TRAMA
Medioevo, a cavallo dell’anno 1000. Leuce è una giovane
ninfa oceanina, pudica e timida, in accordo con le virtù femminili della sua
epoca. Così come le impongono le tradizioni, è convinta che tutta la sua vita
sia già stata scritta, che il suo unico scopo sia quello di sposarsi ed essere
una buona moglie. Almeno fino a che non rimane bloccata negli Inferi e tutto il
suo mondo si capovolge: non più moglie ma concubina, per obbligo, di un Dio
oscuro che teme e crede di detestare.
Ma la realtà è che, nell’oltremondo, i costumi mortali e le
tradizioni non hanno mai attecchito del tutto. E il re, in fondo, non è così
spietato.
Ora Leuce può studiare, imparare, farsi domande e ricevere
risposte. E trovare le sue vere vocazioni.
RECENSIONE
Buongiorno lettori e buon pomeriggio!
Oggi mi prendo un attimo per parlarvi della mia ultima lettura, una lettura sofferta, come tutte quelle di Giulia Calligola d'altronde, che mi ha lasciato una stretta allo stomaco e un certo velo di malinconia tipici dei romanzi dell'autrice.
L'anima dell'acqua è una novella spin off del romanzo Il giudizio di Persefone (di cui trovate la recensione qui) , assieme a Come la luna e le stelle (di cui invece trovate la recensione qui), ambientato in Egitto, con protagonista il dio sciacallo Anubi e Caterina, migliore amica di Persefone.
Le due novelle si possono leggere anche senza aver letto il libro principale, tuttavia se volete avere una panoramica ancora più precisa e corretta, sappiate che comunque Il giudizio di Persefone contiene vari riferimenti a personaggi e fatti che troviamo anche nelle novelle stesse.
Fatte queste premesse, parliamo finalmente di questa dolcissima novella!
In circa duecento pagine ci troviamo ad accompagnare la giovane Leuce, ninfa d'acqua, nel lungo percorso travagliato che è la sua vita, una vita inizialmente condotta tra le altre ninfe figlie di Poseidone, e poi terminata a corte del Cronide più temuto dell'Olimpo, ovvero il tenebroso Ade.
Leuce viene educata sin da piccola a comportarsi come una donna pudica e timorata, al servizio degli uomini, pronta a soddisfarne ogni desiderio ed ordine, con l'unico scopo di assolvere completamente al ruolo di madre e moglie devota, sempre sottomessa e silenziosa.
Ma quando Poseidone stesso la costringerà a vivere nell'Oltretomba di Ade, Leuce scoprirà che il ruolo di donna come le è stato inculcato sin dalla nascita, non coincide con quello che rappresenta la sua stessa volontà.
Se negli abissi in cui è cresciuta la fanciulla non viene mai iniziata alle arti riservate esclusivamente al sesso maschile, come la lettura e la scrittura, perché ritenute non all'altezza del gentil sesso, e quindi non necessarie, nell'Oltretomba sarà proprio il dio dei morti ad incoraggiarla nell'apprendere tutti i segreti che le sono stati taciuti nella sua vita precedente.
Appena entrata nella corte di Ade, la ninfa non può fare a meno di odiarlo e temerlo, perché la sua fama lo precede sempre ed ovunque: i morti lo temono, ed anche i vivi.
Non c'è posto nel mondo per lui, per essere adorato al pari degli altri Dei, poiché dipinto eternamente come uomo severo ed inflessibile, mancante di pietà e misericordia, poco avvezzo a fare favori ai mortali.
Ma Leuce scoprirà nel corso del tempo che le idee della gente spesso sono basate sull'ignoranza e sul sentito dire; Ade le darà prova di essere invece una divinità che assomiglia agli umani più di quel che immagina e la cosa la destabilizza!
La destabilizza perché lei vorrebbe odiarlo quel Dio giudicatore e perentorio, ma il destino a volte ha uno strano senso dell'umorismo, e la ragazza si troverà a provare qualcosa che non ha mai provato prima e che, si renderà conto, le farà comprendere molte cose che fino ad ora le sono state precluse.
"Ebbe la sensazione che gli uomini, specialmente gli uomini di potere, non si concedessero spesso quel tipo di debolezza. Era un gran peccato. A tutti serve essere deboli di tanto in tanto, anche ai re, anche agli Dei."
Come sempre, sapete benissimo che i romanzi di Giulia sono una sorta di mio punto debole.
La sua prosa vagamente poetica e trascinante riesce in qualche modo a smuovere qualcosa dentro di me come altre letture non riescono a fare.
Partiamo da alcuni temi cardini della novella.
Mortalità ed immortalità.
L'autrice ha saputo creare dei personaggi con cui è semplice entrare in sintonia, soprattutto perché sono sì creature fantastiche, ma in qualche modo umanizzate e più vicine a ciò che siamo noi comuni mortali, coi nostri caratteri, le nostre insicurezze, le nostre paure e le nostre domande.
Ade, come immaginate, è un dio immortale, ma Leuce non ha purtroppo il privilegio della vita eterna e sa che prima o poi la sua esistenza terminerà e che sarà proprio l'uomo che ha amato a giudicarla, una volta pronta ad entrare definitivamente nell'Aldilà.
Leuce è convinta che lui sia talmente fermo ed irremovibile da non ricordare nemmeno il nome delle sue numerose concubine, poiché convinta che le loro essenze vengano spazzate via dal peso dei secoli che inesorabili trascorrono.
D'altro canto Ade, invece, viene dipinto come un gentiluomo d'altri tempi col peso di quegli stessi secoli che grava perennemente sulle sue enormi spalle.
Essendo un Cronide sa come trascorre il tempo, di conseguenza lui è lento: lento a ragionare, lento a muoversi, lento ad amare.
Perché se avete letto Il giudizio di Persefone sapete benissimo che Ade è in grado di amare, di un amore sconfinato che va oltre il concetto di tempo limitato, dato che proprio lui sa e conosce come funziona la Ruota.
Leuce ed Ade impareranno cos'è l'amore.
Lei conoscerà un sentimento nuovo, mai provato, che la travolge come una violenta marea.
Lui conoscerà un amore che sa di nuovo, e che ricorderà nei secoli, che si porterà dentro, che diventerà un pezzo del suo essere eterno. Che in qualche modo farà parte di lui.
Ma vi immaginate come potrebbe essere vivere per sempre vedendo coloro che amate morire uno dopo l'altro, anno dopo anno, mentre voi rimanete giovani per sempre?
Credo sia una delle sensazioni più tristi che un individuo possa provare, accompagnata dal senso di solitudine ed impotenza che, potrete ben intuire, lo stesso Ade sente quando non può impedire che succeda la fine di qualcuno che egli stesso ama.
Ma oltre al tema di mortalità ed immortalità, in questo libro possiamo trovare anche una buona dose di emancipazione femminile.
Siamo infatti in un periodo di stampo medievale, e alla corte di Poseidone le donne vengono istruite al compiacimento dei propri uomini: vengono cresciute con l'ideologia maschilista di dover trovarsi un marito e fare dei figli, divenendo mogli e madri fedeli, devote e pudiche.
Nel momento in cui la fanciulla mette piede alla corte di Ade, si rende conto che la realtà a cui potrebbe avere accesso è ben più ampia di quella che le hanno imposto da sempre.
Lei stessa è ben consapevole del fatto che il suo ruolo sarà quello di concubina, assieme all'altra etere del dio, Miriam, donna di mentalità super aperta che vive la propria condizione e la propria sessualità in modo libero, ma nonostante tutto la ragazza troverà nella sua nuova vita un'indipendenza mentale che non mancherà di sorprenderla giorno dopo giorno.
Ade le insegnerà a scrivere, a leggere, a ragionare con la propria testa, a farsi le proprie idee sul mondo terreno ed ultraterreno, a creare teorie, a sognarle, ma tutto nell'intimità della propria corte, poiché gli altri Dei sembrano essere di stampo differente dal suo e lui ci tiene a mettere in guardia la giovane ninfa: il mondo esterno non è pronto ad accettare donne come lei e Miriam, perché in qualche modo le teme.
L'intelligenza e l'indipendenza femminile fanno paura, e Leuce lo sperimenterà sulla propria pelle, diventando una donna saggia e ferma sulle proprie convinzioni.
Non posso dirvi altro, altrimenti rischierei di farvi qualche spoiler e non lo voglio, davvero.
Dovete immergervi in questa lettura e farvi una vostra idea, calarvi nei panni di Leuce, ma anche di Ade, di Miriam, di tutti. Solo così potrete provare un mare di sensazioni che difficilmente non si scateneranno: la scrittura di Giulia è pura dolcezza ed emozione, è pura empatia, puro amore, e anche dolore, malinconia, tristezza e rabbia.
Quello che però si comprende da questi tre romanzi è che la Ruota gira e non si ferma.
Il destino viene scritto e messo in atto senza prove, è buona la prima, non gli si sfugge.
E Leuce non ci sfuggirà, ma non si lascerà vivere dalla vita.
Conoscetela, e conoscete anche Ade, ne rimarrete sorpresi e magari, come me, ve ne innamorerete.
La sua dolcezza eterna è qualcosa di sublime.
PS. Ora che li ho letti tutti e tre, posso affermare che il mio preferito rimane Come la luna e le stelle, sia per le tematiche trattate, sia per la delicatezza con cui vengono affrontate, come il volo di una farfalla sul petalo di una rosa, non dimenticherò MAI il finale struggente, come tutti del resto, ma quello...dovete leggerlo! DOVETE LEGGERLI TUTTI!
Grazie ancora a Giulia che mi ha permesso di conoscere questo splendido e controverso mondo che ha ri-creato. Che gli Dei siano con voi!
LA MIA VALUTAZIONE
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