Nikolai Lantsov, sovrano di Ravka, corsaro, soldato,
secondogenito di un re disonorato, ha sempre avuto un’innata propensione alle
situazioni difficili, ma questa volta sembra dover fare i conti con qualcosa di
impossibile, qualcosa che nessuno, tra la popolazione di Ravka, potrebbe mai
immaginare. Come se non bastasse, per arrestare l’avanzata dei nemici che si
assiepano lungo i confini del regno, il giovane re deve trovare un modo per
riempire le casse dello Stato, stipulare nuove alleanze e fermare il nuovo
pericolo che minaccia quello che un tempo è stato il glorioso esercito Grisha.
Al suo fianco, però, c’è la fedele Zoya Nazyalensky,
leggendario generale Grisha, che non si fermerà di fronte a nulla pur di
aiutare Nikolai ad affrontare e sconfiggere il potere oscuro che alberga nelle
profondità del suo cuore e che, rafforzandosi di giorno in giorno, minaccia di
distruggere tutto quello che ha costruito. Zoya sa infatti che, come i Grisha
non possono sopravvivere senza Ravka, tantomeno Ravka può sopravvivere a un re
tanto indebolito.
Nello stesso momento, nelle terre fredde del Nord, Nina
Zenik sta combattendo la sua personale guerra contro coloro che vorrebbero
spazzare via per sempre i Grisha. Ma per sconfiggere i pericoli che la
attendono, sarà costretta a scendere a patti con il proprio terrificante potere
e ad affrontare il dolore profondo e lacerante che porta nel cuore.
Re, generale e spia di Ravka: tutti e tre nel corso del loro
viaggio dovranno spingersi oltre i confini tra scienza e superstizione, magia e
fede, rischiare il tutto per tutto per salvare una nazione spezzata, e accettare
che alcuni segreti non sono fatti per restare sepolti e che certe ferite non
sono destinate a guarire.
RECENSIONE
"Sono stato fatto per proteggerti. Anche nella morte troverò un modo."
Buongiorno lettori e buon Mercoledì!
Oggi torno finalmente con una delle mie recensioni a parlarvi di un libro senza infamia senza lode, peccato che sia di un'autrice che io adoro ma che in questo volume sembra abbia voluto mantenere un profilo basso e sottotono rispetto magari ad un Sei di Corvi o alla Trilogia del Grishaverse, che comunque ritengo essere anch'essa debole rispetto alla dilogia di Kaz Brekker e dei bastardi del Barile, my personal opinion!
Ad ogni modo ringrazio Mondadori per avermi dato la possibilità di leggere in anteprima Il re delle cicatrici (sì, lo so, la traduzione lascia un po' l'amaro in bocca, ma per Nikolai possiamo anche soprassedere), e Alessandra di Raggywords per avere organizzato l'evento!
Nel banner qui sopra potete trovare anche le altre partecipanti coi nomi dei loro blog, così potrete anche sbirciare le loro recensioni e i loro pareri!
Ma bando alle ciance ed iniziamo!
Il contesto in cui si svolge il libro è piuttosto semplice: ci troviamo nel dopoguerra, dopo il caos assurdo che l'Oscuro ha portato nel regno di Ravka a causa della sua smania di potere.
Ravka è un regno all'apparenza potente, che sembra essere uscito dal conflitto in modo piuttosto intoccato, ma che in realtà cela crepe profonde che il giovane re Nikolai tenta di camuffare grazie alla sua parlantina disinvolta e al modo singolare di gestire la diplomazia con i sovrani degli altri popoli.
Ma Nikolai, dopo la battaglia contro il Santo senza Stelle, non ne è uscito del tutto illeso, anzi, in lui l'Oscuro ha lasciato una specie di impronta che sembra risalire in superficie al calare delle tenebre e che getta lunghe ombre sul destino del suo regno e sul sovrano stesso, che si ritrova a combattere, e non in modo metaforico, il lato oscuro che si nasconde dentro di lui ormai da tre anni e che sembra prendere via via il sopravvento.
E questa potrebbe essere una cosa interessante per lo snodarsi della vicenda, se non fosse che per buona metà ( e oltre) del libro, non succede quasi niente.
La storia viene raccontata in terza persona ma da diversi punti di vista, tra cui quello di Nikolai, appunto, quello di Zoya, suo fidato generale Grisha, ed infine quello di Nina, che viene incaricata di diventare una spia per conto di Ravka nel regno di coloro che ha in passato disprezzato ed amato assieme, ovvero i Fjerdani.
Come già accennato, fino alla metà non succede quasi nulla.
Mi è sembrato di leggere un compendio sulle strategie di guerra, nonché una serie di eventi inutili allo svolgimento della trama che spingono sì il lettore a volerne sapere di più, a rimanere in attesa per quel colpo di scena che tanto aspetta, ma che non arriverà mai, tuttavia a me è parso come un tentativo dell'autrice di allungare il brodo e girare attorno al punto per poi arrivarci a poche pagine dalla fine.
Ed è per questo che credo nel fatto che Il re delle cicatrici sia un libro che, forse, avrebbe potuto essere più corto e più concentrato di eventi, piuttosto che lungo com'è ed essenzialmente banale e sempliciotto.
Un punto a favore va, invece, sicuramente, alla caratterizzazione dei personaggi, poiché conosceremo molto meglio Nikolai e il suo rapporto con sé stesso e il suo ruolo di sovrano, ma anche di persona umana che si ritrova a combattere contro un lato di sé più animalesco ed irrazionale, e che lui detesta non saper tenere sotto controllo, soprattutto perché in modo indiretto è un legame con l'Oscuro, colui che ha quasi distrutto il suo regno.
Per quanto riguarda Zoya, devo ammettere che inizialmente l'ho trovata insopportabile, saccente, arrogante e acida, una so tutto io che avrei volentieri preso a vangate sui denti, ma mano a mano che si procede con la lettura e che si viene a conoscenza della sua storia passata, ci si ritrova ad empatizzare col suo personaggio e a comprendere il perché di alcuni suoi atteggiamenti piuttosto che di altri. Credo sia stata una mossa piuttosto furba da parte di Bardugo inserire un carattere spinoso, antipatico e difficile da capire per poi far cadere il lettore nel tranello e ribaltare la situazione, facendo entrare Zoya tra i personaggi più odiati e poi amati del libro.
Sta di fatto che io ancora non riesco a digerirla nonostante mi sia lievemente commossa nella parte in cui si accenna al suo passato, alla sua perdita e tutto il resto che non sto qui a raccontarvi per evitare spoiler.
Alla fine, c'è lei. Nina Zenik.
Con Nina ho sempre avuto gli occhi a cuore.
Sin da Sei di Corvi è stata il mio personaggio preferito.
Dissoluta, dissacrante, a tratti pazzerella (qui di pazzia ne troviamo un bel po' in lei fidatevi), in Nina mi rivedo molto soprattutto all'inizio del libro, in cui si racconta la modalità con cui affronta un brutto lutto (non dico di chi per non rovinare la lettura a chi magari non ha ancora letto Soc anche se questa dilogia andrebbe letta dopo tutti gli altri volumi di Bardugo), e per questo ho trovato l'argomento dell'elaborazione del lutto molto interessante, ma perché probabilmente è una cosa che mi ha toccata da vicino e con cui mi sento affine, non per altro.
Posso dire che questo libro mi ha entusiasmata? No.
Mi è piaciuto? Ni?
Sapete ormai che io per Leigh provo un amore sconfinato. Di lei ho letto quasi tutto e adoro il modo in cui scrive, incisivo, a volte crudo e sporco, ma efficace, nostalgico, a ricordare qualche vecchia fiaba di stampo russo, di quelle che si trovano in vecchi tomi impolverati, tuttavia in questo libro non ho riconosciuto quella scintilla, quella fiamma che invece anima tutti gli altri suoi libri.
Ho trovato che questa prima storia dedicata a Nikolai sia leggermente sottotono rispetto a tutte le altre, e mi dispiace dirlo anche a tratti noiosa ed allungata come un brodo riscaldato, un tentativo (quasi fallito) di Bardugo di tornare a Ravka per evocare tutti i ricordi che hanno suscitato appunto gli altri volumi, con poca azione e tanta, troppa introspezione e strategia.
La flebile speranza che ho nel cuore è quella di trovare una storia risollevata, più fresca e dal ritmo serrato nel secondo volume, uno sviluppo delle ship che si sono venute a creare e di cui una ammetto sia particolarmente intrigante (sì parlo di Zoya e Nikolai bellini loro ma ancora non sanno di esserlo) e qualche colpo di scena che non sia facilmente prevedibile come lo sono stati in questo libro.
Come dicevo, non è né carne né pesce, ma una storia che si fa leggere tranquillamente ( a parte l'inizio un po' lento) e che non aggiunge nulla di nuovo ( o quasi) a quello che già sappiamo.
LA MIA VALUTAZIONE
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Concordo praticamente su tutto, purtroppo anche i miglior*autor* ogni tanto fanno scivoloni, questo libro è davvero sottotono e come dici tu, un po' troppo lungo per quello che succede in concreto. Vedremo come andrà con il secondo volume 😊
RispondiEliminaSono proprio curiosa T-T
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