento, quella forza e nel contempo quella sensibilità, quel dolore e quel senso di non essere mai abbastanza, quella voglia di migliorarsi per l'altra persona sempre e comunque, quella nostalgia, quella malinconia, che servono a rendere una relazione più veritiera, più vera.

"Resta è una pretesa. Torna è una promessa. Di chi rimane. Di esserci, ancora."

Will e Lewis non potrebbero essere più diversi.
William Chase proviene da una famiglia di estrazione borghese, mentre Lewis Ellsworth è un lord inglese che viene cresciuto in funzione al ruolo che assumerà quando dovrà prendere le redini dell'eredità aristocratica regalatagli dal padre.

Will ama l'arte in ogni sua forma, è un sognatore, intelligente, è raffinato, posato, sa come trattare con gli altri, sa come attirare l'attenzione, non si scompone quasi mai, mantiene sempre un certo velo di mistero e discrezione che non fanno altro che ingrandire il suo fascino.
E poi è dannatamente bello e sembra che al mondo non esista nulla che lui non sappia fare.
Lewis, invece, ha le sue insicurezze, ed è impulsivo, focoso, facilmente infiammabile.
Alle volte agisce senza soppesare le conseguenze, e quando si arrabbia tende a dire cose di cui potrebbe poi pentirsi, ma è anche orgoglioso, e non sempre riesce a chiedere scusa, ma quando ama, ama senza mezze misure.

La prima volta che ho letto di loro due, ho pensato subito al fuoco e all'acqua.
Lewis è sicuramente un incendio che divampa, indomabile, ma poi arriva Will, una sorgente di acqua fresca che riesce a smorzare quel fuoco che divora, che distrugge, arginando così il danno.
Entrambi amano in modo audace, forte, quasi distruttivo, ma nello stesso tempo uno compensa l'altro, l'uno non può esistere senza l'altro. 
Loro sono il baricentro, e tutto il resto gravita attorno come uno sfondo sfocato.

Vi giuro che non saprei come aggiungere altro.
Ci ho provato. Ho provato a cercare le parole giuste, ma Will e Lewis mi hanno colpita così tanto nello stomaco che ancora adesso sto cercando il modo giusto per parlarvene e probabilmente non ce la farò mai (infatti credo che farò una rilettura per poter cogliere particolari che potrebbero essermi sfuggiti e aggiungere qualche commento alla lista).
E non nego che mentre sto scrivendo questa recensione con sotto mano le citazioni che mi hanno affascinata di più ho un groppo in gola che non riesco a spiegare e le lacrime agli occhi, se ripenso a tutto ciò che ho vissuto assieme a loro due.
Perché questa non è una semplice storia d'amore vissuta in un determinato lasso di tempo.
Will e Lewis crescono assieme. E non pensate che rimangano uno accanto all'altro per tutti gli anni della loro relazione, no assolutamente, verranno separati così tante volte che alla fine vi chiederete se mai si ritroveranno, se mai torneranno ad amarsi, se mai vivranno assieme la loro storia in un contesto storico in cui l'omosessualità viene condannata, schifata, nascosta, infangata dalla società.
Vi troverete a viaggiare per un' Europa che probabilmente non avete mai conosciuto, un continente minacciato e poi rovinato dalla Grande Guerra, ma che è culla di una grande cultura, ospite di un'arte seducente, che chiama a gran voce i due ragazzi come il canto pericoloso di una sirena.
La passione per l'arte e la musica è il filo conduttore che aleggia sulle vite dei protagonisti, rendendoli ebbri di conoscenza e speranza, speranza per un futuro in cui il loro amore non potrà essere proibito ed ostacolato, e magari approvato dalla società.
Ma per ora sono costretti a nascondersi.
E non sempre celarsi agli altri può essere una cosa positiva.
Se nella prima parte del libro Will e Lewis, ancora giovani ed inconsapevoli, vivono il loro sentimento tutto sommato in modo leggero e spensierato, anche se ogni tanto minati da picchi di gelosie ed ossessioni, nella seconda parte troveremo due uomini che stanno crescendo e che assistono agli orrori di ciò che l'essere umano può arrivare a fare.
Le carte sono scoperte (o quasi ma non vi svelo nulla per non fare spoiler) e ormai non c'è nulla da perdere. O c'è tutto da perdere.
Wonderland sembra crollare come un castello di sabbia sotto le onde violente del mare.
Will e Lewis si perdono per quello che sembra un tempo immemore, ma entrambi continuano ad amare.
Nonostante gli anni tremendi di guerre, vessazioni, ricatti assurdi, costrizioni, ruoli da rispettare contro la volontà, delusioni, notti in bianco, morte e disperazione, loro due continuano a sperare di ritrovarsi e finalmente amarsi come mai abbiano mai fatto.

"La verità, Will, è che io non riesco a lasciarti andare, a smettere di amarti, perché amare te è quanto di più vero e reale e giusto ci sia mai stato e ci sarà mai nella mia esistenza."


A parte il fatto che lo stile di Rossana mi si è incollato addosso come una seconda pelle e che leggerei anche la lista della spesa scritta da lei, ho trovato che il romanzo sia strutturato in modo davvero affascinante, poetico e vagamente aulico, con descrizioni che non si disperdono in situazioni prolisse e noiose, ma che vanno dritte al punto e che soddisfano l'immaginazione del lettore.
L'evolversi della vicenda è graduale, non affrettato, e questa è una cosa che ho apprezzato molto, poiché mi ha permesso di conoscere meglio le dinamiche di alcune scene; si parte infatti dai tempi in cui i ragazzi frequentano il college, per poi passare dagli anni che precedono la Seconda guerra mondiale a quelli in cui effettivamente il mondo è preda dell'orrore che tutti noi conosciamo, fino alla fine degli anni '50.
Ci viene quindi presentato un lasso di tempo bello ampio in cui succedono tantissime cose, in cui compaiono molti personaggi che nonostante vengano solo accennati, hanno un loro ruolo, seppur marginale, nello srotolarsi della storia. Ci sono persone che vanno e che vengono, che rimangono nonostante tutto, che scompaiono ed all'improvviso, così di sorpresa, appaiono dal nulla stringendo tra le mani rivelazioni e verità sconcertanti.

"Quella notte ci guardammo ricordandoci in altre mille vite precedenti."

Cos'altro potrei aggiungere quindi?
Niente. Non c'è nulla da aggiungere a qualcosa che è già completo di suo.
Ancora adesso, dopo mesi che ho terminato Come anima mai, rileggo le citazioni che mi sono segnata, versando ogni volta una fottuta lacrima per quell'amore che Lewis e Will condividono e custodiscono come qualcosa di segreto e prezioso, puro e vero.
Ancora adesso penso che questo libro sia arrivato a me in un momento della mia vita in cui stavo iniziando a brancolare nel buio, a perdere fiducia in alcune cose, a perdere la speranza, e Will e Lewis mi hanno in qualche modo insegnato che non devo mai smettere di rincorrere ciò che mi fa stare bene, anche al costo di star male in qualche determinato momento.
Dopo la sofferenza, il raggiungimento della vetta sarà più sublime.
Ecco cosa ho imparato da loro due.
Perché Will e Lewis non sono supereroi. Sono esseri umani comuni come me e voi, con sentimenti negativi e positivi, con pregi e difetti, ma con la voglia di amare e vivere liberi.
A qualche mese di distanza dalla lettura, loro due sono ancora qui con me, tangibili, concreti come non mai, e mi sorridono finalmente sereni dalla loro Wonderland.

🍂🍂🍂🍂🍂 \ 🍂🍂🍂🍂🍂