lunedì 25 gennaio 2021

Recensione "Genesi mostruose" - Peter Vronsky


 TRAMA

Da Elizabeth Bathory ad Aileen Wuornos, da Irma Grese a Myra Hindley.
Come e perché le donne diventano mostri.
Un saggio sulle donne serial killer che vi permetterà di conoscere e approfondire una realtà poco nota.
Peter Vronsky esplora e indaga il fenomeno delle donne che uccidono e le implicazioni politiche, economiche, sociali e sessuali sepolte con ogni vittima.
Per secoli siamo stati condizionati a pensare agli assassini seriali e ai predatori psicopatici come uomini, e forse è per questo che tante vittime sono cadute preda della mostruosità di alcune donne.
Vronsky non solo sfida la nostra percezione di bene e male, ma anche del ruolo e dell’identità di genere.

RECENSIONE

"La nostra convinzione della natura inoffensiva intrinseca nelle donne trae in inganno entrambi i sessi."


Buongiorno lettori e benvenuti o bentornati nel mio angolo di caos ed inchiostro!
Ho pensato a lungo su cosa dire riguardo questo saggio targato Nua edizioni, sulle figure più controverse della criminalità odierna e non, le più efferate, le più calcolatrici, le più spietate e silenziose: le serial killer donne.
Ci ho pensato molto perché questa non è una lettura facile, anzi, alle volte può rivelarsi particolarmente cruda e violenta data la presenza di testimonianze su fatti realmente accaduti, che spaventano appunto perché realmente accaduti.

Se pensiamo a ciò che di inventato esiste, pensiamo a creature dell'immaginario collettivo e letterario che uccidono per saziare una sete di carne e sangue inestinguibile, creature prettamente appartenenti al mondo soprannaturale, non di questa terra, ma partorite dalla mente di scrittori e poeti che alle volte hanno tentato di cercare una spiegazione razionale all'esistenza di tali pulsioni, pulsioni che nel mondo nostro, reale, appartengono ahimè anche all'essere umano, che ci vogliate credere o no.

In questo saggio di Vronsky si parla di donne, donne qualsiasi di terre qualsiasi, donne disagiate, viventi ai lati della strada, donne madri di famiglia con un letto caldo, un tetto sulla testa e un lavoro al servizio degli altri, donne intelligenti, forse troppo, donne minate da abusi nella loro infanzia, donne che ad un certo punto della loro vita hanno raggiunto il limite, un limite che una volta oltrepassato ha scandito l'inizio della fine.

"Ma, nell'immaginazione popolare, il serial killer si nasconde senza volto nel buio, dietro il volante di un'auto, con corda e nastro adesivo nel bagagliaio.

Non ci preoccupiamo di guardare oltre il bianco e fresco cotone dell'infermiera che ci preleva il sangue, oltre il sorriso dell'assistente a domicilio che parla al nonno, della ragazza carina che affetta il pane dietro il bancone della gastronomia, di quella in minigonna con in mano le forbici per tagliarci i capelli, o di quella che ci guarda negli occhi mentre sorseggia il suo drink a tavola."


Ma cosa scatena in una mente umana il desiderio di uccidere? 
Cosa provoca la perdita di ogni inibizione, di ogni paura nei confronti di uno dei crimini più aberranti con la conseguente pulsione di commetterlo?
In questo saggio scoprirete che svariati sono i fattori  che portano ad un black out mentale nel quale scatta un meccanismo pericoloso che porta l'individuo a cercare la soluzione finale nella morte di un altro, che sia per interesse economico, affettivo o puramente per divertimento.

A differenza del serial killer uomo, la donna agisce in modo più subdolo e silenzioso, quasi mistico, secondo rituali e passaggi ben precisi e calcolati.
In un mondo abituato a classificare la donna come un essere generoso, empatico, propenso ad accudire una famiglia, dei figli, dei genitori, dei nonni, una creatura capace solamente di sentimenti ed atteggiamenti positivi e fiabeschi, cosa potrebbe andare storto?
Cosa potrebbe trasformare un individuo tranquillo e pacato, dedito all'amore per gli altri in un essere mostruoso senza scrupoli pronto a mietere un numero indefinito di vittime?
Qual è il meccanismo che scatta nella mente di una vittima che diviene carnefice?

In Genesi mostruose l'autore cerca di trovare una risposta a questa moltitudine di quesiti, parlandoci delle donne più efferate e crudeli della storia, dalla contessa sanguinaria Bathory, famosa per le terribili torture perpetrate ai danni delle sue umili servitrici per soddisfare i suoi desideri più oscuri, alle donne della rivoluzione industriale Ottocentesca con una spiccata simpatia per l'arsenico e i veleni in generale, alla più contemporanea Alileen Wuornos, divenuta mostro, si pensa, per l'amore morboso nei confronti dell'unica persona che l'abbia mai accettata in tutta la sua vita disadattata.
E con loro tutte le altre donne che si sono macchiate di delitti così gravi ed orribili da diventare famose nella scena criminale, così come tutte quelle che ancora non conosciamo e che non conosceremo, tutte quelle di cui non abbiamo il minimo sospetto, ma che magari si celano a pochi passi da noi.

Secondo le statistiche, una persona media almeno una volta nella vita, inconsapevolmente, incrocia lo sguardo di un serial killer e non lo saprà mai.
Non sapremo mai se la donna al supermercato nella corsia dei pesticidi stia meditando di avvelenare il marito per incassare i soldi dell'assicurazione, non sapremo mai se la commessa o la parrucchiera o la premurosa madre di famiglia stiano pensando di uccidere i propri figli perché non si possono permettere di mantenerli col loro misero stipendio, o ancora, non sapremo mai se la nostra migliore amica o una nostra conoscente tengano rinchiusa nello scantinato una ragazza con cui soddisfare assieme al marito o al compagno le fantasie più macabre ed inquietanti.

Ma una cosa la sappiamo per certo.
Quando un ingranaggio nel complesso meccanismo che è la mente umana si arrugginisce e salta come un petardo, il cervello non è più in grado di ragionare ed ecco che giunge l'idea, un'idea disturbante come un tarlo che continua a cibarsi del legno, un'idea che affonda le radici e si espande a macchia d'olio, un'idea malsana che in quel momento si rivela un'ottima idea.
La donna, così come l'uomo ma in modo più subdolo, più controllato, più controverso, inizia ad uccidere. 
E una volta commesso il primo delitto, gli altri non saranno più un problema.

Nua ci guida in una lettura cupa, disturbante, perfetta, rivoltante, adatta a stomaci forti ma anche a chi è affascinato dalla morte e dalle sue forme, da personalità che non appartengono solo ai thriller, ma che possono essere più vicine di quello che pensiamo.

LA MIA VALUTAZIONE

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3 commenti:

  1. Recensione bellissima ma credo che questa libro sia un po'troppo per me😅

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  2. Se non ho mai incontrato una serial killer vuol dire che la serial killer sono io?
    Sdrammatizziamo che è meglio. Amo il true crime, ma a volte non ci dormo la notte

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    1. Se non hai mai incontrato un serial killer e significa che lo sei tu, allora posso dire di averne incontrato uno 😂😂😂 sdrammatizziamo che è meglio!

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