In un'epoca lontana, il destino di otto Regni della Terra è
legato a una profezia su una futura regina. La principessa Victoria Legendragon,
a capo dell'Esercito Supremo, deve oltrepassare i confini del mondo con i suoi
Cavalieri per sconfiggere Zaros, Re Oscuro della casata Adeagon, diventando la
Regina Eterna dei dieci Regni. Ella può compiere l'atto solo sposando l'erede
al trono di Wingdragon, il principe William. In un acceso gioco di Troni,
battaglie e duelli epocali, maledizioni, oscuri segreti, ostacoli clamorosi,
amori proibiti e scandalosi e ancora magia, streghe, maghi, draghi, orchi,
sirene... serpeggia il fato di una donna senza scelta. Alla conquista del
supremo... perdendo ciò che di più caro potesse mai desiderare.
RECENSIONE
Buon pomeriggio mie piccole zollette di zucchero!
No, non ho bevuto, sono solo super super felice di essere qui oggi con una nuova recensione su un libro che ho terminato qualche giorno fa, metabolizzato da poco e che ancora ogni tanto vortica tra i miei pensieri.
Sto parlando del primo volume di una tetralogia medieval fantasy scritta da Daphne Stalwart che ringrazio infinitamente per la copia cartacea in omaggio e per aver sopportato i pochi (ma buoni) scleri che le ho appioppato nel corso della lettura ( e anche alla fine).
Ma bando alle ciance ed iniziamo!
Vi avverto che ci sarà un bel po' da dire, di conseguenza ho deciso di dividere la recensione in più parti, dove parlerò dei personaggi, del worldbuilding, dell'ambientazione ed infine vi dirò un attimo cosa mi ha trasmesso questo libro in termini di emozioni e sensazioni!
Buona lettura intanto!
Venne quel dì e la leggenda iniziò.
Il passato sfumò alle spalle, il presente palpitava e il futuro avrebbe atteso al varco le sorti del tempo.
I PERSONAGGI
L'intera vicenda ci viene narrata in terza persona, tuttavia l'autrice ha scelto di dare voce non solo ad un personaggio, ma a tanti, permettendoci quindi di immergerci in dinamiche differenti della storia senza incorrere nel rischio di fare confusione.
Se possiamo pensare in qualche modo che i molteplici punti di vista mettano in difficoltà il lettore, creando una sorta di caos narrativo, ebbene in questo primo libro Daphne ha saputo incastrare con maestria il pov di più personaggi che avranno il loro ruolo più o meno importante, senza suscitare in chi legge la necessità di fermarsi, prendere un respiro, tornare indietro e rileggere per comprendere ciò che effettivamente è stato letto.
Di fatto, nonostante la narrazione sia per così dire "multitasking" , la storia procede fluida e coerente, così come i personaggi mantengono la loro caratterizzazione pur evolvendo nel corso degli eventi.
Ad ogni modo, la protagonista assoluta rimane comunque Victoria Legendragon, principessa destinata secondo un'antica profezia a compiere grandi cose, tra le quali diventare una potente regina a capo dei regni che attualmente sottostanno al pugno di ferro del padre Xander.
Come ho già accennato anche all'autrice, ho avuto qualche difficoltà lungo il percorso che mi ha vista accanto a Victoria ad entrare in empatia con lei, forse perché in fondo siamo più simili di quello che voglio ammettere, e i suoi difetti sono anche i miei difetti, di conseguenza mi risulta difficile accettarli poiché a malapena accetto il fatto di possederli.
Un po' come guardarsi allo specchio e sentirsi estranei nonostante siamo abituati a vederci riflessi su quella superficie ogni giorno.
A me Victoria ha fatto questo effetto: mi è sembrata una personalità un po' troppo scostante ed altalenante, difficile da inquadrare, fredda e lievemente distante, quindi la capacità di immedesimarsi in lei (almeno a me) è risultata davvero difficoltosa.
Tuttavia, ciò che ci tengo a precisare è che lei stessa rappresenta comunque l'ideale di personaggio femminile che vorrei vedere più spesso all'interno di un buon fantasy, ovvero lo stereotipo della ragazza che non ha bisogno di essere salvata dal cavaliere di turno, ma che si salva da sola, e lo fa anche piuttosto bene!
Quindi sicuramente un punto per Victoria!
Stiamo quindi a vedere come evolverà il suo personaggio nei prossimi libri (perché di fatto in questo non mi sembra evolva in modo significativo, rimanendo piuttosto lineare), e soprattutto se riuscirà ad aprirsi un po' di più con le persone che ama!
Parlando di persone che la Vic ama...come potrei non nominare il principe Karidian?
Ecco, DEVO nominarlo, altrimenti potrebbe offendersi.
Karidian è il figlio illegittimo di re Castrus Wingdragon, un bastardo come lo definiscono le masse, ma non solo: egli è anche il Comandante dell'Esercito Supremo, che raduna i guerrieri più impavidi ed esperti di tutti i regni in vista delle battaglie più cruente da affrontare, di conseguenza la sua leadership risulta lampante già dalla prima volta che lo incontriamo.
Karidian è sfacciato, sfrontato, focoso, leale ed estremamente orgoglioso, ma possiede anche dei difetti, che lui stesso è restìo a dimostrare, dato che teme che la sua reputazione sia infangata: è più facile essere considerato uno sciupafemmine spietato piuttosto che un semplice ragazzo che si è creato una corazza sulle proprie insicurezze e sulle malelingue.
La sua personalità bruciante entrerà, come potrete immaginare, in collisione con quella più mite ed introversa (e in qualche modo capricciosa ed altrettanto orgogliosa) di Victoria, che si ritroverà vulnerabile come non lo è mai stata.
Acqua e fuoco quindi rappresentano queste due figure importanti per il decorso della vicenda, l'una riflessiva, trasparente, apparentemente calma ma che possiede una forza che se sfoderata potrebbe essere distruttiva, l'altro caldo come le fiamme infernali, impulsivo, testardo e sempre con la battuta pronta, con una potenza disarmante, guidato da una passione bruciante.
Ovviamente potrei parlarvi anche degli altri personaggi, ma non voglio svelarvi troppo, altrimenti rischio di fare anche spoiler, di conseguenza mi limiterò a dire che incontrerete tantissime persone in questo libro, e forse all'inizio farete un po' di difficoltà a ricordare nomi, visi e ruoli, ma credetemi se vi dico che nonostante la moltitudine di tali figure, la loro caratterizzazione è così peculiare che poi riuscirete a collegare ai nomi una caratteristica, sia fisica, che mentale, dalla quale poi difficilmente riuscirete a dissociarvi.
Se infatti parliamo di Dario Wealthagon, ad esempio ( e che esempio!!), a lui collego immediatamente l'immagine di due occhi di ghiaccio, un sorriso calcolatore stampato in faccia e sempre un piano B in mente atto a mettere a soqquadro la sorte di un intero regno.
Se penso invece a Kailja Goldrosagon, mi viene in mente una donna forte, che non indossa scomode gonne, ma morbidi pantaloni per agevolare il combattimento, una guerriera destinata a fare la regina, ma che la regina non vuole fare, una ragazza determinata che non ha bisogno di un uomo nella sua vita per avere un nome o un titolo.
Nel complesso, a parte Dario e Kailja che sono i miei personaggi preferiti fino ad ora, posso affermare con una certa sicurezza che tutti i personaggi incastrati nella storia possiedono un ruolo ben preciso ed uno scopo mirato allo sviluppo dei fatti, esattamente come i pezzi di una scacchiera disposti in modo impeccabile sulla superficie a quadri bianchi e neri: ogni personaggio influenza con le sue decisioni le mosse dell'altro, oppure con una sola manovra mette a repentaglio l'intera partita e ci vorranno anima e corpo di tutti per rovesciare la sorte e riportare pari i piatti della bilancia.
Ma attenzione a torri e re! Lo scacco matto è dietro l'angolo...
IL WORLDBUILDING E L'AMBIENTAZIONE
Il mio fidanzato è malato di Game of Thrones, di conseguenza ho avuto a che fare con le trame complicate di questo telefilm, e devo ammettere che ne ho trovato un buon accenno anche in The chosen one.
Diciamo che le influenze di Martin si sentono in modo preponderante, basti pensare ai diversi regni governati dalle varie famiglie, alla presenza dei draghi, al fatto che si combatta per sedere sull'agognato Trono dei Troni, praticamente con il mondo in pugno, alle profezie e alla presenza di un cattivo dimenticato da tempo che torna a minacciare l'equilibrio già precario che aleggia sui vari regni.
Per non parlare dei colpi di scena e degli intrighi di corte su cui sicuramente l'autrice non ha risparmiato! Ci saranno diverse rivelazioni che ribalteranno tutto quello in cui abbiamo creduto fino ad un certo punto della storia, che poi arriveranno come una sprangata sui denti e rivolteranno tutto ancora una volta: dalla metà del libro in poi succede di tutto.
Dovete essere pronti perché quel tutto include un bel po' di carne al fuoco, forse alle volte anche troppa, ma che è necessaria per avere una panoramica completa su tutto ciò che seguirà nel secondo volume, dato che nel finale ci sarà una scena che vi lascerà col fiato sospeso, il cuore crepato, un sorriso isterico sulle labbra e il cervello in fiamme (io vi ho avvertiti!).
Ho apprezzato moltissimo il fatto che ogni regno, ogni famiglia, abbiano la propria caratteristica che li fanno riconoscere da tutti gli altri, ad esempio i Saildragon, che hanno fatto del commercio il proprio punto forte e che detengono il potere sui porti del loro paese, ghiotti di navi mercantili, o i Wealthagon, che invece hanno fatto della parola il modo più efficace per contrattare ed ottenere favori, rendendoli ricchi da far schifo ed estremamente influenti ed importanti.
Una cosa che ho apprezzato invece dei Legendragon è il fatto che non facciano distinzioni tra uomini e donne quando è il momento di porre qualcuno sul trono, poiché per loro non far salire al potere una donna equivale all'essere doppiamente vigliacchi e meschini: che dire? Dieci punti ai Legendragon!
E che dire dell'ambientazione?
Se siete amanti di duelli, battaglie di spade e lance, leggende di maghi, draghi e fae, guerre sanguinose ed amori proibiti, castelli maestosi, giochi di regni, intrighi di corte, fruscii di vestiti pregiati di principesse e urla di battaglia di affascinanti cavalieri, questo è senza dubbio il libro che fa per voi!
The chosen one è una boccata di aria fresca nel panorama fantasy italiano, una lettura articolata che tuttavia scorre come acqua tra le mani, che ci coinvolge, che ci fa annusare l'odore del sangue versato nel Torneo annuale dei Cavalieri, il profumo del grano nella Stagione del Sole, che ci fa emozionare, che parla di affetto, rimpianti, di paure, di terrore, di incubi, di consapevolezza e coraggio, di resistenza, di resilienza, di morte e rinascita, di tutto ciò che potrebbe essere, ma che mai sarà.
Di persone come noi, destinate a compiere grandi azioni e guadagnarsi gloria e grazia eterne, o il decadimento e il disprezzo totali.
La Ruota del Fato gira per tutti loro, e nessuno sarà in grado di fermarla...
Cosa posso aggiungere ancora?
Premessa: non sono una lettrice appassionata di medieval fantasy, ho sempre preferito gli urban perché preferisco storie ambientate ai giorni nostri, tuttavia questa di Daphne è stata una bellissima scoperta che farei e rifarei in modo perpetuo!
Mi sono affezionata ad alcuni dei personaggi, spingendomi anche ad odiare alcuni di loro, a provare pietà e tenerezza, ad entrare nei loro panni, a prendermi cotte assurde (ciao Dario - ciao Karidian), a chiedermi "E adesso che succede?" , a pensare in certi momenti che non sarebbe potuta andare peggio quando dopo due pagine il mondo sarebbe crollato su sé stesso!
Mi sono ritrovata di sera, sola sul divano, mentre assistevo in tribuna al Torneo dei Cavalieri, mentre guardavo Victoria e Karidian litigare in nome di un amore proibito ed esplosivo, Dario tessere le sue trame, William rimanere in quel suo silenzio odioso ed accondiscendente, Agata combattere ai confini del regno e Aedagon preparare le sue truppe glaciali.
Ci sono tantissime cose da approfondire e da comprendere. Tante situazioni a cui spero venga data una spiegazione nel secondo volume, tanti personaggi ancora da incontrare e tante storie da vivere.
In una cornice fiabesca che di fiaba ha ben poco, il Richiamo del Drago pulsa sempre più forte, e il Prescelto non potrà sottrarsi a ciò che il Fato ha in serbo per lui...
Risponderete al Richiamo?
LA MIA VALUTAZIONE
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