In Sardegna, dove il potere matriarcale ha messo in riga la
prepotenza dei padri, le figure femminili più forti stanno tra realtà e
mitologia. Le Bruje e le Coghe si aggirano come donne normali, influiscono su
scelte e decisioni, ma possono prendere forma animale e spostarsi da un luogo
all'altro in un battito di ciglia. Il cattolicesimo, con lo scopo di
sottometterle, le ha relegate al ruolo di strega malvagia, ma il nostro
retaggio pagano le ha mantenute sacre.
Diego è un uomo di successo, indipendente dalla sua famiglia
d'origine e felicemente sposato con Monia, che ancora lo attrae dopo dieci anni
di matrimonio. Il giorno del suo trentaseiesimo compleanno, tuttavia, la
vecchia cicatrice che gli deturpa il fianco inizia a bruciare come fuoco e una
donna fino ad allora sconosciuta gli compare nella memoria prendendo possesso
dei suoi ricordi più remoti. Si trova poi costretto a tornare a casa per la
morte del padre, ma soprattutto per ritrovare questa donna che lo attira nel
luogo natio da cui era fuggito quasi vent'anni prima: un paese rurale ricco e
silenzioso, in cui un lungo muro di fango, paglia e pietre dietro la chiesa
parrocchiale funge da barriera alla dissoluzione. Sono due le donne che hanno
vissuto oltre questa chiusura: le donne del fiume.
RECENSIONE
"Le bruje sono streghe, no? Ancora si crede a 'ste cose?"
(...) "Tamara non era una bruja vera e propria. Era una giovane di una bellezza sconvolgente, come sua madre la Coga che si pensava succhiasse il sangue ai bambini non battezzati."
Come vi ho già accennato nel mio profilo Instagram, questo libro mi ha donato molto in termini di emotività. Mi ci è voluto un bel po' per prendere ed elaborare ogni informazione appresa durante la lettura, in modo da poter essere il più chiara possibile ad esporre ciò che ho provato e sentito.
"Le donne del fiume" parla di tradizione, di antiche credenze, ma soprattutto di superstizione, quel tipo di superstizione che deriva dall'ignoranza, che striscia tra la gente provocando una specie di isteria di massa. Ma partiamo dalle origini. Vi ho detto che vi avrei spiegato in poche parole chi fossero le bruje, le coghe giusto per donarvi un'ampia panoramica su questo libro e i suoi molteplici significati.
Secondo il folklore sardo, la Coga (o Bruxa) è semplicemente una strega, una strega che di notte si intrufolerebbe nelle case della gente per succhiare il sangue ai bimbi appena nati (soprattutto maschi) e che avrebbe l'aspetto di un'orribile vecchia che possiede una corta coda dalla nascita; la Coga sarebbe in grado di assumere molteplici forme, e secondo le credenze popolari sarebbe la settima figlia di una famiglia di sole femmine.
"Corvo che si era tramutato nella Coga, vestita di un succinto drappo che, a detta di molti, erano i suoi lunghi capelli avvolti attorno alle fini caviglie d'uccello."
La figura della Coga nel libro assume un significato totalmente diverso: l'autrice ha scelto infatti di ispirarsi certo alla figura del tradizionale folklore, ma racchiudendola nella forma sinuosa ed affascinante di una donna di bella presenza ed estremamente connessa alla natura.
Ora, la trama se volete la trovate ovunque, persino qui sopra, lo sapete bene che io non faccio mai una recensione parlando della trama, preferisco bensì parlare delle metafore, dei significati che la lettura nasconde, perchè mi diverto a scovare ciò che la scrittrice o lo scrittore vuole trasmetterci attraverso le parole.
La scena di apertura si apre su una coppia di marito e moglie apparentemente normali, se non fosse per gli incubi così vividi e ricorrenti di lui che rischiano di mandare a monte il matrimonio e che già lo stanno minando come una termite che inesorabile sgranocchia la gamba di un tavolo di legno.
Ci imbattiamo quindi nel primo tema di fondo, il tema del tradimento, del sospetto, della passione che a lungo andare va affievolendosi sostituita dal timore che uno dei due se la faccia con qualcun altro.
La paura del tradimento porta entrambi i coniugi a chiudersi nei loro rispettivi gusci, senza tentare di affrontare ciò che temono di più: un confronto diretto, il dialogo, ciò che a volte manca in una coppia e che provoca così lo sgretolarsi del rapporto.
Diego e Monia sono descritti e caratterizzati davvero in modo azzeccato, ognuno coi propri pensieri, ma soprattutto coi propri dubbi e le proprie paranoie, le proprie ansie che vincono a volte sulla razionalità.
Ho apprezzato molto anche come è stata descritta l'ambientazione, in modo poetico e quasi selvaggio, a descrivere sì i tipici paesi dove vive una ristretta comunità di persone che si conoscono da sempre e che condividono le stesse credenze, ma anche il luogo in cui vive la presunta coga con la figlia, la Forra del Diavolo, un luogo al di fuori della vita mondana, più a contatto con la natura selvatica e che sembra possedere vita a sua volta (la Forra viene descritta quasi come un individuo dotato di vita propria, che si adegua ai sentimenti delle sue abitanti, che sembra rispecchiarli e sputarli fuori con violenza).
"La Coga era arrivata, rivestita di piume di civetta oppure trasportata dal vento in piccoli frammenti, per erigere la sua dimora durante una sola notte sulla sponda più larga del fiume dietro la casa parrocchiale. Qualcuno diceva che si fosse materializzata sulla riva, altri che fosse stata generata dalla Forra del Diavolo."
Il secondo tema, diciamo, predominante della lettura, oltre al sottile velo di esoterismo e magia che si possono intuire attraverso tra alcuni frasi e che impregnano delicatamente le pagine di questo libro, è senz'altro la superstizione del popolo, le credenze popolari.
Essendo una vicenda ambientata tra passato e presente, è proprio in quel passato che sembra sepolto che invece troviamo tutte le risposte di cui abbiamo bisogno per capire il presente.
Parliamo di una piccola realtà di paese dove esiste una ferrea fede cristiana e dove le donne più disinibite di altre e dai modi più accattivanti vengono viste automaticamente come delle poco di buono, escluse perciò dalla comunità religiosa e relegate a ruolo di streghe.
"Quando fu avvistata le prime volte, gli uomini e le donne avevano seguito il suo incedere con animo differente. I primi restavano totalmente ammaliati e confusi; le seconde, notandone la fiera e selvatica bellezza, si segnavano il petto spingendo i mariti a cambiar strada."
Quante donne sono bruciate sul rogo molti anni fa solo perché abili nell'uso di piante ed erbe mediche, o perché donne indipendenti che rifiutavano le avances dei sacerdoti che poi puntualmente le condannavano alla pira, incapaci di beccarsi un rifiuto?
Ecco, in questo libro la superstizione è più forte di qualsiasi cosa e, sospinta dall'ignoranza e da una massiccia dose di sfortuna (neonati che purtroppo morivano soffocati nella culla dal proprio rigurgito e per la morte dei quali ad ogni modo venivano incolpate le cosiddette coghe), porta ad atti di violenza inaudita del gregge nei confronti dell'individuo indifeso.
Come ho interpretato io l'intera faccenda?
Le donne del fiume, ossia la Coga e sua figlia Tamara, altri non sono che donne forti, indipendenti, che rifiutano l'oppressione dei dogmi religiosi e che godono della natura e dei suoi frutti senza avere il timore di essere scoperte ed additate come vecchie megere; dalle altre donne del posto vengono considerate come rovina famiglie, ma in realtà sono individui liberi che vivono liberamente la propria sessualità e che non si vergognano di tale condotta.
Purtroppo la bigotteria del gregge porterà ad un atto riprovevole e becero, ma durante la lettura si noterà che il confine tra ciò che è reale e ciò che è magico, occulto, risulta essere molto sottile , di conseguenza non sapremo mai se ciò che viene visto ed interpretato dalla comunità sia effettivamente ciò che vede anche la parte lesa, ovvero le donne della Forra.
Lo stile di scrittura suadente ed avvolgente non vorrà mai farvi staccare da questa intrigante lettura, fidatevi, è talmente magnetico che difficilmente riuscirete a scostare gli occhi ( io in primis ho provato la sensazione); noterete che ci saranno molti altri temi di sottofondo a fare da contorno a questo libro, come l'omertà di una donna che nonostante conosca le colpe del marito, lascia correre per il quieto vivere, per la cosiddetta facciata, per mantenere positiva l'opinione degli altri nei propri confronti, ma ovviamente è bello che li scopriate anche voi!
Il libro di Tala Masca va vissuto, vi posso solo dire questo, e io non posso che ringraziare Io me lo leggo Editore per avermi fatto incappare in questo piccolo gioiellino letterario.
LA MIA VALUTAZIONE
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