TRAMA
Ci troviamo in una buia palude. Forse perché è notte. Anzi
no, forse perché siamo in Louisiana, nel 1909, in un piccolo villaggio di
praticanti voodoo. E in più è notte.
La protagonista è Emeline, una bambina orfana di dieci anni.
La piccola è testarda e odia chiedere aiuto, ma è costretta a evocare uno
spirito per salvare il padre, Auguste, divenuto zombi per opera di uno
stregone.
Peccato che lo spirito che le risponde, Ozee, sia l’ultimo
arrivato e non abbia le idee molto chiare circa i suoi poteri; per di più
indossa un teschio bianco a mo’ di maschera e non sa nemmeno quale sia il suo
volto.
Lei desidera recuperare il padre scomparso, lui compiere il
suo dovere di spirito; sotto sotto, però, Ozee vuole scoprire la sua natura e
qual è il suo posto nel mondo, ed Emeline non vuole restare sola.
Ad accompagnarli saranno Louis Armstrong, prima della fama,
quando ancora era solo un bambino loquace e timoroso, cresciuto nella povera e
dura New Orleans d’inizio secolo; e il capitano di battello J. W. Simmons,
superstite dell’uragano più letale d’America, ora dedito all’alcol e alla
diffusione della musica jazz, navigando su e giù per il Mississippi con un
complesso di neri.
RECENSIONE
"C'era sempre un forte odore d'incenso, dovuto alle continue preghiere e offerte ai Loa, che copriva quello più tenue di polvere e legno, e la luce naturale era fioca a causa degli alberi alti e folti che crescevano all'esterno."
Buongiorno e buona Domenica lettori!
Vi do come sempre il benvenuto nel mio caotico angolo di carta ed inchiostro per parlarvi oggi di una lettura conclusa qualche giorno fa, gentilmente omaggiata da Nua edizioni che ringrazio, la cui trama mi aveva attirata sin da subito, ovvero Voodoo Child di Andrea Gatti.
Partiamo dal presupposto che nel complesso questo libro non mi è dispiaciuto, la penna di Andrea è molto particolare, ironica e scorrevole, dettagliata al punto giusto, tuttavia ho trovato alcune piccole cose che mi hanno fatto storcere il naso, prima su tutte l'ambientazione nella New Orleans del primo Novecento, che ho trovato piuttosto scarna, poi per il modo di raccontare il mondo del voodoo e alcuni temi molto delicati legati al contesto come possono essere il razzismo e la discriminazione, ma soprattutto il tema della morte che a me, come ben sapete, è molto caro.
Spinta dalla forte curiosità che la trama mi aveva trasmesso, mi aspettavo di leggere qualcosa di più approfondito, con una New Orleans ben delineata e contestualizzata, in cui il tema della supremazia bianca venisse trattato in modo molto più dettagliato, in cui i personaggi venissero descritti e caratterizzati in maniera più profonda (non dico che non sono ben delineati, ma alcune sensazioni da loro provate a me purtroppo non sono arrivate), e sopra ogni cosa, credevo di trovare un voodoo molto più oscuro, più serio, più viscerale, ed invece vengono nominate solo alcune divinità di questa religione, nonché Marie Laveau, figura importante del culto che ho apprezzato molto, ma che poteva anche non essere nominata perché comunque non porta nulla di nuovo allo sviluppo della trama (così come la presenza inutile della figlia ad un certo punto della storia).
Il libro quindi è diretto sì ad un pubblico adulto, ma per la presenza di alcune scene paradossali, il carattere infantile e lievemente irritante della protagonista che ha solo dieci anni, i suoi comportamenti altrettanto irritanti e l'ironia che funziona da filo conduttore anche quando si tratta di parlare di Loa o di Ghede, di misteri importanti come la Morte o l'anima, o l'elaborazione di un lutto, credo che questa sia più che altro una lettura soprattutto per giovanissimi, leggera e di intrattenimento, dove la storia si snoda in modo fluido attraverso i continui movimenti dei protagonisti che sono alla ricerca di una soluzione alla situazione di stallo (non dico cosa nello specifico per evitare spoiler) del padre di Emeline, costretto a sottostare alle regole del malvagio stregone che l'ha imprigionato nel suo stesso corpo.
Ad assistere la piccola Emeline che, devo darle atto, non manca di coraggio, ci sono un giovanissimo ed ancora sconosciuto Louis Armstrong, timoroso ragazzino indottrinato dalla madre che alla fine troverà la sua strada nella musica, ma soprattutto il controverso e sfrontato personaggio di Ozee, il Loa invocato dalla bambina, che avrebbe voluto parlare con Baron Samedi, ma che invece si ritrova di fronte ad uno spirito che tracanna rum come non ci fosse un domani, un po' strampalato, e che non sa nemmeno lui stesso da dove provenga (un po' strano per uno spirito venerato e temuto dagli umani no?).
Ci sono diversi punti di domanda a cui non ho trovato risposta nel corso di questa lettura, come ad esempio il perché questo spirito, essendo incorporeo, riesca comunque ad annegare (sì, avete capito bene: è incorporeo ma annega.) o non riesca a comunicare con altri spiriti del mondo dell'aldilà, o ancora non si capisce il perché venga evocato dalla bambina visto che i bambini in questo libro dovrebbero non essere in grado di evocare gli spiriti perché ancora troppo inesperti.
Altri punti interrogativi riguardano il finale, che mi è risultato poco chiaro e confuso, tuttavia ho apprezzato il fatto che alla fine Emeline venga presentata come un'adulta e che quindi venga descritto il dopo di tutta la faccenda, che riguarda anche Louis Armstrong, divenuto un celebre musicista, ed altri personaggi che incontreremo nel corso della lettura.
Posso dire che ho amato questo libro?
Ci sono stati dei momenti in cui ho provato qualcosa, un accenno di emozione, soprattutto per quanto riguarda un paio di scene che ci fanno appena comprendere la situazione dei neri a quei tempi (il fatto che non potessero sedersi sull'autobus nei posti riservati ai bianchi o ancora meglio il passaggio scritto dall'autore in cui i bambini si guardano le mani e si chiedono cosa ci sia di sbagliato nel loro colore della pelle).
Il tema della morte per me è sacro, e qui a parere mio non è stato sviluppato nella modalità adeguata, tuttavia ho amato l'introduzione dei nomi delle divinità voodoo più famose, a partire dal mio adorato Baron Samedi, (di cui un giorno potrei anche parlarvi) o di Papa Legba, padrone dei crocevia.
Nella sua interezza, Voodoo Child, se preso come testo di intrattenimento per i più giovani, ha molti spunti di riflessione interessanti da cui partire, ma mi aspettavo di più e un po' sono rimasta delusa, soprattutto perché avrei voluto vedere più New Orleans, che qui viene a malapena descritta e contestualizzata, più colori, più spiritualità, più emozioni, insomma quella vivacità che questa città magica, culla di uno dei culti più primitivi ed affascinanti del mondo, avrebbe da offrire e che non è stata qui sfruttata al suo meglio.
Non dico che non mi sia piaciuto, anzi, è stata una lettura scorrevole grazie anche allo stile semplice e privo di fronzoli dell'autore, ma le mie aspettative non sono state soddisfatte e questo è un gran peccato, perché l'idea di fondo era davvero molto carina!
LA MIA VALUTAZIONE
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Che peccato quando un libro non soddisfa appieno :/ magari potevano essere gestiti meglio alcuni aspetti in modo che ci fosse un voodoo più cupo
RispondiEliminaEsattamente! Avrei preferito che il Voodoo fosse trattato in maniera più oscura ed inquietante, invece così non mi ha trasmesso per niente quella riverenza che merita :/
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