TRAMA
1333. Edoardo III è in guerra con la Scozia. Il diciannovenne Sir Harry
de Lyon desidera mettersi alla prova e coglie al volo l'occasione quando
un potente barone inglese, William Montagu, lo invita a partecipare a
una missione segreta con una dozzina di cavalieri d'élite. Cavalcano
verso nord, fino a una fortezza scozzese in rovina, catturando il
ragazzo ferino e mezzo affamato che vi si trova e mettendo a ferro e
fuoco gli altri abitanti. Ma nessuno sa perché il fiore all'occhiello
della cavalleria inglese si sia intrufolato oltre il confine per
catturare un adolescente selvaggio e sporco. Montagu affida il ragazzo a
Harry come suo scudiero, con due sole regole: non farlo scappare e
convertirlo alla causa inglese. All'inizio non c'è speranza: Il ragazzo
scozzese è scontroso e violento. Poi Harry comincia a notare alcune
cose: che, oltre al gaelico, il ragazzo parla un francese impeccabile,
con un accento molto diverso da quello normanno di Harry. Che sa anche
leggere il latino. Con Iain come scudiero, Harry vince un torneo dopo
l'altro e diventa il favorito del re. Ma sotto lo sfarzo si celano
diversi segreti...
RECENSIONE
Ehilà lettori!
Benvenuti o bentornati nell'angolo libroso di Mandragora e caffè!
Oggi torno dopo un bel po' di tempo con una nuova recensione tutta dedicata ad un libro che aveva tutte le premesse per entrare nella top ten dei miei preferiti, ma che invece si è rivelato un clamoroso fuoco di paglia: sto parlando del romance storico The Scottish Boy, di Alex De Campi.
Parto col specificare che ho
comprato questo libro perché ho sostanzialmente tre punti deboli
letterari (in questo momento più che mai), ovvero i romance MM, l'ambientazione medievale e le belle copertine.
Ammetto che qui ho trovato tutte e tre queste caratteristiche e mi sono fatta prendere un po' troppo la mano.
La copertina è davvero splendida, con queste due spade incrociate su un
letto di ricami floreali che sembrano fatti di velluto, e i ghirigori
color acciaio attorno ne accentuano l'eleganza.
Ma non sempre l'abito fa il monaco, ed eccomi qui con la prima delusione
dell'anno, un libro che di
potenziale ne aveva tanto, ma che purtroppo non l'ha sfruttato a suo
vantaggio.
Ciò che mi ha delusa più di tutto è forse il fatto che questo romance
storico abbia un sacco di lacune dal punto di vista, appunto, dell'accuratezza storica.
Era iniziato bene, a dire il vero, ed ero anche piuttosto entusiasta
della lettura, ma poi è arrivato il momento in cui uno dei due
protagonisti diventa cavaliere non si sa nemmeno come, e continua a
ricevere meriti che NON merita con espedienti davvero ridicoli e poco
attendibili per quello che concerne l'epoca; è arrivato il momento in cui non appena i due personaggi principali incrociano i propri sguardi, si innamorano perdutamente ed eternamente l'uno dell'altro...e mi sono cadute le braccia, è stato inevitabile.
Altra nota negativa: l'argomento dell'omosessualità trattato con una
frivolezza che mi ha fatto accapponare la pelle.
A quel tempo l'omosessualità, e vi prego di correggermi se sbaglio, era
un reato punibile con l'impiccagione o addirittura col rogo, ma in
questo libro tutti sanno, compresi uomini di chiesa, preti, vescovi, e persino sceriffi, della relazione tra Harry, nobile inglese, e quello che dovrebbe essere
il suo prigioniero, il suo (cito testualmente) cane scozzese Iain, ma nessuno sembra essere colpito da tale
situazione.
E sì, cari lettori, c'è chi li scopre.
E sì, c'è anche chi tenta di farli condannare non appena li coglie
nell'atto vero e proprio, ma alla fine le stesse persone che sono a
conoscenza della cosa, vanno avanti con la loro vita come nulla fosse,
disprezzandoli certo, ma pur sempre facendo finta di non aver visto
niente.
Ma volete dirmi che a quell'epoca se si scopriva qualcosa del genere non
si urlava subito all'eresia? Al peccato? Soprattutto se a scoprire la
cosa era qualcuno come uno sceriffo o un vicario?
Per quasi tutto il libro ho come avuto l'impressione che la trama si svolgesse in modo debole, ripetitivo e
disarticolato, nonché ridicolo e quasi paradossale.
E poi, a parte la scarsa ambientazione storica che si limita ad un paio
di striminzite descrizioni su opulente residenze nobiliari e decadenti tendopoli
allesistite alla bell'e meglio nei campi di battaglia, vogliamo parlare
del fatto che uno dei due ragazzi è letteralmente prigioniero
dell'altro, ha visto la sua stessa madre morire per mano dei compagni dell'altro, ma dorme
nella sua stessa stanza, sul pagliericcio accanto al suo letto?Cos'è, un pigiama party?
Ma poi
per quale motivo Iain, il prigioniero scozzese, viene dato ad Harry?
Per quale motivo Harry, un nobile giovanissimo ed orfano, indebitato
fino al collo, dovrebbe occuparsi di un ragazzino che da subito si
dimostra ostile nei suoi confronti, che oltretutto lo minaccia ogni tre
per due ricordandogli come una cantilena quanto abbia voglia ammazzarlo nel più crudele dei modi? ( e gli uccide pure il
cavallo, io non l'avrei perdonato manco a nerbate).
Alla fine lo scoprirete il perché, e preparatevi perché sarà un motivo così assurdo ed impensabile che le braccia cadute all'inizio del libro, vi torneranno in sede e cadranno di nuovo (e non cadranno solo quelle, fidatevi).
Oltre a questo, dovrete sopportare le stesse
identiche scene ripetute per quattrocento pagine, intervallate da altrettante
scene di sesso infilate nella storia completamente fuori contesto perché
probabilmente va di moda ( ah, in questo libro le ripetizioni della
parola “uccello" si sprecano, diventerete degli ornitologi alla fine
sappiatelo) e abituatevi al fatto che appena uno dei due respira,
all'altro si infiammano inguine e lombi.
Non me la sento comunque di bocciare totalmente questa lettura, perché ho trovato
che gli scambi di battute, seppur siano dialoghi che potrebbero essere perfettamente adattabili alla nostra epoca, e alcuni momenti di tenerezza tra i due
ragazzi siano molto teneri, ma a mio parere serviva sicuramente una
ricerca più approfondita riguardo l'epoca di ambientazione: credo sia
sempre un azzardo e un rischio scrivere un libro storico, di qualsiasi
genere, perché bisogna assolutamente informarsi e studiare molto bene il
lasso temporale in cui lo si vuole sviluppare, così da evitare
situazioni un poco spiacevoli.
Le scene delle battaglie non mi hanno trasmesso granché, perché appunto non le ho trovate accurate e credibili, e nemmeno i
personaggi, purtroppo, hanno saputo scatenare quelle certe sensazioni che mi fanno dire
“Sì! È stato un bel libro! Sì, mi ha fatta emozionare!".
Encefalogramma piatto, proprio, e mi dispiace, perché il potenziale c'era, ma non è stato sfruttato al
meglio.
Ah, e vorrei anche sottolineare la presenza fastidiosa di refusi ed
errori praticamente ad ogni pagina…mi chiedo se sia stato fatto un
editing attento e pignolo, ma ciò che ho letto dimostra leggermente il
contrario.
E non aspettatevi uno slow-burn.
Qui divampa tutto alla velocità della luce, appena uno dei due vede
l'altro si innamora immediatamente e ne rimane folgorato.
E non pensate nemmeno che sia un enemies to lovers come viene definito: gli enemies qui durano il tempo di un battito di ciglia, dopo poche pagine si stanno già toccando come dei furetti arrapati.
Fine.
Come direbbe qualcuno, UN MARE DI DILUDENDO.
Chiara