mercoledì 27 aprile 2022

Review Party - Recensione "La legge dei lupi" - Leigh Bardugo

 


TRAMA

Mentre l’imponente esercito di Fjerda si prepara all’invasione, Nikolai Lantsov chiama a sé tutte le armi di cui dispone per opporsi all’inevitabile: il suo ingegno, il suo fascino, e persino il mostro che porta dentro. Una parte di lui, forse il corsaro, forse il demone, forse il principe che si è guadagnato il trono con le unghie e con i denti, lo anela addirittura, lo scontro. Ma per sconfiggere l’oscura minaccia che incombe su Ravka potrebbe non bastare nemmeno il coraggio di un giovane sovrano abituato a rendere possibile l’impossibile. Anche solo per sperare di riuscirci, il re ha bisogno di alleati, forti, leali e pronti a tutto.

In prima fila c’è Zoya Nazyalensky, fedele compagna di infinite battaglie, che, nonostante abbia perso tanto per colpa della guerra, e abbia visto morire i suoi uomini e risorgere il suo peggior nemico, non ha intenzione né di abbandonarlo né di arrendersi. Se sarà necessario abbracciare i suoi poteri per diventare l’arma di cui il suo paese ha bisogno, non si tirerà indietro. Costi quel che costi.

Il re di Ravka può contare anche su Nina Zenik, spia abile ma talvolta spericolata, che, per colpa del suo ossessivo desiderio di vendetta, rischia di giocarsi l’unica possibilità di libertà per la sua patria e di guarigione per il suo cuore ferito.

Re, generale e spia: insieme dovranno trovare il modo di strappare all’oscurità un futuro per sé e per il proprio paese. Oppure prepararsi ad assistere alla sua drammatica e definitiva caduta.


RECENSIONE

Buongiorno lettori e benvenuti o bentornati nel mio piccolo angolo di carta ed inchiostro!
Oggi, grazie al Review Party organizzato da Ale Raggywords e Mondadori, che ringrazio per avermi coinvolta, vi parlo finalmente del secondo volume della dilogia dedicata a Nikolai e al Grishaverse, ovvero La legge dei lupi.
La vicenda si apre con lo scoppio della guerra.
Fjerda si muove imperterrita verso Ravka, con l'intento di abbatterla ed abbattere ogni singolo Grisha presente sul territorio, la narrazione inizia già piuttosto rapidamente, anche se mi sembra che Bardugo abbia un po' allungato la minestra, infarcendo i primi capitoli con scene che avrebbero potuto tranquillamente essere evitate.
Dopo la metà, si ha una lenta trasformazione della trama, dove le due storyline che avanzano parallelamente una all'altra (da un lato quella di Nikolai e Zoya, dall'altra quella di Nina nella fredda terra del nemico), abbiamo finalmente l'azione che ci meritiamo, con colpi di scena che però mi hanno lasciata parecchio costernata, come la scomparsa di uno dei protagonisti (non rivelo nomi per non fare spoiler), che a parere mio risulta essere inserita solo per muovere compassione nel lettore e niente altro, dato che non porta risvolti particolari alla storia, ed è proprio palese che sia messa lì un po' a caso solo all'unico scopo di suscitare qualsivoglia tipo di reazione.
Io devo ammettere che sì, ci sono rimasta male, più che altro perché si è rivelata proprio una scelta da parte di Bardugo inutile e priva di senso alcuno, con tutti quelli che avrebbe potuto far morire, e che con la loro assenza avrebbero scatenato una deviazione interessante della trama, l'autrice ha deciso di eliminare una personalità che se ne stava bene nella storia senza nemmeno tante pretese.
Parlando invece dello sviluppo che hanno le relazioni all'interno del libro, come ad esempio quella tra Nikolai e Zoya, vorrei affermare con scioltezza che a me non ha trasmesso proprio un bel niente, perché è un legame il loro che a mio parere avrebbe dovuto rimanere relegato a ruolo di re-generale, dato che quando piglia il risvolto romantico diventa una sorta di trashata dove lui si spezza per lei e lei sostanzialmente fa la dura, super convinta che non sarebbe mai adatta a fare la regina, che sta bene nelle vesti di generale ( e su questo cara Zoya conveniamo tutti che lo sia), ma in realtà lo ricambia solo che non vuole ammetterlo.
Devo dire che invece il punto di vista di Nina, dopo la prima metà del libro, dove sostanzialmente giriamo a vuoto attorno alle stesse scene scritte in maniera diversa, troviamo un punto di svolta interessante dove conosciamo meglio il regno di Fjerda e chi lo comanda, le regole a cui sono vincolati tutti i druskelle, i cacciatori di streghe, e la politica interna del paese.
Il legame con la figlia di Jarl Brum, la coraggiosa Hanne, rende Nina forse il personaggio che più si merita il lieto fine di questo sfortunata dilogia, poiché almeno la nostra Grisha dal temperamento focoso, dopo tanto soffrire e tanta sete di vendetta, riesce alla fine a rimettere assieme tutti i pezzi del puzzle per poter finalmente permettersi un momento di pace che viene inteso come piuttosto duraturo.
A differenza della storia tra Nikolai e Zoya, che ha tutta l'aria di apparire sintetica, costretta e vagamente fittizia, quella tra Hanne e Nina è secondo me fatta di tenerezza e delicatezza, nonché di una fiducia disarmante che le due hanno, nonostante siano quasi delle sconosciute, l'una nei confronti dell'altra.
Abbiamo quindi un volume sì ricco di azione, guerra, combattimenti e morte, ma una cosa che non sono riuscita a digerire, tra le altre , è il ritorno dell'Oscuro, assieme alla brevissima comparsa\ritorno di Alina e Mal, che si può inserire nella lista delle scene da cancellare tranquillamente assieme, forse, anche all'intera dilogia. 
Alla fine l'Oscuro farà una cosa che sicuramente vi farà storcere il naso, dato che, almeno nella mia modesta opinione, non è una cosa che ci si aspetterebbe da lui (proprio per niente) e cade quindi tutta la stima che avevo nel suo personaggio, come è caduta anche nei confronti di Nikolai, d'altronde, che da re temerario, che affronta e solca i mari sotto le mentite spoglie di corsaro, che governa un paese sull'orlo della crisi con astuzia ed intelligenza, si trasforma in un cucciolo mansueto di fronte alla kefta blu del suo generale. Non è credibile.
Unica nota che ho apprezzato, ma solo perché sono affezionata a quella dilogia e non perché sia una cosa che rimane coerente con la vicenda, è l'unione del mondo Grishaverse con quello di Sei di corvi, dato che ad un certo punto del libro compaiono anche Kaz e i suoi bastardi, belli nella loro sfacciataggine, snobbati da Zoya, perché lei si considera la più bella e saggia del reame, ovviamente, ma senza il cui aiuto non possono portare a termine una delle missioni più importanti della storia.

Cosa posso dire quindi?
Questa dilogia dedicata al re di Ravka, che poi rimane comunque un po' in sordina, quindi direi che è più una dilogia dedicata a Zoya, che come personaggio qui mi è calata da morire ma non facciamoci troppo caso, è una dilogia che avrebbe avuto del potenziale, ma che è stata sviluppata in modo molto frettoloso, e sono d'accordo con tutte le persone le quali sostengono che nel secondo volume l'autrice abbia dato vita ad una sorta di storiella scritta come contentino per i fans nostalgici, piuttosto che troncare il tutto sul nascere.
Sono rimasta delusa ed arrabbiata, perché credevo che Bardugo fosse una garanzia, ma, ripeto, anche i grandi scrittori commettono scivoloni plateali, e questa volta la buccia di banana era davvero molto grossa ed inevitabile.

LA MIA VALUTAZIONE

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Ps. Nel banner sopra in alto, trovate anche tutte le altre splendide tappe delle mie compagne di viaggio in questo Review Party! Vi invito a leggere anche le loro recensioni!
Alla prossima!

Chiara

1 commento:

  1. Il libro ti piaciuto molto 😂. Che brutto quando un personaggio che era super carismatico viene stravolto e fa cose a caso🤬

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