venerdì 22 agosto 2025

Recensione "Indagine sotto il vulcano" - Roberta Castelli

 
TRAMA

Nella vibrante atmosfera di una Catania vestita a festa, i fratelli Cannizzo, Luigi e Giovanni, decidono di andare a pesca e prendono il largo, con l’intento di rientrare in mattinata. La notte promette bene, il mare è calmo e il cielo sfoggia uno splendido tappeto di stelle. Tuttavia, il destino ha in serbo per loro un evento che gli cambierà irrimediabilmente la vita. Nel frattempo, Mariolina e Manfredi, afflitti dall’insonnia, optano per una lunga passeggiata che li conduce fino al porto. Proprio lì, rinvengono un uomo dal volto tumefatto che giace in bilico tra la vita e la morte. Non ha con sé documenti e il viso sfigurato lo rende irriconoscibile. Ma non è l’unico mistero che la notte si porta dietro. Luigi e Giovanni Cannizzo, infatti, non rientrano come previsto e di loro si perdono le tracce. L’indagine che segue cade sulle spalle dell’ispettore Nicola Romano, desideroso di risolvere il caso per dimostrare a tutti il suo valore; specialmente alla bella Adele, medico legale e appassionata amante. In cerca di aiuto, si rivolge a Manfredi che, affiancato da Mariolina, si impegna a fondo per scoprire la verità dietro lo strano ritrovamento e la sparizione dei due pescatori. Mentre i giorni passano e le certezze vacillano, i protagonisti vivono immersi in una storia che scuote le fondamenta delle loro esistenze. Catania, con la sua imponente bellezza, regala meraviglia a un’inquietante vicenda dalle tinte noir.

RECENSIONE

Ho avuto il piacere e l'onore di leggere il primo volume dedicato alle indagini catanesi di Manfredi e Mariolina, Il delitto di Via Etnea, così come anche i libri della serie dedicata al commissario Vanedda, ovviamente scritti dal pugno della bravissima Roberta.

Come sempre non voglio dilungarmi troppo e quindi porto una recensione breve ma spero precisa e soddisfacente di Indagine sotto il vulcano, edito Fratelli Frilli.

Finalmente dopo tanto tempo sono tornata nella controversa Catania di Roberta per una nuova indagine della bizzarra coppia composta dall' ex poliziotto Manfredi e dalla temeraria e sensibile Mariolina, due individui che possono sembrare una combinazione male assortita ma che assieme, guidati anche da un sesto senso a tratti inquietante (c'è un pizzico di paranormale che affascina) , promettono scintille!

Se nel primo libro l'autrice ci ha introdotti ai diversi personaggi e a scorci delle loro vite e del loro passato segnato a volte da eventi traumatici, in questo secondo volume li conosciamo un po' meglio, ed entriamo nelle loro esistenze fatte di insicurezze, sentimenti contrastanti, emozioni che a malapena si riescono a controllare e chi più ne ha più ne metta. 
Manfredi rimane il malinconico e tenebroso ex poliziotto con un evento del proprio trascorso che l'ha segnato a vita, e che dispensa il proprio sorriso e l'ironia tagliente col contagocce (e solo a chi vuole lui sia chiaro!); Mariolina si scioglie un po' di più rispetto al primo libro, e deve fare i conti con una nuova versione di sé, sempre confusionaria e a tratti lunatica, ma anche più sensibile e ponderata.

Questa volta a fare da sfondo all'intera vicenda narrata vi è la misteriosa scomparsa di due fratelli pescatori, Giovanni e Luigi, che nella notte prima della vigilia di Natale, vengono inghiottiti dall'impetuosità del mare assieme al loro peschereccio, in quello che ha tutta l'aria di essere un comune incidente dovuto alle acque troppo agitate …o almeno così sembra. 

Roberta come sempre è un direttore d'orchestra calmo e misurato, che presenta l'accaduto dapprima con una certa compostezza e delicatezza, facendo muovere i suoi personaggi con colpi di bacchetta secchi e decisi, per poi iniziare ad unire tutti gli elementi del caso in un turbine di rivelazioni e colpi di scena che guidano il lettore verso il climax, anticipando un finale leggermente amaro.
 
Catania viene dipinta nella sua identità duale: una città piena di vita, luci, luminosa, brillante, calda ed accogliente nel periodo più dolce e famigliare dell'anno, ma che sa essere spietata e bastarda coi suoi figli come una madre che deve punirne le marachelle.
Il velo di denuncia sociale è qualcosa che ho sempre apprezzato nella scrittura ironica ma profonda di Castelli, qui in particolare si fa riferimento "al mare che sta morendo, alle reti che di frequente tornano su vuote, e alle dinamiche di chi presenzia in quelle acque che fanno venire i brividi per la pericolosità raggiunta."
È chiaro quindi che Giovanni e Luigi siano scomparsi sì in circostanze misteriose, ma che in mezzo ci siano le mani sporche di chi ha a che fare con la malavita, e soprattutto col traffico di droga in mare. 

“Sì…diceva che dobbiamo spaventarci degli uomini più che della natura, perché le onde non ne hanno di cattiveria quando ammazzano.“

Nonostante si sappia praticamente in tutto il paese che il crimine organizzato abbia tra le mani le redini del traffico di sostanze via mare, l'omertà in questo romanzo rimane un ostacolo alle indagini, rendendo difficile a Manfredi e all'ispettore Nicola Romano, suo ex collega “sbirro” ancora in servizio, l'individuazione dei colpevoli e dei complici.

Un'altra cosa su cui poi vorrei porre l'attenzione è che per l'intera storia non ho potuto non entrare in empatia con mamma Graziella, la madre ansiosa e premurosa dei due ragazzi scomparsi che rimane col fiato sospeso per l'intera vicenda, immaginando scenari orrendi che purtroppo, alla fine almeno in parte, trovano una corrispondenza a realtà. 
Essendo la scomparsa di Giovanni e Luigi tratta dalla storia vera dei due pescatori di Aci Trezza , Fabio ed Enzo, (Roberta ne parla sommariamente nel suo romanzo ma potete trovare del materiale anche online o su YouTube ) , non ho potuto fare a meno di sentirmi in angoscia per le famiglie di quei ragazzi che sono semplicemente svaniti in mare senza essere mai più ritrovati, per non si sa nemmeno che motivi.
Spariti senza lasciare un corpo da seppellire.
Morti più volte perché dimenticati e abbandonati da uno stato che antepone la burocrazia al valore di una vita.
Castelli è stata brava a descrivere anche questo aspetto oscuro che è l'essere madre e dover sopportare la perdita dei propri figli, il lutto interiore, la rabbia, la delusione, la rassegnazione.

Non riesco a riassumere tutto ciò che questo libro racconta, perciò vi suggerisco di leggerlo e farvi un'idea vostra, perché alla fine ne uscirete, secondo me, con una certa rabbia, ma non una rabbia di quelle esplosive, più una rabbia amara, di quelle che si provano vedendo una bellissima città dal potenziale enorme come Catania, trascurata proprio dalle istituzioni che dovrebbero proteggerla e risaltarla, lasciandola nelle mani sbagliate di chi la sporca giorno dopo giorno, senza nemmeno un briciolo di pietà.

Ancora una volta, Roberta è riuscita a trasmettermi tutto l'amore che nutre per le proprie origini e la propria città attraverso le righe della sua storia, a farmi emozionare soprattutto nella parte finale (il capitolo La discesa mi ha letteralmente stesa in una valle di lacrime), e anche a farmi sorridere con la bizzarra ironia dei suoi personaggi.

Spero di ritornare presto nella bella Catania in compagnia di Manfredi, Mariolina e dei loro fantasmi (non in senso metaforico).

A presto!

Chiara 





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