giovedì 21 aprile 2022

Recensione "La bambina di cera" - Roberta Castelli

 

TRAMA

Lo splendido e immaginario paese di Lachea fa da sfondo alle avventure del commissario Vanedda, un uomo controcorrente che ha deciso di sfidare pregiudizi e diffidenze e di fare il poliziotto in Sicilia, nonostante la sua omosessualità.

In questa seconda indagine Vanedda, oltre a dover risolvere un intricato e misterioso caso che, tra presunti incidenti, messaggi misteriosi e strane sparizioni, vede coinvolta la famosa “mummia” di Rosalia Lombardo, dovrà fare i conti anche con i turbamenti del proprio cuore…

Una storia avvincente che profuma di agrumi come la terra in cui è ambientata e di cui l’autrice ci fa sentire tutte le contraddizioni.

RECENSIONE

"L'amore, Angiluzzu miu, non è cosa che puoi programmare e controllare; lo devi solo vivere."

Buon pomeriggio miei cari lettori!
Spero che la vostra settimana stia scivolando meglio della mia, dato che l'età e i suoi acciacchi si stanno facendo sentire (dannate cervicali!), ma questo non mi proibisce di parlarvi delle mie letture!
La settimana scorsa ho terminato di leggere La bambina di cera, di Roberta Castelli, edito Golem Edizioni che ringrazio molto per la copia, e devo dire che tornare a Lachea, la calda ed assolata Lachea, mi ha davvero risollevata.
Se vi siete persi la recensione del primo libro delle indagini del commissario Vanedda, potete recuperarla qui! Ma ora ciancio alle bande e parliamo di questa piccola perla di mare!

In questo libro Vanedda è alle prese con la scomparsa di una donna e lo strano ritrovamento di una bambola nella spiaggia di Lachea, che ha tutta l'aria di sembrare uguale identica alla famosa mummia della piccola Rosalia, custodita realmente nelle catacombe di Palermo.
Ed è in questo preciso momento che il giallo si tinge di nero nel secondo volume dedicato allo scorbutico commissario siciliano, una sfumatura intrigante ed interessante devo dire, che mi ha piacevolmente colpita.
Ovviamente Vanedda è rimasto tale e quale a come lo abbiamo conosciuto: reticente, lunatico, imprevedibile nel suo essere estremamente abitudinario, "odiatore" seriale di tutto ciò che si può ricollocare nella categoria germi e\o batteri, tuttavia troviamo un piccolo cambiamento nello snocciolarsi della vicenda.
Se infatti, ne La traccia del pescatore la storia procede piuttosto lineare, con Vanedda e il timoroso assistente Vaccaro che indagano sui vari casi, i testimoni o gli indagati che vengono interrogati, il ritrovamento del cadavere e la scoperta del colpevole, qui il libro prende una piega più sentimentale.

Ciò che balza all'occhio di un lettore attento è infatti la presenza più forte di sentimenti come la nostalgia, che si nasconde nei momenti in cui Vanedda va a trovare la madre al cimitero, in cui la pensa e rievoca ricordi che gliela restituiscono viva nella mente e che portano anche a chi legge quei profumi tipici dell'infanzia ormai dimenticata, che quando si ritrovano in età adulta, quasi in modo spontaneo e fulmineo, non mancano di farci viaggiare indietro nel tempo. Ai bei vecchi tempi.
Oppure, ed è una cosa che mi ha compiaciuta perché non sempre è facile parlarne, il fatto di nutrire dubbi nei confronti della propria relazione. 
Non voglio fare spoiler, sia chiaro, ma Roberta ha inserito un elemento di cui alcune volte si legge poco, e l'ha fatto con una delicatezza ed un'ironia che lo rendono ancora più palpabile e credibile.
Cosa accade se nel corso della nostra relazione, appare improvvisamente una persona che ci attrae, così, dal nulla? Perché ci vengono dei dubbi sul fatto che sia immorale o addirittura una sorta di tradimento vedere una persona, che non sia la nostra persona, con gli stessi occhi che riserviamo solo ad un determinato individuo?
E alla fine, il nodo verrà al pettine, e la risposta, che comunque poi ognuno sarà libero di interpretare, ci viene data in modo pacato, semplice e privo di fronzoli, una risposta che scalda, che rende consapevoli: forse, dopotutto, essendo fatti di carne, ossa ed emozioni, essendo umani, può essere che si possano amare in contemporanea, anche se in modo diverso, due persone nello stesso momento?
Ai posteri l'ardua sentenza, mi dicono dalla regia.
Ad ogni modo, come ho già avuto premura di riferire anche all'autrice, non solo di questo si parla, poiché varie e vaste sono le tematiche portate alla luce attraverso la ricerca della risoluzione del caso, tra le quali spiccano l'elaborazione del lutto, questo argomento considerato evidentemente ancora un tabù per stretta vicinanza al tabù stesso della morte, viene sconfitto da Vanedda che nel suo modo bonario, camminando fiero tra le lapidi del campo santo in cui riposa la madre, parla a tutti i suoi morti, portando loro sempre dei fiori freschi, o viene invece affrontato da un altro personaggio del libro in maniera tutt'altro che semplice, portando il peso della perdita sulla schiena come un macigno, e rimanendone schiacciato senza la forza di reagire, ma con la rabbia che preme per avere la propria vendetta; la quasi totale assenza di lavoro in un paese come la Sicilia, povero di risorse, dove chi ci è nato, la maggior parte delle volte, è costretto a trasferirsi al Nord per poter portare a casa onestamente il pane, il cuore che pesa di nostalgia e il profumo del mare e del sole che torna a scaldarlo quando ci si permette di ricordarlo; l'omosessualità condannata in un paese di mentalità ristretta, come può essere Lachea, dove non si può essere liberi di amare una persona dello stesso sesso perché il giudizio della gente è più importante del riuscire ad essere sé stessi di fronte agli altri, dove alcune volte le barriere ce le creiamo noi dopo tanta sofferenza e ci rifiutiamo di vedere che forse, qualcosa, è cambiato ma non siamo ancora in grado di accettarlo; la vecchiaia, come ci dimostra il padre di Angelo, e la consapevolezza che non si può tornare indietro, che la vita ci scivola via come sabbia tra le mani, impalpabile, stronza e anche vagamente divertita dai nostri vani tentativi di farla andare come vorremmo.

Un libro all'insegna del giallo, quindi, ma che abbraccia i sentimenti, una sfumatura di colore che io personalmente ho apprezzato molto, poiché ci mostra, seppur sommariamente, un lato del commissario Vanedda che non avremmo mai pensato di vedere, più caloroso, più umano, forse, che cede alle debolezze, che cede alle tentazioni.
Mio caro Angelo, sapessi quanto fortunato sei a poter vantarti di provare ancora sensazioni così forti in un mondo che gira alla velocità della luce e che non si ferma nemmeno un secondo a farci riprendere fiato!

Ovviamente, poteva mancare lo sfondo della calda Sicilia?
No, neanche per sogno.
Roberta, vorrei dirti questo, ma forse te l'ho già detto, comunque fa niente.
Quando leggo ciò che scrivi io non sono sul divano di casa mia, con la tv accesa che ronza in sottofondo, le macchine che passano ed affollano la strada, il cielo grigio e l'aria che sa di pioggia, no, io sono a Lachea, in spiaggia, con le dita dei piedi affondate nella sabbia rovente, il sole che mi scotta la pelle e il sapore del sale sulla pelle, la gente che nuota in mare, i gabbiani che volano in cerchio sopra la mia testa, il profumo di leccornie fritte che sale dal chiosco alle mie spalle, il profilo dei fichi d'India che si staglia contro il cielo azzurro.
Io non sono a casa. Sono dove vuoi che il tuo lettore sia.
E questo mi basta.
Grazie Roberta.

LA MIA VALUTAZIONE

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1 commento:

  1. Sembra davvero bello, è difficile in un giallo/noir inserire così tanti temi delicati e importanti, davvero complimenti!

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